Gamescom 2018: Il lato fantastico di Assassin’s Creed Odyssey – Provato
Il rapporto della serie di Assassin’s Creed con il sovrannaturale e il fantastico è sempre stato alquanto complesso e altalenante. Se generalmente parlando infatti, il prodotto Ubisoft tende a ricalcare – o quantomeno ispirarsi – alla reale storia del mondo, è chiaro che, anche volendo escludere le tecnologie dedicate all’Animus, qualcosa di al fuori dall’ordinario comunque resti, soprattutto nelle faccende che riguardano direttamente o indirettamente l’ormai famigerato Frutto dell’Eden. Assassin’s Creed Odyssey, seguendo un po’ la strada tracciata dall’ultimo DLC di Origins dedicato ai faraoni e alle divinità, sembra aver abbracciato del tutto la strada del fantasy e della mitologia greca, sia nelle abilità del nostro protagonista, sia nel mondo e nelle quest.
O almeno questa è la forte sensazione che ci ha lasciato il nostro test a Gamescom 2018, la seconda volta che quest’estate – dopo le battaglie navali e le missioni dell’E3 – mettiamo le mani su Assassin’s Creed Odyssey, quello che sarà il capitolo della serie di quest’anno prima di un nuovo “riposo” degli assassini nel 2019. Infatti, intraprendendo una missione secondaria apparentemente come tutte le altre, ci siamo ritrovati al cospetto di una delle leggende più conosciute della civiltà ellenica.
Ci siamo rimasti… Di sasso
Una donna ci viene incontro, preoccupata, affranta. La sua amante si è infatti persa: ha mancato diversi appuntamenti e non la vede più da quella sera segreta passata nella capanna al limitare delle montagne dell’isola. Non è un posto semplice da raggiungere ed è parecchio isolato, ma forse è proprio questo a renderlo davvero speciale, proibito. Proprio come il loro amore. Bryce non sa cosa fare: le storie le ha sentite tutte, le storie che parlano di una creatura terribile che si annida in quei luoghi e di tante persone andate e mai tornate da lì. Impossibile non aiutarla, seguendola per un crepaccio stranamente popolato di statue di pietra raffiguranti persone in grande sofferenza. Residui di un’eruzione come quella di Pompei, le opere di un artista folle o c’è qualcosa di più malvagio in azione? E cosa si nasconde all’interno di quell’edificio così fuori luogo in un posto come quello?
Ebbene sì, dopo una breve ricerca e l’esplorazione di quella spettrale zona, ci siamo ritrovati a confronto con nientepopodimeno che Medusa, il demone dei miti greci capace di trasformare le persone in pietra al solo sguardo. Nessuna droga, visione o sogno come quando posti di fronte all’incredibile nella maggioranza delle occasioni precedenti nella serie: nella demo di Assassin’s Creed Odyssey abbiamo proprio combattuto contro i poteri magici di una creatura mitologica. E chissà allora quante ne vedremo, accompagnando uno dei nostri protagonisti nelle vicende del gioco finale; d’altronde nel trailer dell’E3 per qualche secondo ci è sembrato proprio di intravedere il Minotauro…
Assassini o Avengers?
Al di là di questo, il combattimento stesso è stato di enorme interesse, in quanto ci ha permesso di provare equipaggiamenti e abilità da end-game di Assassin’s Creed Odyssey (eravamo al level-cap di 50), sebbene in una missione secondaria come detto. La sfida è stata davvero complessa: ci abbiamo messo almeno 4-5 tentativi prima di venire a capo dell’atroce essere, il quale ci è stato assicurato essere una delle battaglie più complesse del gioco. Chiaramente non è facile poi essere gettati nella mischia senza il necessario allenamento, perché per quanto molto del combat system di questo nuovo gioco ricordi da vicino il suo predecessore, le differenze ci sono e abbastanza marcate, tali da influenzare notevolmente uno scontro di questo livello. Innanzitutto, la posa di “difesa passiva” di Bayek si è trasformata in un sistema di parate attivabile con il bumper sinistro del pad che richiede un tempismo quasi perfetto per attivare una parry perfetta, cosa che in effetti ci è riuscita davvero poche volte.
L’altra macro-differenza, evidentissima nei nostri fallimenti iniziali, è il sistema delle abilità, utilizzabili in tempo reale durante i combattimenti e il cui uso va a consumare la barra dell’adrenalina del gioco. Tramite la pressione prolungata del bumper sinistro abbinato a uno dei pulsanti frontali del controller potremo scatenare contro i nostri avversari uno dei poteri di Alexios o Cassandra, in grado di aiutare in maniera decisiva negli scontri. Si va da uno spettacolare lancio della picca alla possibilità di curare il personaggio, senza dimenticare attacchi ad area e via discorrendo. Anche qui la componente fantastica del titolo torna fuori prepotentemente: non sono mosse nelle corde di un semplice essere umano. È possibile equipaggiare due set di 4 abilità e cambiare tra essi con il d-pad, ma abbiamo notato come fare ciò si riveli complesso nel vivo della battaglia, un sistema su cui Ubisoft Quebec speriamo possa fare una riflessione.
Assassin’s Creed Odyssey diventa sempre più interessante ogni volta che riusciamo a vederlo. Il suo lato più fantastico potrebbe essere un’arma in più per distinguersi dai suoi predecessori e per dare ulteriore nuova linfa alla serie. Ci sono ancora tante cose da scoprire su questa gita degli assassini sulle isole greche, ma ormai scopriremo tutto a breve, quando la produzione Ubisoft farà capolino nei negozi.