Resident Evil: Revelations HD – Recensione
Può esistere un buon Resident Evil senza gli zombie? Evidentemente sì, e i due capitoli dello spin-off Resident Evil: Revelations ne sono la prova lampante. Il capitolo originale, esclusiva Nintendo 3DS e successivamente rimasterizzata per piattaforme Sony e Microsoft, è stata una piacevole sorpresa in un mondo in cui bene o male tutti i survival horror in uscita avevano già subito la forte influenza dei Third Person Shooter iniziata proprio con Resident Evil 4.
Dopo qualche anno – e dopo il successo su console da salotto di Resident Evil: Revelations 2 – finalmente anche il primo Revelations segue il destino recente di tutti i capitoli più o meno ufficiali di RE, ritrovandosi rimasterizzato in HD su Playstation 4 e Xbox One, pronto a ricordarci quanto erano belli i survival horror di una volta.
Tra Dante e Mar Mediterraneo
Resident Evil: Revelations merita di essere preso seriamente in considerazione da noi italiani sia per l’ambientazione che per quanto riguarda la storia di Jill Valentine: il tutto si svolge su una nave da crociera nel pieno del Mediterraneo. La storia, collocata temporalmente qualche anno prima rispetto agli eventi del gioco e raccontata tramite una narrazione non lineare a capitoli, narra della caduta di Terragrigia, la città del futuro: essa è stata rasa al suolo dalla Veltro, pericolosa organizzazione criminale in possesso del temibile virus T-Abyss. Nel 2005, citando i versi dell’Inferno di Dante, la stessa Veltro fa sapere di essere tornata in azione e di essere pronta a utilizzare nuovamente il virus. La B.S.A.A., agenzia votata allo smantellamento delle armi batteriologiche, invia Chris Redfield a indagare.
Quando Chris scompare, sulle sue tracce c’è già la sua vecchia partner Jill Valentine: già questo è un motivo in grado di far apprezzare il titolo (oggi come in passato) a tutti i fan che hanno amato e seguito Resident Evil sin dagli albori della saga. Attraverso i vari capitoli – in tutto ben dodici, ognuno con una durata compresa tra i 20 e i 45 minuti di gioco – il giocatore viaggia tra presente e passato e vive la storia attraverso gli occhi dei protagonisti: oltre a Chris e Jill, i nuovi giocatori potranno fare la conoscenza dei rispettivi partner Jessica e Parker (altri personaggi dalla caratterizzazione molto ben riuscita) e degli altri inediti comprimari che, come da tradizione di Capcom, trasudano stile nipponico da ogni pixel.
Sebbene la trama non presenti particolari tratti innovativi, l’ambientazione sulla Queen Zenobia (la nave da crociera dove si svolge la maggior parte dell’azione) e la narrazione non lineare ricca di comprimari rendono ancora attuale e interessante Resident Evil: Revelations, anche per chi ha già giocato originariamente il titolo su Nintendo 3DS e affronta il titolo per una seconda partita dopo qualche anno.
Il fucile appeso alla parete
La componente più intrigante di Resident Evil: Revelations è proprio lui: quel fucile appeso ai ganci sulla parete con a fianco lo slot in cui inserire un misterioso stemma per poter accedere all’arma. In questo semplice gesto è racchiusa la vera essenza dei primi Resident Evil: l’esplorazione e gli enigmi ambientali che nei panni della Jill di Revelations è possibile rivivere pienamente. La contaminazione action è lasciata a Chris e agli altri soldati della B.S.A.A., nei panni dei quali vi ritroverete spesso e volentieri a falciare tonnellate di Hunter a colpi di armi pesanti. Sotto questo aspetto si può affermare che Revelations è il capitolo che più di tutti coniuga il passato e il futuro di Resident Evil, bilanciando le sparatorie con le indagini e gli enigmi. Certo mai sarà un ritorno ai fasti della prima trilogia, ma siamo anche ben consapevoli che al giorno d’oggi un titolo dagli anacronistici ritmi del primo RE troverebbe difficilmente spazio nel cuore dei giocatori sempre più votati all’action. Siamo comunque ben felici di farvi sapere come sia ancora piacevole giocare a Revelations, a dimostrazione di come le meccaniche di gioco (grazie anche alla possibilità di muoversi mentre si spara, dettaglio non troppo scontato in RE) non sentano il peso degli anni passati.
Se siete disposti a subire un po’ di backtracking – presente comunque in maniera ben più massiccia nei vecchi RE – troverete piacevole immergervi nel gameplay di questo Resident Evil, scoprendo con piacere la difficoltà della componente survival nel periodo in cui i proiettili erano ancora contati e in cui, prima di imbracciare un fucile, bisognava attraversare vari scenari di gioco alla ricerca di una chiave a forma di medaglione.
Ritorna anche l’apprezzata modalità raid, che in locale o in multiplayer vi permetterà di affrontare orde di nemici in aree chiuse prese di peso dai vari livelli del gioco. In questo caso ci duole ammettere che l’ottimo lavoro fatto da Capcom sulla modalità Raid di Resident Evil: Revelations 2 fa emergere tutta la pochezza de del primo Revelations in questo frangente, e per quanto si sia rivelata un’utile aiuto alla longevità ai tempi dell’uscita, oggi rischia di essere snobbata dai più.
Dal piccolo al grande schermo
Nella sua prima incarnazione su Nintendo 3DS Resident Evil: Revelations era, gusti sul 3D a parte, un piccolo gioiello di tecnica: nonostante le ovvie limitazioni della console portatile il gioco era graficamente appagante e ben realizzato. Il porting su PlayStation 3 e console di quella generazione si era limitato a un upscaling in alta definizione e a qualche sporadica miglioria. Quello che arriva sull’attuale generazione di console da salotto è sostanzialmente la versione PC del gioco, che nell’edizione Playstation 4 da noi provata mantiene costanti i 60 FPS in alta definizione. I modelli poligonali dei personaggi sono ovviamente ormai datati, così come è difficile non notare le texture in bassa definizione sparse qua e là nel mondo di gioco. Nonostante questo, la sensazione che abbiamo provato è la stessa che ci hanno regalato i remaster in HD di Resident Evil e Resident Evil Zero: riflessi ed effetti di luce sono stupendi e, uniti a un anti alisasing in grado di fare una bella iniezione di botox a un motore grafico che ormai mostra i segni dell’età, sono in grado di rendere godibile l’esperienza anche a un non fan che per la prima volta si avvicina al brand.
Sempre al top anche il comparto sonoro, con un doppiaggio tutto sommato godibile e una colonna sonora in cui è ben riconoscibile lo spirito di Resident Evil: angoscianti melodie di pianoforte vi accompagneranno per la maggior parte dell’esplorazione, mentre esplosivi brani action sottolineeranno i momenti più frenetici e i combattimenti contro i nemici più potenti.
Resident Evil: Revelations è uno spin-off talmente importante da non poter essere ignorato. Lo sa bene anche Capcom, che lo riporta in auge anche in questa generazione di console, permettendo a chi ancora non l’avesse provato di giocare a una pietra miliare dei survival horror: si tratta del Resident Evil che, in coppia con l’altrettanto stupendo Resident Evil: Revelations 2, meglio coniuga gli elementi dei nuovi RE con la prima trilogia, riuscendo in qualche modo a mettere tutti d’accordo. Si può fare un Resident Evil senza gli zombie? A quanto pare sì, e lo si può fare talmente bene da farci sperare in un terzo capitolo: cara Capcom, sappi che all’appello mancano ancora Leon e Rebecca e che noi siamo qui pronti a calarci nei loro panni.
Pro
- Personaggi carismatici amati dai fan di RE
- Storia ben strutturata e raccontata
- Molto vicino allo spirito dei primi Resident Evil
Contro
- Il comparto tecnico non è invecchiato benissimo
- La modalità Raid è poca cosa rispetto Revelations 2