Call of Duty Black Ops IIII: BlackOut Beta Privata – Provato
Il genere Battle Royale, amato e disprezzato al contempo, sta conquistando un grande fetta di mercato ormai da qualche tempo, il che è un dato di fatto. Con il grande successo di PlayerUnknown’s Battlegrounds e l’esplosione di Fortnite, viene sempre più da pensare che questa modalità sia effettivamente amata dal pubblico e che la scelta degli sviluppatori di investirvi denaro non sia poi tanto sbagliata. Dato il grande successo, anche Activision ha deciso di inserire una modalità Battle Royale in uno degli sparatutto più giocati al mondo, ovvero Call of Duty.
Nel capitolo Call of Duty: Black Ops IIII in un uscita il 12 Ottobre, Treyarch ha lavorato sodo per implementare BlackOut, modalità Battle Royale che, per evitare costi economici elevati, è andata a soppiantare la modalità Campagna, grande assente in questo capitolo. Dal 10 Settembre, come di consueto, Activision ha dato il via alle fasi di beta privata di BlackOut, permettendo a tutti quelli che hanno preordinato il gioco di toccare con mano quanto fatto fino ad ora dagli sviluppatori. Noi abbiamo provato la modalità per voi e in questo articolo ve ne parleremo nei minimi dettagli.
Un collage delle mappe più amate
Per chi non conoscesse il genere Battle Royale, si tratta di una modalità in cui 100 giocatori vengono lanciati in una grande isola dalla quale dovranno raccogliere armi, munizioni ed equipaggiamenti per sconfiggere gli altri avversari fino a rimanere gli unici in vita e di conseguenza i vincitori. In BlackOut, questa modalità, almeno per la beta, risulta molto simile a quanto già visto in altri titoli, tranne per il numero massimo di giocatori che è 88 (nelle prime fasi beta era 80), numero che tenderà comunque a variare con il tempo.
Non appena avvierete BlackOut, avrete la possibilità di scegliere il vostro personaggio da una schiera di operatori predefiniti, per poi successivamente entrare in battaglia a bordo di un elicottero, dal quale dovrete poi lanciarvi con la vostra tuta alare per raggiungere la località da voi scelta, sulla quale atterrerete lentamente con un paracadute. Appena atterrati dovrete subito cercare armi, kit medici e qualsiasi perk e potenziamento per cercare di sopravvivere ai primi scontri a fuoco, di solito i più difficili visto che spesso ci si ritrova a corto di armi. Raccolte le armi, possiamo iniziare a spostarci verso una grande città, magari a bordo di un quad o addirittura di un elicottero, novità che aspettavamo con ansia di vedere e che sinceramente non ci ha convinti fino in fondo.
Raggiunta una delle città più vicine, che riprendono tutte lo stile di mappe già presenti nei precedenti Black Ops, potremo raccogliere ulteriore equipaggiamento per potenziarci e se siamo fortunati imbatterci in uno scontro a fuoco, cosa che in certe partite risulta un evento più unico che raro. Le varie località presenti, seppur basate sui modelli delle mappe già conosciute, non forniscono lo stesso feedback che fornivano al tempo, non si riesce quindi ad avere quella sensazione di velocità e adrenalina che contraddistingue Call of Duty da molti altri sparatutto.
Pochissime novità
Tutto qui? Beh, in realtà potremmo quasi dire di sì, dato che in realtà di novità ce ne sono veramente poche, e quelle poche che ci sono sinceramente non ci hanno convinto moltissimo. Dopo una decina di partite risulta quasi difficile avviare la successiva visto che non si hanno stimoli e voglia di giocare, un po’ per un’eccessiva somiglianza a PUBG e un po’ per i grossi problemi che ci sono, come ad esempio una pessima gestione dell’inventario, che obbliga il giocatore a perdere moltissimo tempo nell’organizzazione delle armi e degli oggetti. Altra nota negativa che non ha fatto piacere alla community di Call of Duty è la piattezza generale della mappa, la quale non offre grossi spunti, con delle località sì storiche, ma con troppi spazi vuoti che impediscono al giocatore di trovare il giusto riparo per proteggersi dai colpi, che con il gunplay di Call of Duty sono quasi sempre letali.
L’arrivo della modalità BlackOut non ha ovviamente portato ad una modifica del sistema di fuoco, di mira e di corsa, i quali rimangono potenzialmente molto veloci, bensì ad un miglioramento in termini di gittata e fisica dei colpi, data la mappa di dimensioni notevoli dove saranno frequenti colpi dalla lunga distanza. Ultimo ma non per importanza il comparto tecnico, a nostro avviso decisamente arretrato e per nulla al passo con i tempi, complice probabilmente anche il poco tempo a disposizione per lo sviluppo della modalità Battle Royale. Le texture e generalmente i poligoni delle strutture sono decisamente poco definiti, alle lunghe distanze si nota un aliasing che impedisce spesso la localizzazione dei personaggi e come se non bastasse spesso ci si può imbattere in fenomeni di caricamento ritardato delle texture. Insomma, un comparto tecnico che non convince, seppur dal punto di vista dei colori e dell’armonia generale sia molto piacevole da vedere, confidiamo quindi in un supporto post-beta e soprattutto in aggiornamenti continui anche dopo il lancio del gioco completo.
La modalità BlackOut, per quanto interessante e sicuramente ben accetta se affiancata alle altre modalità presenti in Call of Duty: Black Ops IIII, ci è sembrata molto acerba, sia dal punto di vista del gameplay che da quello tecnico. Non sono presenti novità che possano far gridare al miracolo e le cose già viste non risultano perfettamente integrate nel gioco. Le città che riprendono le mappe storiche di Black Ops non danno lo stesso feedback che davano allora, soprattutto perché nella maggior parte dei casi saranno pochi gli scontri a fuoco che riuscirete ad ingaggiare nel corso del match, a meno che non decidiate di giocare in squadra con degli amici, a nostro avviso l’unico modo al momento per divertirsi, visto che in solo già dopo poche partite si perde la voglia di continuare. Anche il comparto tecnico non ci ha convinti ma confidiamo in Activision per un supporto alla modalità sia dopo il termine della beta sia nel prossimo futuro, magari con aggiornamenti basati sui feedback dei giocatori.