Football Manager 2016 – Recensione
I giochi con cadenza annuale sono difficilmente ben visti dai giocatori: che si tratti di un Call of Duty, del nuovo FIFA o dell’ultimo capitolo di Assassin’s Creed, schiere di hater non vedono l’ora di lanciarsi su tutti i forum per poter scrivere i loro (sterili) improperi contro l’Activision, l’Electronic Arts o la Ubisoft di turno. Poi c’è invece Football Manager, una serie con una longevità da fare impallidire quasi tutte quelle poco sopra elencate, che ad ogni novembre infiamma i cuori delle migliaia di appassionati di calcio e che viene visto dai suoi fan, non tanto come un videogioco, ma come una vera e propria religione, il cui leader maximo risponde al nome di Miles Jacobs. Se proprio dovessi paragonarlo ad un titolo che puntualmente si ripresenta ad ogni autunno, forse lo potrei avvicinare ad un NBA 2K, perché come quest’ultimo, anche la creatura di Sport Interactive ha raggiunto oramai un livello molto prossimo alla perfezione. Confermarsi tutte le volte sui propri standard non è di certo facile, soprattutto davanti ad una platea così vasta di giocatori sempre più esigenti e che chiedono a gran voce qualche novità che possa rendere Football Manager, non più una semplice esperienza videoludica, bensì qualcosa di molto più vicino ad una reale simulazione manageriale. Non potendosi sedere sugli allori, Sports Interactive aveva già dagli scorsi mesi fatto trapelare che la nuova versione di Football Manager avrebbe portato con sé grandi novità apprezzabili dai fan e, finalmente giunti al momento della recensione, posso in scioltezza confermare che, utilizzando una metafora che prendo in prestito dall’enologia,l’annata 2016 di Football Manager è stata ottima, specie per noi giocatori del Bel Paese. Ma bando alle ciance e diamo un’occhiata più da vicino a quello che i Mourinho da mouse e tastiera si troveranno davanti in Football Manager 2016.
Diffidate del mister in giacca e cravatta
Parto subito con la prima vera novità di questo capitolo, vale a dire la creazione del proprio alter-ego da mandare in panchina. Come l’anno scorso, ritorna anche questa volta la gestione del proprio stile manageriale, con la possibili di distribuire dei punti fra i vari parametri, ma, cosa del tutto inedita, inFootball Manager 2016 è stato inoltre inserito un tool di editor grazie al quale noi giocatori potremo anche gestire le sembianze degli allenatori virtuali, andando così a lavorare sull’altezza, peso e viso. Naturalmente non si tratta di uno strumento nemmeno lontanamente paragonabile a quelli forniti nei vari RPG, ma fortunatamente non è nemmeno un esercizio fine a sé stesso, dato che in partita, oltre ai 22 giocatori sul campo, ora vengono visualizzati anche i due manager, i quali esulteranno per un gol segnato, così come si dispereranno per una rete subita. Segnalo però la mancanza dell’animazione di Sarri che si avvicina alle tribune per chiedere una Marlboro Rossa.
Inoltre, anche l’abbigliamento può essere modificato ed impostato in base alle proprie preferenza: siete amanti del look elegante e tanto in voga in questi ultimi anni? Una giacca ed una cravatta eleganti sono lì che vi aspettano. Preferite un look più sportivo alla Klopp? Una bella tuta in acetato e siete pronti per sedervi in panchina. Nostalgici dei vecchi allenatori, veraci e che se ne fregavano di apparire come dei damerini ad una serata di gala? Io sì e quindi ho scelto senza pesarci due oltre il vecchio giubbottone lungo, di tre taglie più larghe e da sfoggiare con orgoglio pure a Giugno, perché il vero “mister” veste solo Macron. Vecchi ricordi a parte, questa non si tratta di certo dell’introduzione da sempre sognata dai fan, ma in ogni caso è una piacevole sorpresa da aggiungere ai molti lati positivi di per sé già presenti in Football Manager 2016.
Le partite si vincono con gli schemi
Chiunque abbia giocato un minimo a calcio a livelli semi-decenti, sa bene quanto siano importanti i calci piazzati, si tratti di un calcio d’angolo oppure di una punizione al limite dell’area. Fase difensiva o fase offensiva non ha importanza: un vero allenatore si presenta in campo con un pizzino lungo due metri, scritto in una lingua pressoché indecifrabile e con semplici monosillabi come “Tu”, “Là” o “Qua” cerca di spiegare alla squadra le marcature oppure gli spazi da attaccare in area avversaria.
Negli studi di Sports Interactive erano a conoscenza di questa morbosa passione degli allenatori e finalmente inFootball Manager 2016 hanno provveduto ad un profondo rinnovamento delle tattiche dei calci piazzati: decidere chi batte la punizione, dove deve essere diretto il cross, chi deve marcare la punta avversaria o, ancora, chi disturba la barriera l’ho trovato ora molto più comodo ed intuitivo, dato che ho dovuto solo spostare le icone dei giocatori su una lavagna virtuale. Accanto a questa semplificazione, non ho trovato nessun nuovo schema o variante tattica, le istruzioni da dare ai giocatori sono rimaste immutate rispetto al passato e quindi non ci si può produrre in mirabolanti schemi come quelli di Zaire-Brasile mondiale ’74(In realtà la partita fa parte della storia del calcio). Questa tendenza a ridurre sempre di più la parte scritta per dare più importanza a grafiche e icone nella gestione delle tattiche emerge con ancora più forza in Football Manager 2016. Tutti i pannelli delle istruzioni, sia per la squadra sia per i singoli giocatori, sono stati ridisegnati da 0 e quello che prima veniva espresso solo con le parole, è ora accompagnato da grafiche nuove. Impostare una tattica più aggressiva, con difesa alta e pressing costante è ora più facile che mai e, come nel precedente capitolo, i colori rosso o verde segnalano due tattiche incompatibili piuttosto che perfettamente complementari. Come per i calci piazzati, anche nelle tattiche in generale non segnalo, con molto rammarico, particolari novità e non vi sono nuove e magari più approfondite indicazioni da poter dare ai giocatori. A mio avviso questo è certamente un peccato e forse rimpiango un po’ le oramai vecchie versioni di Football Manager, dove riempivo la pagina della tattica con frecce e dove modificavo ogni singolo movimento dei giocatore.
L’importanza dei numeri
Per seguire una moda dello sport moderno, Sports Interactive ha sottoscritto quest’anno una contratto di collaborazione con ProZone, una fra le più famose società al mondo specializzate in statistiche sportive. Il frutto di questa joint venture è un mondo nuovo fatto di numeri e pannelli del tutto nuovi, dove si accede ad analisi approfondite legate alla propria squadra, piuttosto che alle competizioni. Se seguite lo sport americano – da dove proviene questa nuova tendenza – saprete bene che non contano più semplicemente la media punti nel basket o la media di battute effettuate nel baseball, ma che ci sono numeri ben più significativi: in questo modo, in Football Manager 2016 si può sapere quale è il giocatore con la migliore media di gol al minuto, quello che segna con maggiore frequenza o il difensore che commette più errori decisivi: Zapata. Per lavorare al meglio sulla tattica della propria squadra sono stati inseriti dati sull’area del campo da dove vengono fatte più marcature, le zone da dove piovono i cross decisivi, quali sono i punti più critici in difesa: fidatevi, se siete fan dei numeri, l’unione di Sports Interactive+ProZone equivale per voi al matrimonio del secolo. Inoltre, se in fase di anteprima avevo temuto di essere investito da tavole e tavole zeppe di numeri a caratteri invisibili, mi trovo invece a fare i complimenti agli sviluppatori per avere creato schermate tanto utili, quanto semplici ed intuitive da leggere ed interpretare. Questa vagonata di nuove informazioni, oltre ad essere utili per gestire al meglio la formazione e l’approccio alle gare, torna anche molto comode nella fase degli allenamenti. Questi ultimi sono però la sezione che ha subito meno restyling e, come accadeva nel precedente capitolo, si possono solo gestire il carico di lavoro, il focus settimanale e quello per la partita. Medesimo discorso per l’allenamento individuale, privo di significativi miglioramenti. Dato che Football Manager è una passione che mi accompagna da più di una decade, ricordo con una certa nostalgia i vecchi sistemi di allenamento, dove ci veniva data carta bianca sulla creazione di sedute ad hoc per migliorare la fase offensiva, quella difensiva o, ancora, l’aspetto mentale. Apro quindi seduta stante una petizione per un ritorno al passato.
“La tecnica è il pane dei ricchi, la tattica è il pane dei poveri”
Tutte le mie carriere in Football Manager hanno da sempre due fasi cruciali: la scelta della squadra di partenza – tempo richiesto: un’ora – e la creazione delle formazioni – tempo richiesto: dalle due alle tre ore. Nella versione 2016 di Football Manager, ho apprezzato in questo ultimo aspetto almeno un paio di novità, così come devo segnalare un rinnovamento grafico che non mi ha convinti del tutto. Parto ovviamente con le cose buone: la lettura dellacondizione fisica e del ritmo partita, divenute più realistiche nella gestione e con un impatto più visibile durante la partita, ora viaggiano di pari passo e sono chiaramente indicate accanto ai giocatori. Inoltre, mandare in campo un centrocampista in perfetta salute ma disabituato alla gara, fa si che quest’ultimo si stanchi con maggiore fretta e che sia propenso a commettere errori più banali. Nel caso non abbiate voglia di perdere ore per decidere esattamente ogni singolo movimento della squadra e di selezionare l’undici titolare da schierare, in Football Manager 2016 sono stati aumentati i suggerimenti forniti dallo staff sullo stato di forma della squadra e su quali sono le scelte migliori nei vari ruoli. Anche se affidarsi ad un Tassotti o ad un Alessio qualsiasi non è sempre la scelta adatta, seguire i consigli del proprio vice può far risparmiare un po’ di tempo utile da dedicare al calciomercato, che quest’anno ho trovato più realistico in confronto con le precedenti versioni. L’aggiornamento che però mi ha meno convinto, anche per una questione di abitudine, è stato l’ingrandimento delle icone dei giocatori, divenute ora a mio avviso troppo ingombranti sul pannello della formazione: per questo motivo, i micro-spostamenti sono risultati scomodi da effettuare, soprattutto quando si utilizzano 4 giocatori sulla stessa linea di centrocampo o di difesa. Figuratevi nel mio devastante 3-5-2.
“Sono un allenatore di strada, un po’ prostituta, che si arrangia”
Se tanti sono gli elogi spendibili sulla serie di Football Manager, tutti gli appassionati conoscono però perfettamente quali sono i due punti deboli cronici della serie: le conferenze stampa e lasimulazione in 3D delle partite. Puntualmente, nei mesi precedenti all’uscita, sono arrivate le promesse di Miles Jacobs sui miglioramenti fatti nelle relazioni con i media e, puntualmente, mi sono ritrovato un Football Manager ancora molto carente sotto questo punto di vista. Le parole dette ai microfoni possono anche avere degli effetti sul morale della squadra, ma le domande così come le risposte sono quasi del tutto identiche a quelle del passato e quindi si sa già esattamente cosa rispondere e con quale tono farlo, senza badare minimamente alla domanda che il giornalista ci ha posto. Facendo il pignolo, ci sono poi anche altre “stranezze”, come un’intervista fatta da soli due interrogativi prima di un derby rovente o ancora un Igor Maiorov dell’ESPN.FC che mi intervista nel pre-gara di Fiorentina – Sassuolo.
Qualche miglioria l’ho invece ravvisata nella simulazione dei match e, oltre alla già citata presenza a bordo campo degli allenatori, le circa 2000 nuove animazioni hanno dato i loro frutti. Senza soffermarmi troppo sul mero aspetto tecnico, ho però notato come nuovamente i comportamenti dei giocatori sul rettangolo verde non sempre seguano delle logiche ben chiare: magari Zapata e Mexes non sono la migliore coppia di centrali nemmeno nella realtà, ma vederli osservare la punta avversaria mentre quest’ultima si avvicina verso la porta indisturbata ha ben poco di simulativo. Oltre a questo, è rimasta la tendenza dei portieri a compiere “papere” piuttosto evidenti con un certa frequenza, come farsi passare il pallone in mezzo alle gambe o avere la reattività pari a quella di una statua di gesso. La versione da me recensita non è comunque quella finale e, come è lecito aspettarsi, gli sviluppatori avranno modo di rimettere le mani sul codice per limare questi errori. Per ciò che riguarda le istruzioni da dare durante il match, si è scelto di seguire la strada intrapresa dallo scorso capitolo, mantenendo una forte attenzione alla microgestione delle indicazioni da dare ai singoli giocatori, oltre che alla consueta possibilità di cambiare in corsa tattiche, formazioni ed impostazioni di gioco.
Capitolo ulteriore, gli infortuni, che tornano più fastidiosi che mai anche in Football Manager 2016. Se l’anno scorso Football Manager era stata il primo simulatore di lazzeretti della storia dei videogiochi, fortunatamente nelle carriere da me fatte per scrivere questa recensione non sono mai stato colti da epidemie di inguini stirati o piedi fratturati, anche se permane forte la sensazione che gli infortuni si abbattano in modo quasi strategico durante le fasi chiave della stagione.
Le difficoltà maggiori quest’anno mi sono però piombate addosso da un’altra direzione. Lo spogliatoio di una squadra di calcio è un ambiente spietato, un posto fatto da prime donne, giovani che scalpitano e fazioni interne. Per rendere più reale questo aspetto, gli sviluppatori di Football Manager si sono forse fatti prendere un po’ troppo la mano, dato che praticamente dopo ogni partita, mi trovavo qualche panchinaro che mi chiedeva perché non lo avessi fatto giocare. E questo non succede solo per un Harvey Esajas, leggenda del Milan che non vedeva il campo nemmeno con il binocolo, ma anche per un giocatore a cui avevo dato un turno di riposo, in vista di un importante match di coppa.
Ogni maledetto martedì
I veri botti me li siamo tenuti per il finale di recensione. In fase di apertura avevo fatto cenno a delle novità che avrebbero fatto la gioia di noi italiani. In fin dei conti possiamo dirlo: noi amiamo il calcio, ma quello che abbiamo nel sangue è la voglia di polemizzare ogni santo lunedì, davanti alla nostra colazione a base di Campari col bianco, con amici o colleghi per la papera fatta dal portiere o per il rigore spedito in tribuna dal giocatore che avevamo messo in campo al fantacalcio. Finalmente le nostre frustrazioni le potremo sfogare anche in Football Manager 2016, la cui nuova modalità Fantasy Draft si preannuncia come un ottimo strumento per rovinare salde amicizie.
Questa introduzione permette ad un gruppo di utenti di creare dei veri e propri mini-campionati, attualmente con solo tre opzioni per numero di squadre e partite, e di stabilire un budget comune con il quale dare vita ad una vera e propria asta per aggiudicarsi i giocatori migliori da mandare sul terreno di gioco. Grazie al database praticamene sconfinato di Football Manager sono infinite le possibilità che il giocatore si trova davanti ed un vero appassionato del titolo troverà di certo molto gusto nell’andare a scegliere il diciottenne che milita nella serie B croata ma che in realtà è una giovane stella. Inoltre, a differenza del fantacalcio nostrano, in Fantasy Draft anche giocatori come Felipe Melo o Kondogbia possono diventare utili e non sono solo bersagli di insulti per le ammonizioni prese.
Ho trovato invece leggermente meno interessante la seconda modalità creata più o meno ex-novo da Sports Interactive. Quella che infatti è stata chiamata Crea una Squadra, altro non è che una delle opzioni già presente in passato nell’editor ma che ora è stata integrata direttamente nel gioco. In questo modo, senza passare dal tool esterno, si può, sulla base di una società esistente, cambiare il nome della squadra, la città, il logo o la divisa. Anche la rosa è ovviamente quasi del tutto editabile, ma saggiamente la squadra creata non sarà mai in grado di contare fra le sue fila, Cristiano Ronaldo, Messi, Cavani, Lewandowski e Giacomo Tedesco, perché in ogni caso è presente un budget massimo da rispettare. E perché l’ultimo non gioca più. Inoltre, grazie a Crea una Squadra, si realizza il vostro sogno che avete dall’infanzia di fare coppia d’attacco con l’airone Caracciolo, dato è permesso anche creare da zero un giocatore nuovo da inserire in rosa. Tanto lo so che siete degli egocentrici e che vi farete con tutte le caratteristiche sparate a 20 (Che senso ha crearsi Ciccio Brienza?) ma, cosa piuttosto strana, il valore del vostro cartellino sarà in ogni caso molto più basso rispetto alle vostre abilità tecnico e atletiche, che già vi hanno garantito il soprannome del nuovo Pibe della Barona (quartiere di Milano che tutti i residenti della zona conoscono).
Chiudiamo questa carrellata, citando ancheil ritorno delle sfide, dove si viene messi alla guida di una squadra sull’orlo della retrocessione oppure che si trova con le casse vuote o che ha uno spogliatoio profondamente spaccato. Anche dando qualche buono spunto e qualche motivazione per essere completate, queste ultime passano ancora in secondo piano rispetto alla classica e sacra modalità carriera.
Abbasso la saracinesca sulla mia analisi di Football Manager 2016, andando a parlare di Football Manager 2016 Touch, una versione light del titolo e pensata appositamente per le soluzioni mobile, bagno di casa compreso. Football Manager 2016 Touch sarà venduto come stand alone prima di questo Natale, ma non ha ancora una data precisa, mentre è già presente all’interno del gioco completo. L’idea di avere a disposizione sul proprio tablet un formato di Football Manager con grafiche più semplice e leggere è davvero un’ottima intuizione e, dopo averlo provato, pur essendo presenti degli ovvi “tagli” ai contenuti – quello che mi è piaciuto meno è quello legato alle caratteristiche dei giocatori – posso dire che non si tratta di un’esperienza di gioco troncata e tutti i compiti fondamentali del buon manager da salotto vanno ancora svolti con meticolosità. Inoltre, mi ha anche sorpreso che la simulazione delle partite avvenga con il motore 3D e non con i vecchi pallini. Che comunque hanno ancora il loro fascino vintage. Infine, forse la cosa fondamentale e che renderà Football Manager touch un esperienza più coinvolgente della droga in compagnia, è il cross-save: i nostri salvataggi di gioco messi sul cloiud ci seguiranno ovunque andremo metro, treno o cena con i parenti.
Se avete avuto la pazienza di arrivare fino in fondo a questa lunga recensione, avrete capito che, dopo qualche stagione con poche vere novità, Football Manager 2016, pur rimanendo nel solco della continuità, è stato capace in qualche modo di rinnovarsi tramite tanti aggiustamenti o creazioni inedite. Naturalmente permangono delle storiche magagne e, come sempre in questi giochi con cadenza annuale, difficilmente un detrattore della serie sarà convinto ad entrare nel mondo di Football Manager dalle novità della versione 2016.
Tsigalko – Cavenaghi- Supat Rungratsamee: il mio tridente dei sogni.
Tiro giù la maschera: finora vi ho mentito. Ho sempre spacciato gli strategici come il mio genere preferito, ma il primo amore videoludico è e sempre sarà Football Manager. Per essere precisi, tutto iniziò nel lontano 1998 con la mia prima copia allora di Championship Manager, ma la storia sfortunata di questa serie mi portò dopo pochi anni a dover virare verso il manageriale sviluppato da Sports Interactive e da allora non mi sono mai perso una stagione. Per me è quindi impossibile rimanere del tutto imparziale davanti ad uno dei miei titoli preferiti di sempre e su cui ho speso ore e ore di gioco fino a farmi sanguinare le pupille. D’altro canto, un esperienza quasi ventennale, mi permette di cogliere anche le più piccole e all’apparenza meno significative novità. Proprio per questo motivo mi sento di premiare in toto Football Manager 2016, non tanto per le novità più evidenti come il Fantasy Draft, bensì per l’aggiunta di una valanga di statistiche e per le nuove grafiche legate alle tattiche. Proprio su questo aspetto però lancio la sfida a Sports Interactive per la prossima stagione: lasciate stare le conferenze stampa che tanto saranno sempre un contorno e dateci piuttosto tattiche nuove, permetteteci di decidere anche di quanti centimetri deve spostarsi un giocatore e con quale piede deve stoppare i palloni che arrivano da destra del campo. Noi allenatori virtuali questo vogliamo!
Pro
- - Ancora una volta i consueti standard qualitativi e quantitativi
- - Le statistiche possono farvi perdere ore di vita
- - Il fantacalcio in versione 3.0
- - Nuove grafiche per calci piazzati e tattiche.
Contro
- - ... ma senza nuove disposizioni da dare
- - Conferenze stampa ancora piatte
- - Nell'editor di creazioni manca il cappello di lana da indossare tutto l'anno