Xeodrifter – Recensione
Xeodrifter
Il metroidvania firmato Renegade Kids arriva sulle console Sony!
Uno dei generi che hanno fatto la storia del mondo videoludico è sicuramente quello dei Metroidvania. Reso noto grazie soprattutto alle disavventure spaziali di Samus Aran e ai duelli vampireschi della famiglia Belmont, questo particolare impianto videoludico è sopravvissuto attraverso generazioni di console, grazie ad alcune caratteristiche particolarmente amate dalla platea dei videogiocatori.
Con l’intenzione di omaggiare una delle pietre miliari del genere e sfruttando tutta l’esperienza acquisita su Nintendo 3DS, il piccolo team di sviluppo texano che porta il nome di Renegade Kid è riuscito a far approdare il suo Xeodrifter su PlayStation Vita e PlayStation 4. Ma il risultato finale sarà apprezzabile anche sulle console Sony? Scopriamolo insieme!
Xeodrifter
- DATA D’USCITA: 01 SETTEMBRE 2015
- PRODUTTORE: RENEGADE KID
- SVILUPPATORE: RENEGADE KID
- GENERE: AZIONE
- MULTIPLAYER: NO
Asteroidi, maledetti asteroidi!
La storia che fa da sfondo alle avventure spaziali di Xeodrifter è molto semplice. Nel bel mezzo di un viaggio intergalattico la navicella del nostro alter-ego virtuale viene colpita in pieno da un asteroide. L’impatto non solo danneggia l’iperguida dell’astronave, ma la scaraventa anche lontano dalla sua meta originale, nel bel mezzo di un sistema solare sconosciuto. Game Over? Niente affatto! Lo scanner di bordo segnala la presenza di fonti di energia sui quattro pianeti che lo circondano. Per riparare la navicella e per tornare sulla retta via il povero astronauta decide di partire per l’esplorazione.
In una galassia lontana…
Una volta entrato in possesso dei comandi della nave abbiamo subito il compito di decidere da quale dei quattro corpi celesti cominciare l’avventura. La decisione del primo pianeta da esplorare non viene supportata in alcun modo dal titolo, e soprattutto nei primi minuti di gioco sono richiesti diversi tentativi prima di riuscire ad intraprendere il giusto percorso. Il nostro alter ego è munito di un semplice blasterprivo di power-up, e per avere ragione delle (poco amichevoli) creature che occupano gli ambienti di gioco è necessario mettere a segno diversi colpi. L’esperienza offerta da Xeodrifter sotto questo punto di vista può diventare frustrante per i neofiti del genere, soprattutto se si considera che all’handicap iniziale appena evidenziato si uniscono la scarsa resistenza dell’astronauta e l’assenza di checkpoint nelle aree intermedie della mappa. Se si perde la vita durante un combattimento quindi non solo bisogna riesplorare l’intero scenario, ma tutti i progressi fatti durante il percorso vanno irrimediabilmente perduti.
Tuttavia, se si riesce ad andare oltre queste piccole difficoltà iniziali, il lavoro dei ragazzi di Renegade Kid ingrana decisamente la marcia. Dopo aver esplorato tutte le sezioni del pianeta di turno ci troveremo faccia a faccia con un enorme mostro, ed avrà il via una boss fight, fortunatamente preceduta da un indispensabile checkpoint. Al termine dello scontro il nostro alter ego non solo guadagnerà parte dell’energia richiesta dalla sua astronave, ma otterrà anche un nuovo potere. Le nuove capacità ottenute, come in ogni metroidvania che si rispetti, andrà sfruttato per aggirare ostacoli ambientali, fra cui ad esempio specchi d’acqua o crateri ricolmi di lava. E’ qui che purtroppo Xeodrifter mostra le sue debolezze. Per quanto apprezzabile, il level design infattti non spicca per profondità, e spesso l’esplorazione si risolve nel tornare in aree già visitate solo per sfruttare il nuovo potere.
Chi è in cerca di sentieri nascosti non rimarrà deluso (i segreti non mancano), ma spesso senza aver compiuto il minimo sforzo ci si troverà faccia a faccia con i collezionabili del gioco. Quest’ultimi consistono in upgrade per la salute o per il nostro fucile spaziale. Mentre i primi incrementano il numero di danni che il nostro astronauta può subire, i secondi, proprio come in un RPG, possono essere spesi per modificare diverse caratteristiche dell’arma, come la cadenza di fuoco o la direzione dei proiettili. Il sistema di potenziamento influenza in maniera sensibile ogni combattimento, ed offre diverse soluzioni agli esploratori, dato che in ogni momento è possibile spostare gli upgrade ed ottenere nuove configurazioni. Purtroppo la stessa varietà non è riscontrabile nel numero e nella tipologia di alieni affrontabili. I nemici, sebbene siano in gran numero, non spiccano per varietà, e le sopra citate Boss Fight rendono sì l’avventura più entusiasmante ma alla lunga diventano ripetitive. I colossali alieni detentori di energia e nuovi poteri infatti sono identici, e l’unico elemento che permette di distinguerli è il colore della skin che indossano.
… fra Alieni e mostri in 8-bit
Se in termini di gameplay Xeodrifter offre spunti apprezzabili, ma non del tutto convincenti, dal punto di vista tecnico il lavoro di Renegade Kids risulta davvero gradevole. Gli scenari di gioco spiccano per il gradevole design 8-bit e il comparto sonoro, con una OST che farà la gioia dei fan del genere, accompagna al meglio il videogiocatore nel corso della intensa ma breve avventura. Una delle note più amare della produzione infatti è la sua longevità. Per raggiungere i titoli di coda bastano circa 3 ore, poco più se si è in cerca di tutti i Trofei del gioco.
In conclusione, Xeodrifter è un ottimo metroidvania, adatto sia agli esperti del genere che ai neofiti. Se si considera il prezzo di lancio (9,99 euro) e il fatto che al momento il titolo è disponibile gratuitamente attraverso il servizio Plus di Sony, non ci sono davvero scuse per intraprendere un bel viaggio nello spazio profondo.
Da amante del genere ho apprezzato molto Xeodrifter. Il titolo di Renegade Kid mi ha regalato diverse ore di divertimento, e non posso che consigliarlo a chi come me ha passato molte ore in compagnia di Samus Aran… ah, nostalgia canaglia!