Naval Action – Provato
Prima del suo arrivo su Steam con accesso anticipato, vi sarete magari imbattuti navigando per il web o sfogliando le pagine dello store digitale di Valve in qualche immagine o breve filmato di Naval Action e avrete pensato che si trattasse solo di un clone di World of Warship ambientato nel XVIII secolo. Con un po’ di superficialità, anche noi abbiamo avuto questa prima impressione ma, dopo aver provato un codice Early Access fornitoci dal team di sviluppo di Game-Labs, la nostra idea di partenza si è totalmente capovolta, Naval Action si è rivelato un gioco del tutto differente da quelli già in circolazione e, nonostante non vi sia ancora una data di uscita fissata, abbiamo apprezzato fino in fondo l’impianto di base messo in piedi dalla software house. Naturalmente, se come il sottoscritto siete amanti di storia e dei videogame basati su una più o meno accurata ricostruzione degli scenari del passato, troverete ancora più soddisfazioni nell’ingaggiare dure lotte con le imbarcazioni delle fazioni nemiche.
Totale libertà di azione
Il gioco creato da Game-Labs è composto da due fasi ben distinte, la componente MMO open world e labattaglie sandbox. Andiamo con ordine ed analizziamo la prima delle due. Avviato Naval Action, a parte il fatto di trovarsi dentro ad un gioco di guerra fra navi del XVIII secolo, ben poco è davvero chiaro all’utente, specie se quest’ultimo non ha molte esperienze in fatto di MMO. Forse le cose miglioreranno con il proseguo dello sviluppo ma, in questo preciso momento, Naval Action è davvero un gioco ermetico e non fa davvero nulla per condurre il giocatore attraverso una progressione lineare e guidata, dando indicazioni su cosa fare e verso dove dirigersi. Ecco, il dove dirigersi. Trattandosi di un gioco a mondo aperto, ci si poteva aspettare una mappa con riferimenti, segnalazioni di punti di interesse o, per lo meno, l’icona della propria nave ed invece no, non c’è nulla di tutto ciò, e per navigare fra le acque caraibiche bisogna solo far affidamento su una bussola e sulle proprie doti di orientamento. Aggiungete poi il fatto che salpare da Port Royal ed approdare in qualche porto del Brasile del nord richiede almeno qualche ora di navigazione, vento permettendo. Il primo impatto non è certo dei più semplici, prendere confidenza con il mondo di gioco richiede una buona dose di pazienza e la situazione non migliora di certo quando si approda in un proprio porto e da dove è possibile gestire la propria nave ed la cittadina stessa. All’interno del “menù” è possibile acquistare upgrade, nuovi cannoni per la propria nave ed altre imbarcazioni di rango superiore. Sempre dentro questa sorta di hub si possono visualizzare le missioni – eventi temporanei suddivisi in battaglie di varie dimensioni dove ottenere punti esperienze e denaro – craftare nuovi oggetti, arruolare delle flotte di supporto, controllare l’avanzamento della propria fazione ed equipaggiare le imbarcazioni possedute con quello che si è comprato nel mercato. Vista così, la situazione non pare essere molto complicata ma a causa di una GUI davvero poco comprensibile, si finisce spesso con il compiere molteplici errori: in svariati casi abbiamo ad esempio speso i nostri preziosi denari in potenziamenti che la nostra nave non poteva supportare a causa dell’errato rango oppure abbiamo letteralmente dimenticato presso il porto – con la conseguente perdita – alcuni oggetti precedentemente recuperati. Naturalmente il tutto senza essere avvertiti tramite alert o segnali di pericolo. Insomma, la vita di un equipaggio del XVIII secolo non doveva di certo essere facile e Game-Labs pare volercelo ricordare in ogni minuti passato in Naval Action. A parte il lavoro che dovrà essere necessariamente svolto sull’interfaccia, non tutti i contenuti attualmente disponibili in Naval Action sono stati sviluppati al 100%, come ad esempio i raid contro i porti nemici ed il sistema di trading, ancora in fase di bozza.
Ricollegandoci al hub, il sistema economico di Naval Action merita un approfondimento a parte. Sempre più di frequente, in questi genere di giochi l’utente aspetta la presenza di due valute, una accumulabile battaglia dopo battaglia ed una acquistabile in game, come è tipico per un free-to-play. Nonostante l’apparente somiglianza con un Wolrd of Warship, il team di sviluppo ha preferito optare per un’altra via, Naval Action non è affatto un free-to-play – costa poco meno di quaranta euro su Steam – e, in nome della meritocrazia, non propone affatto acquisti e potenziamenti rapidi grazie a delle spese con moneta vera e propria. Per questo motivo, l’unico modo per avanzare di livello ed ottenere imbarcazioni ed equipaggiamenti sempre migliori è il macinare scontri su scontri e partecipare alle missioni, anche perché l’accumulo di punti esperienza avviene in modo piuttosto lento. L’incremento delle monete presenti nelle proprie casse avviene in ogni caso con maggiore rapidità e si possono inoltre stipulare veri e propri contratti per vendere ed acquistare i molti oggetti presenti in Naval Action. Come accade in ogni MMO, aspettatevi comunque lunghe fasi di grinding prima di entrare davvero nel vivo dell’azione e quindi di godervi pienamente tutto quello che il gioco sviluppato da Game-Labs ha da offrire.
Cazza la randa!
Dopo la componente MMO open world, passiamo ad analizzare le battaglie vere e proprie. Nonostante sulla mappa non siano presenti indicazioni di alcun genere, gli scontri sono facilmente individuabili anche semplicemente navigando per i quattro mari e sono evidenziati tramite due spade incrociate: cliccando su di esse si apre un pannello con il riassunto delle navi coinvolte nella sfida e, una volta avvicinatisi alla zona, si può decidere se entrare o meno nel duello. Ovviamente è anche possibile ingaggiare per primi una battaglia senza inserirsi in una già in corso e per farlo basta interagire con le molte altre imbarcazioni che condividono con noi le acque. Fate però molta attenzione: dichiarare guerra a destra e a manca non è quasi mai una buona scelta, soprattutto se si stanno solcando acque nemiche e le possibilità di essere attaccati da intere flotte si alzano a dismisura. Se vi sentite dei giovani pirati, potete anche tranquillamente attaccare le imbarcazioni della vostra stessa fazione nel tentativo di recuperare qualche succulento loot, ma sappiate che da lì in avanti verrete visti più o meno come un tifoso del Brescia nella curva dell’Atalanta: avrete una bella X segnata su di voi e tutti tenteranno di farvi fuori. Qualsiasi sia il vostro approccio, una volta intrapresa una battaglia, dopo un breve caricamento, verrete catapultati all’interno di arene chiuse dove potrete far tuonare i vostri cannoni contro le navi nemiche presenti nello scenario e, quasi superfluo a dirsi, gli scontri più avvincenti li abbiamo vissuti quando, partecipando ad un raid vero e proprio, abbiamo affrontato ben oltre 10 navi al fianco di altrettanti utenti della nostra fazione.
Parlando del combat system di Naval Action, esso è tanto semplice da descrivere quanto complicato da maneggiare: tramite la pressione dei tasti W e S si alzano e si ammainano le vele, mentre con i tasti A e D si vira verso sinistra e verso destra. Per mirare con i cannoni basta poi premere il tasto destro del mouse e far fuoco singolarmente con la barra spaziatrice oppure eseguire un intera scarica utilizzando il tasto sinistro del mouse. Ecco, se pensate ora che grazie a queste quattro informazioni possiate gettarvi in modo vincente nella mischia, siete pesantemente nell’errore. Manovrare dei bestioni da svariate tonnellate non è cosa semplice, bisogna sempre calcolare da che parte tira il vento, porre molta attenzione nelle lente manovre per non scontrarsi contro una imbarcazione alleata, badare ai tempi di ricarica dei propri cannoni, calcolare con precisione l’altezza del fuoco, decidere se utilizzare delle semplice palle di ferro oppure delle catene per strappare le vele nemiche… Il tutto mentre le onde mandano su e giù la vostra barca e sta per montare la tempesta.
Infine, è richiesto anche un approccio tattico per affrontare al meglio le sfide, poiché bersagliare senza una strategia le navi avversarie non si rivela mai una buona idea: ogni imbarcazione è infatti contraddistinta da più sezioni, quelle laterali più la poppa e la prua, ognuna delle quali è dotata di una propria barra vitale. Per avere la meglio durante un duello non è dunque necessario fare a pezzi ogni componente della nave e durante le nostre sfide, la maggior parte delle vittorie – e delle sconfitte – sono arrivate quando si sono aperte falle irreparabili alla coda della nave e quest’ultima, impossibilitata a muoversi, è finita a picco nel giro di pochi minuti. Nei limiti del possibile, i ragazzi di Game-Labs hanno dunque ricostruito nel modo più fedele gli epici scontri tra i vascelli del passato e Naval Action si è rivelato un titolo tutt’altro che arcade, con moltissime cose a cui badare mentre si tenta di schivare il cannoneggiare nemico. Sappiate infine che i duelli più serrati possono anche durare oltre l’ora abbondante e quindi non prendete altri impegni se volete destreggiarvi con la vostra fregata ed affrontare le corvette nemiche.
Un’alpha già ben definita
Attualmente, Naval Action si trova ancora in Early Access e il codice altro non è che una alpha ma, nonostante ci sia ancora molta strada fare prima di arrivare ad una versione 1.0, il gioco presenta una componente grafica e audio di tutto rispetto. Se dal lato dell’open world ci sono ancora molte cose su cui lavorare e non mancano svariati glitch, quando si viene coinvolti nelle battaglie, la situazione cambia del tutto, specie nei teatri di guerra dove sono coinvolti numerosi vascelli, fregate e cutter. Da ogni parte si sente il frastuono dei cannoni, l’aria si infittisce e sale la coltre di fumo causata dagli spari, mentre i colpi a vuoto alzano alti gli schizzi del mare e quelli andati a segno fanno letteralmente andare in frantumi le vele e i legni delle barche. A dispetto del ritmo molto lento, gli scontri riescono comunque a toccare alti livelli di epicità grazie alla realizzazione tecnica e, tolte alcune animazioni mancanti, è davvero uno spettacolo vedere muoversi lungo il ponte l’equipaggio e assistere alle vele che vengono gonfiate dal vento, così come è davvero notevole l’accuratezza riposta da Game-Labs nella minuziosa riproduzione delle imbarcazioni in ogni loro particolare. A ricordarci che si trattava di un codice ancora under construction, ci hanno pensato le prestazioni ballerine: sulla nostra configurazione, dotata di una Nvidia GTX 970 4Gb e di un Intel i-7 4770k, i frame si aggiravano sempre attorno ai 60 con tutte le impostazioni settate al massimo, ma attivando il filtro anti-aliasing FXAA venivano persi quasi una 15-20 di fps, specie durante le sessioni di navigazione nel mare aperto. Trattandosi di un gioco dalla velocità blanda, avere 200 frame al secondo non è certamente indispensabile, ma è innegabile che manchi ancora un’ottimizzazione degna di questo nome.
Tirando le somme, Naval Action è già ora un prodotto del tutto atipico nel panorama videoludico ed a distanza di pochi giorni dalla sua uscita i quattro server ora attivi sono già ben popolati, sottolineando l’ottimo lavoro svolto dal team di sviluppo, al quale va però rinnovato l’invito a non sedersi sugli allori ma di continuare a ridefinire ed ampliare il mondo di Naval Action.