Dominions 4: Thrones of Ascension – Recensione
Forse non tutti conosceranno la serie Dominions, figlia delle menti della casa di sviluppo Illwinter Game Design, ma partendo nel 2002 col primo capitolo intitolato Priest, Prophet & Pretenders si è arrivati oggi già al quarto episodio, che questa volta prende il nome di “Thrones of Ascension” e che cercherà ancora una volta di ritagliarsi la sua fetta di affezionati del genere degli strategici a turni. Ma riesce questo gioco Indie a proporre un gameplay innovativo, vario e soprattutto aperto alla massa del pubblico? Oppure finirà per esser solo un titolo per pochi eletti, armati di pazienza a livelli di maestri zen, capaci di apprendere fino in fondo tutte le meccaniche del gioco e le statistiche su cui si basa?
God mode?
L’incipit con cui la casa sviluppatrice annuncia la propria creazione non è di certe delle più modeste o di quelle che passano in secondo piano: “You are a God!”. In Dominions 4: Thrones of Ascension dovrete infatti vestire i panni di una divinità fra le tante messe a disposizione, con l’unico scopo di far espandere militarmente, economicamente e tecnologicamente il proprio popolo, eliminando dalla mappa tutte le fazioni rivali. Ma forse in questo caso sarebbe meglio usare il condizionale… in Dominions 4 DOVRESTE impersonare una potente divinità, ma tutta la potenza di cui una tale creatura dovrebbe esser dotata non viene in alcun modo implementata dagli sviluppatori, e spesso la divinità-generale militare è la prima a perire in battaglia e puff… sparisce subito tutta la trama, se così la vogliamo chiamare, su cui è basato il gioco. Non resta a questo punto che guidare la propria nazione con le semplici unità, umane e non, che il titolo mette a disposizione, cercando di espandere il proprio dominio sulla mappa, composta da varie regioni, sistema che richiama da vicino titoli strategici a turni ben più blasonati come i Total War, i Civilization o i quelli sviluppati dalla Paradox.
…Ed il primo giorno Dio creò….
Ad esser sinceri Dominions 4 ci da sì la possibilità di esser una divinità col mouse, affidandoci forse quello che è il dono principale di ogni buon ente supremo che si rispetti, cioè la capacità di creare ex-nihilo. Ma non lasciatevi ingannare, non è affatto ciò che ci si aspetta, dato che ci stiamo riferendo al fatto che il gioco in questione non presenta nessuna modalità campagna, e una volta avviato il giocovi dovrete creare da soli la propria partita, partendo da 0 e definendo ogni minimo parametro della partita che andrete ad iniziare. Se è del tutto normale poter scegliere e caratterizzare profondamente la propria divinità, con le sue statistiche e specialità, e il proprio popolo, risulta un pò straniante dover anche scegliere la mappa su cui si svolgerà la partita, quanti nemici dover affrontare, la loro aggressività e le loro attitudini.
Oltre a tutto ciò si portà anche decidere in quale “epoca storica” ambientare la propria sfida. Saranno a disposizione tre fasi di civilizzazione denominate Earli-age, Middle-age e Late-age. La prima sarà distinta da una scarsità di risorse come l’acciaio e il ferro ma da una forte presenza di quelle magiche, dove a farla da padrone sarà ancora l’antica magia, mentre andando avanti col corso della storia il peso della biliancia si ribalterà e avremo un’importanza crescente per le risorse prima citate, con la magia, più organizzata ma meno potente e rilegata in secondo piano. Va reso però il merito a Dominions 4 per il numero di popolazioni e divinità tra cui è possibile scegliere all’inteno nel mondo fantasy del gioco e il fatto che il titolo sia altamente moddabile con la possibilità di creare veramente tutto con le proprie mani.
L’arte della guerra
Una volta dopo aver svolto tutte le pratiche burocratiche necessarie per iniziare la partita,Dominions mostra il lato migliore di sè, vale a dire un gameplay profondo e appagante. Ma partiamo dall’inizio…ecco appunto l’inizio non è dei più facili. Chiunque mastichi un minimo gli strategici, soprattutto quelli a turni, sa benissimo quanto sia ben gradito un rapido tutorial utile per apprendere almeno le basi del gioco, ma purtroppo Dominions 4 fa la bizzarra scelta di non mettere il tutorial fra le voci principali del menù ma lo si trova solo cliccando su “Game Tools”, scelta piuttosto bizzarra.
Inoltre vi è un manuale interamente in inglese rintracciabile solamente sul sito ufficiale di Illwinter. Ma se non ci si arrende alle prime avversità e si ha la pazienza di venir rapidamente spazzati via alle prime due partite senza gettar il mouse contro lo schermo, il gioco inizia regalare le prime soddisfazioni. Infatti il gameplay non si distacca troppo dal classico sistema degli strategici a turno, ma non per questo risulta ripetitivo o privo di stimoli. Ovviamente per far evolvere la propria civilità ci si dovrà occupare della raccolta delle risorse, legata semplicemente al numero di territori posseduti, alla costruzione di edifici principali come forti e castelli e infrastrutture come le strade. Inoltre si dovrà badare attenzione alla raccoltà delle risorse magiche, delle gemme e allo sviluppo delle magie stesse.
Maestri e mostri d’arte
La parte centrale, e sicuramente più interessante di questo titolo, è la creazione del proprio esercito, composto da guerrieri umani, ma anche da maghi e mostri pescati a piene mani dalle varie mitologie europee ma anche nati dalla mente degli sviluppatori. A capo di ogni esercito va messo ovviamente un generale, che va scelto con molta cura in base alle sue caratteristiche a cui poi andranno affidate le varie truppe, suddivise in squadre. Dominions 4 mostra la suacura nella definizione con cui sono state create le singole unità, davvero numerose e ognuna caratterizzata da punti d’attacco, difesa, armi in mischia e armi da lancio. In tal modo scordatevi pure di creare eserciti enormi ma composti da truppe scelte in modo casuale e senza badare a formare forze d’armi ben variegate, in cui sono presenti sia fanti, sia arcieri, cavalieri e maghi.
Molta attenzione è stata messa anche nelle istruzioni e tattiche di battaglia. Sia al generale, sia alle squadre dell’esercito possono esser impartite gli ordini e quali comportamenti tenere sul campo di battaglia. In tal modo potremo dire ai nostri arcieri di concentrare il proprio fuoco sui fanti nemici, trasformandoli in simpatici puntaspilli oppure di far caricare le truppe da lancio nemiche dalla nostra cavalleria. Inoltre, cosa purtoppo non molto intuitiva su schermo, è anche possibile decidere come le nostre truppe possono schierarsi sul terreno, suddividendo ad esempio l’esercito su tre linee, composte rispettivamente da fanti, cavalieri ed arcieri sul fondo.
Dopo aver creato ed istruirto le nostre armate non resta che scagliarle contro il nemico, nel tentativo di strappargli dei territori, operazione non sempre facilissima dato che gli eserciti nemici sono sempre piuttosto folti e ben organizzati. Putroppo durante la battaglia, che avviene tra un turno e l’altro, non è possibile cambiare le proprie strategie o impartire istruzione alle proprie truppe, ma si può solamente esser spettatori interessati, con la speranza di non aver fatto male i calcoli e di venire in tal modo spazzati via. Dominions infine mostra un’ulteriore, grave pecca. Chiunque sia un minimo pratico di titoli strategici sa bene che, dove non si arriva con le sole proprie forze, spesso ce la si fa con l’astuzia, attraverso la fine diplomazia, creando alleanze, aprendo vie commerciale e reti di spionaggio. Purtroppo in Dominions non vi è la benchè minima traccia di qualunque sistema diplomatico, e quindi l’unica via verso la vittoria è creare eserciti sempre più numerosi e preparati per poter spazzar via tutti i rivali dalla mappa.
Grafica e sonoro early-age
Su questo punto c’è proprio poco da dire. Dominions 4 non brilla certo per la sua graficache risulta piuttosto antiquata e poco curata, ma non è certo questo il punto di forza su cui puntano i ragazzi di Illwinter. Dal menù iniziale è possibile scegliere il settaggio grafico e anche a quanti Frames Per Second far girare il titolo, scelta piuttosto bizzarra visto che qualsiasi scheda grafica permetto di giocare tranquillamente a 60 FPS, opzione massima selezionabile.
Durante la partita, sulla mappa non sono presenti molti elementi, tra l’altro con una definizione molto bassa e vi è una totale assenza di animazioni o di dettagli, come potrebbero esser delle nuvole o degli alberi. Anche durante le battaglie, la grafica viene lasciata del tutto in secondo piano e gli ambienti sono scarni, poco vari e le truppe sono animate come degli omini della Lego visti sulle diapositive di Power Point. Anche il sonoro non migliora di certo la situazione e le uniche musiche che andranno in loop di continuo, oltre ai suoni molto old-school stile giochi a 16-bit che passeranno durante le battaglie, sono un paio di canzoni a rievocazione mediovale come la famosa “Santa Maria estrella do dia”.
Pro
- -Gameplay molto profondo
- -Grande varietà di popoli e divinità
- -Altamente moddabile
Contro
- -Rapporto qualità\prezzo non accettabile
- -Tecnicamente molto grezzo
- -Assenza totale di una modalità campagna