Watch Dogs 2 – Recensione
Noi non siamo ciò che mangiamo, non siamo ciò che diciamo, non siamo ciò che facciamo: siamo solo sorgenti di dati. In ogni giorno, a ogni ora della nostra vita ci interfacciamo con la tecnologia che ci circonda e, con ogni azione o pensiero, produciamo dati utili a qualcuno. Anche l’azione più semplice o stupida, come cercare un prodotto su Amazon o che altro da delle informazioni sul nostro carattere, sui nostri gusti e sulle nostre preferenze. E’ questa la nuova realtà in cui viviamo: quello che fino non molti anni fa risiedeva nella mente di Orwell è diventato realtà, il Grande Fratello ci guarda ma DedSec non è disposta a restare inerme a guardare.
Ubisoft ci cala nei panni di Retr0, abile hacker e nuova leva di DedSec, per mostrarci la sua visione della realtà odierna, dove i dati che produciamo sono più importanti di noi stessi: questo è Watch Dogs 2.
Hacker New Age
Marcus aka Retr0 è un giovane ragazzo di colore, hacker di grande talento, che non vuole minimamente sottostare al controllo oppressivo del ctOS 2.0, lanciato dalla Blume, dopo gli avvenimenti di Chicago. Nei panni dell’afroamericano quindi ci introdurremo nella server farm della Blume, nei pressi di S.Francisco, per cancellare il profilo di Marcus stesso. Saranno proprio le sue gesta, seguite in remoto dai membri di DedSec, a valergli l’ammissione alla cellula indipendente di hacker operante nella baia. Da tale incontro partirà la vera missione che avrà come scopo quello di smontare la Blume, mostrando a tutti il marcio che si cela dietro tale compagnia che non fa altro che limitare la libertà di ognuno tramite la sua tecnologia.
Nei panni di Retr0 quindi dovremo portare a termine svariate missioni, divise fra primarie e secondarie, che ci porteranno di volta in volta a guadagnare nuovi followers. Rimpinguare il proselito di followers infatti sarà uno degli obiettivi primari della DedSec: i primi infatti saranno invitati a installare l’app DedSec consapevoli del fatto che doneranno potenza di calcolo all’unità hacker, in tal modo Retr0 e i suoi otterranno consensi, svelando cosa c’è dietro la Blume, e al contempo potenzieranno la loro struttura cloud per fronteggiare la compagnia.
Il distacco dai toni del precedente capitolo è abbastanza netto: non c’è più l’atmosfera cupa e oppressiva che opprimeva Aiden Pierce, tutto viene invece narrato con toni molto più scanzonati e leggeri che ben si accostano all’ambientazione della baia di S. Francisco, coloratissima e piena di gente. Non cambia comunque la tematica principale e sempre attualissima del “Grande Fratello”, della privacy e della liberà in ogni sua accezione: talvolta tali messaggi e tematiche, che a nostro parere sono abbastanza profonde, vengono però trasmesse al giocatore in maniera quanto mai scanzonata e “leggera” stonando col contesto.
Stessa cosa potremo pensare anche della figura degli hacker: spesso e volentieri infatti i componenti della West Coast di DedSec si presteranno ad azioni di protesta che i reali hacker mai si sognerebbero, come ad esempio rubare un’auto dalla produzione di un film, rendendola una smart car, per creare scompiglio e pubblicizzarsi, guidandola da remoto. Tuttavia, per certi versi, il nuovo profilo degli hacker tracciato da Ubisoft si può giustificare come pretesto per introdurre qualche scena più action al titolo, anche se questa affermazione lascia il tempo che trova: nel mondo reale ci sembra quanto mai difficile trovare qualcuno di simile a Retr0 e alle sue pazze idee.
Hack’n’Stealth
La prima cosa che salta all’occhio avviando Watch Dogs 2 è la libertà di azione: Retr0 potrà interagire con qualsiasi apparecchio elettronico che si trovi nelle sue vicinanze, dagli smartphone altrui alle centraline delle automobili. Le abilità di Retr0 miglioreranno di volta in volta all’aumentare dei followers di DedSec: raggiunte determinate soglie di followers guadagneremo dei punti ricerca da spendere nell’albero delle abilità che si riveleranno essere molto variegate, andando dal classico (e poco tecnologico) miglioramento negli scontri a fuoco all’interazione con il traffico, passando per la manipolazione degli smartphone, l’aumento di slot BotNet (la nostra riserva di “energia” per compiere atti hackerizzanti) e chi più ne ha più ne metta.
Potremo far saltare tombini durante gli inseguimenti, rubare automobili senza destare il minimo sospetto, manomettere generatori, addirittura creare dei mandati di cattura per chi ci sembra di troppo facendolo portare via dalla polizia.
Il nostro arsenale verrà generato in buona parte grazie alla stampante 3D presente nel covo di DedSec: accumulando denaro per la resina necessaria potremo creare pistole, fucili e anche preziosi droni. Questi piccoli gioiellini sono un’innovazione di questo secondo capitolo: comandandoli da remoto Marcus potrà esplorare zone altrimenti proibitive e irraggiungibili o usarli semplicemente per andare in avanscoperta, oltre che poter hackerare svariati obiettivi da remoto. Si partirà dal drone terrestre (il Jumper) per poter arrivare poi a quelli che tutti noi conosciamo, in stile mini-copter. Il supporto dei questi piccoletti sarà fondamentale e unito alla capacità di “hacking remoto” ci permetterà di assumere il controllo di svariati apparecchi elettronici.
Tramite l’hacking potremo ad esempio passare da controllare Marcus a una telecamera e, dall’inquadratura della stessa, hackerare i telefoni degli inquadrati o qualsivoglia altra apparecchiatura, o spostarci al controllo di un altra telecamera nelle vicinanze, coprendo così praticamente la rete di sorveglianza di un’intera zona e prepararci il campo per quando entreremo in azione, approntando trappole o mettendo fuori gioco qualche guardia.
Proprio a proposito di meccaniche di pianificazione e simili: il titolo spesso sprona il giocatore ad agire in tale modo, favorendo più l’approccio stealth che quello d’assalto, d’altronde si parla di hacker, non di Rambo. Il lavoro di preparazione e strategia verrà premiato quindi rispetto all’approccio diretto anche perché il tentare quest’ultimo a volte renderà le cose molto più difficili in quanto non è raro ritrovarsi circondati in men che non si dica, finendo per avere la peggio. Si rivela abbastanza complicato anche seminare la polizia durante gli inseguimenti in auto.
Così come il precedente capitolo, anche in Watch Dogs 2 è presente il multiplayer, amalgamato all’esperienza single player a patto di essere (ovviamente) connessi in rete. Tramite varie missioni da seguire o eventi generati casualmente, potremo godere dell’esperienza multiplayer che va dalle missioni ricercato, in cui un giocatore cercherà di sfuggire alle grinfie della polizia e degli altri player, fino al classico tentativo di furto di dati già sperimentato nel primo capitolo.
Watch Dogs 2 però non è esente da bug, alcuni anche davvero fastidiosi. Uno su tutti è stato particolarmente pedante durante la nostra esperienza di gioco: dopo aver completato una missione principale il tasto triangolo è diventato praticamente inutilizzabile, di conseguenza ci era impossibile venire in possesso di qualsiasi mezzo (ottenuto legalmente e non) così come di parlare con altri NPC e, di conseguenza, iniziare le missioni. Non vi è stato modo di risolverlo se non quello di riavviare il gioco. Seppur si è trattato di un caso isolato era abbastanza fastidioso, oltre al fatto che i titoli Ubisoft non sono nuovi a bug simili, speriamo comunque che con qualche patch di aggiornamento venga rimossa definitivamente la possibilità che si verifichino episodi del genere.
Hackers Bay
La resa grafica di Watch Dogs 2 su Playstation 4 (versione da noi recensita) risulta essere soddisfacente: la città di S. Francisco è resa benissimo, colorata e viva, curata nei dettagli e diversificata nelle ambientazioni, oltre che vastissima. Proprio per la grandezza dell’area di gioco ci si potrebbe aspettare una certa ripetitività nelle textures cosa che invece non si verifica più di tanto, sottolineando ancor di più la varietà dello scenario.
Il comparto audio risulta anch’esso godibile: la colonna sonora si adatta benissimo alle atmosfere di gioco, esaltandone l’esperienza, mentre invece per quanto riguarda il doppiaggio ci è sembrato ben curato, da Marcus fino all’ultimo componente dei DedSec e a tutti gli altri NPC, antagonisti e non: lavoro ben fatto e nessuna sbavatura nelle traduzioni.
Il passo avanti di Watch Dogs 2, rispetto al predecessore, è evidente: l’idea di base viene migliorata con un gameplay più vario e ricco di innovazioni, condito da una miriade di missioni e attività destinate a intrattenere per ore e ore. Tuttavia anch’esso non è esente da difetti, qualche bug e l’atmosfera troppo scanzonata in certi momenti gli fanno perdere qualche punto, senza però rovinare in maniera eccessiva l’esperienza di gioco. Parliamo quindi di un titolo non perfetto ma che centra l’obiettivo, magari non in pieno, ma che riesce comunque a divertire e intrattenere.
Pro
- Grande libertà d'azione
- Componente stealth curata
- E' possibile interagire quasi con tutto
Contro
- Presenti bug fastidiosi
- Hacker non proprio simili a quelli reali
- Tematiche profonde ma presentate con leggerezza