Fire Emblem Warriors – Recensione
Nel 2014 debuttava sullo sfortunato Nintendo Wii U Hyrule Warriors, primo musou a tema Nintendo. Il successo del progetto (soprattutto in Occidente) ha spinto Koei Tecmo a proporre alla Grande N una nuova collaborazione, da cui è nato Fire Emblem Warriors, ennesimo hack and slash “su licenza” targato Omega Force (ma con la collaborazione di Team Ninja), questa volta dedicato alla ultraventennale serie di Intelligent Systems, che ha contribuito allo sviluppo.
Il gioco in miniatura
Prima di iniziare a parlare dei contenuti del gioco, è necessaria una premessa: la versione principale di Fire Emblem Warriors è quella per Nintendo Switch, ma ne esiste anche una per New Nintendo 3DS (priva di effetto tridimensionale), quella oggetto di questa recensione. I contenuti sono i medesimi – anche se per il doppiaggio giapponese è necessario scaricare una patch del peso di oltre 9000 blocchi ch,e aggiunta al gioco acquistato da eShop richiederà complessivamente 23000 blocchi – ad eccezione della modalità cooperativa in locale, esclusiva della versione Switch.
I motivi che portano a preferire la versione Switch sono ben altri, in particolare la maggior comodità dei controlli (il secondo stick del New 3DS non è il massimo della comodità), la possibilità di giocare su uno schermo grande (la miglior modalità di fruizione di un musou) e il comparto tecnico: per quanto la versione per New Nintendo 3DS si difenda decentemente e offra un’esperienza di gioco fluida, la conta poligonale e le texture sono deludenti, gli effetti speciali sono ben poco speciali e la qualità video delle cutscene è tarata verso il basso. Se non possedete la console ibrida di Nintendo, anche la versione per New Nintendo 3DS fa il suo sporco lavoro, però chiunque non sia fan sfegatato di Fire Emblem potrebbe trovare l’esperienza ben poco appetibile.
Double crossover
Oltre ad essere un crossover tra Fire Emblem e Dynasty Warriors, Fire Emblem Warriors è a sua volta un crossover nell’ambito della serie di Nintendo, includendo personaggi tratti da vari capitoli. Il focus è tutto sui capitoli per Nintendo 3DS: dei 25 guerrieri controllabili, infatti, sette provengono da Awakening, dieci da Fates e uno da Shadows of Valentia (anche se il materiale di riferimento per gli sviluppatori è stato direttamente Gaiden); gli altri sette sono distribuiti fra personaggi inediti, Shadow Dragon e Blazing Blade (giunto in Europa con il nome di Fire Emblem). Anche i lottatori scaricabili tramite DLC e quelli non controllabili sono tratti dalle medesime saghe. A parere di chi scrive, l’esclusione della saga di Tellius è piuttosto grave, così come l’assenza di altri personaggi iconici come Roy ed Eliwood.
Anche sul piano del gameplay, Fire Emblem Warriors si rivela un autentico crossover. Il battle system, ovviamente, è mutuato da Shin Sangoku Musou, ma le meccaniche recuperate dai tattici di Intelligent Systems sono molto numerose: abbiamo il triangolo delle armi (spada batte ascia, ascia batte lancia, lancia batte spada), il duo, i legami e le conversazioni di supporto (chiaramente molto meno copiose rispetto al solito), il permadeath (opzionale), la progressione delle classi alla maniera di Fire Emblem e diverse altre cose che non passeranno inosservate agli occhi compiaciuti dei fan.
Peccato per la storia che fa da collante al tutto: non è insolito che la trama e i dialoghi siano fra gli aspetti meno riusciti e allo stesso tempo meno importanti in un crossover, però sarebbe stato sicuramente possibile fare un po’ meglio, quantomeno per ricreare l’epicità che caratterizza – sempre meno, purtroppo – la serie di Nintendo. Anche perché in qualche modo gli ultimi Fire Emblem, soprattutto Awakening, avevano gettato le basi per sviluppare in modo più interessante il tema dei viaggi interdimensionali, che costituiscono la premessa classica di questo genere di prodotto.
Fra mazzate e menu
Come anticipato nel paragrafo precedente, Fire Emblem Warriors è un hack and slash con elementi tattici e ruolistici. Sullo schermo superiore viene inquadrato il vostro guerriero, circondato da decine di nemici pressoché immobili da falcidiare combinando attacchi leggeri, pesanti e speciali. Nello schermo inferiore (o in alto a destra, se giocate su Switch) si vede principalmente la mappa, che ricorda da vicino quelle dei Fire Emblem classici. Selezionando le pedine corrispondenti è possibile impartire agli alleati semplici ordini, come raggiungere un determinato luogo, difendere un presidio alleato o attaccarne uno nemico. I personaggi utilizzabili, selezionabili prima dell’inizio della pugna, di solito sono quattro e possono essere switchati al volo con la pressione delle frecce direzionali su e giù.
Come in ogni Fire Emblem che si rispetti, all’interno di ogni schema esistono condizioni di vittoria e di sconfitta, casse da aprire, ladri da uccidere, personaggi da difendere e quant’altro, anche se gli obiettivi (divisi fra primari e secondari) non sono poi così vari. A seconda del tempo impiegato, dei nemici uccisi e del livello di difficoltà, riceverete un numero variabile di denaro, che peraltro è una risorsa meno rara rispetto al solito, complice anche un grado di sfida non elevatissimo: chi vi scrive – non certo un campione – ha superato la prima metà del gioco in difficile senza nemmeno accorgersene.
La fase di gestione delle unità somiglia in parte a quella dei classici Fire Emblem, ma per molti aspetti se ne discosta. Innanzitutto, il sistema di crescita non si basa solo sulla progressione dei livelli, ma anche sugli stemmi, sostanzialmente tre skill tree – uno dedicato all’attacco, uno alla difesa e uno “speciale” – per ciascuno con caselle che si sbloccano spendendo i drop di capitani e generali avversari. Qui si palesa un altro difetto del roster, che è veramente poco differenziato: al di là dell’arma utilizzata, i personaggi hanno non solo combo simili, ma skill tree identici, salvo quello speciale, che comunque in larga parte è comune.
Fire Emblem Warriors è un discreto crossover, che però puzza un po’ di occasione sprecata. L’ibridazione delle meccaniche tipiche dei musou con gli elementi tattici e ruolistici di Fire Emblem si fa apprezzare, ma la storia deludente – persino nell’ambito dei crossover – non restituisce l’epicità dei migliori episodi della serie e il roster è troppo sbilanciato a favore di Awakening e Fates. Il gioco resta comunque godibile per i fan dei tattici di Intelligent Systems, che faranno meglio a puntare sulla versione per Nintendo Switch, se ne hanno la possibilità.
Pro
- Buona commistione fra il gameplay dei musou e le meccaniche ruolistiche e tattiche di Fire Emblem
Contro
- La versione per New 3DS è tecnicamente molto spartana
- Roster troppo incentrato sul recente passato della serie