Eisenhorn: XENOS – Anteprima
Trasporre in videogame un libro non dev’essere facile. Prima di tutto perché un romanzo non è una sceneggiatura e per questo blocca di molto le possibilità autonome da parte dello sviluppatore. In secondo luogo se il libro è bello ed avvincente il gioco avrà tutte le carte in regola per esserlo altrettanto, se invece il libro è brutto beh… ci siamo capiti.
Introducing Eisenhorn
Gli appassionati di Warhammer 40K che hanno giocato ad una lunghissima serie – più o meno fortunata – di videogiochi targata Games Workshops sanno di essere un pubblico di nicchia ed essere una schiera non molto nutrita e molto labile in termini di numeri. Se a questo aggiungiamo che di questa nicchia ancor meno avranno letto i libri di Dan Abnett sulle avventure dell’Inquisitore Eisenhorn allora la frittata è fatta. Ecco che il pubblico interessato a cui ci si rivolge sfiora le centinaia e probabilmente nulla di più. Spalmare il gioco su quasi tutte le piattaforme conosciute (prima fra tutte quella mobile) è certamente una strategia in grado di pagare ma poi gli sviluppatori dovranno tener conto di questo aspetto quando andranno a tirare le somme. Sì, perché alla fine un gioco per avere successo deve vendere o comunque essere giocato da una gran bella fetta di giocatori e, purtroppo, da quanto abbiamo sperimentato mettendo le mani in anteprima su Eisenhorn: XENOS, siamo un po’ lontanucci dall’obbiettivo.
Chi è Dan Abnett?
Forse, per comprendere meglio di cosa stiamo parlando, è necessario introdurre lo sceneggiatore/scrittore che sta dietro all’intero impianto di Eisenhorn: XENOS. Dan Abnettnon è un neofita del genere e non è nemmeno uno di quegli scrittori che vengono pagati appositamente (e profumatamente) per costruire romanzi le cui azioni si dipanino all’interno dei mondi videoludici (vedi i vari libri di Assassin’s Creed e compagnia cantante). Dan Abnett è lo sceneggiatore di Guardiani della Galassia ed è anche il costruttore di quel mezzo capolavoro chiamato Alien Isolation. Proprio per questo possiamo esigere di più da un titolo come Eisenhorn: XENOS. Il gioco è di per sé noioso all’inverosimile perciò non osiamo immaginare il romanzo e, ahimè, i problemi non finiscono qui.
L’indistinzione, il nulla
Eisenhorn: XENOS parte dalla fine. Un Eisenhorn vecchio e senza capelli ci introduce nel suo mondo, fatto di viaggi intergalattici alla ricerca dei peggiori eretici che minacciano la stabilità dell’Impero, raccontandoci tutte le sue avventure. Fin da subito la storia non cattura, c’è sempre qualcosa che sembra sfuggire, una caratterizzazione approssimativa del protagonista, una descrizione praticamente assente del mondo e dell’universo di Warhammer (chi conosce poco o nulla di Warhammer è condannato a non capire nulla). In mezzo a tutta questa indistinzione notiamo due cose terribili: il buio totale (alzare i gamma vi farà rimpiangere di avere gli occhi) e una telecamera snervante che riprende sempre mezza schiena o mezzo busto del nostro eroe coprendo tutto un lato della visuale. In mezzo al buio che impera, la nostra unica luce sarà quella degli indicatori di azione che incontreremo brancolando nella più totale oscurità. Come se non bastasse, il comparto grafico è da migliorare. A parer mio così com’è adesso è invendibile su qualsiasi altra piattaforma eccetto il mobile, perché su piccoli schermi potrebbe rendere molto meglio. Se parliamo di trama allora andiamo anche peggio. Non sappiamo cosa fare, ci troviamo catapultati all’inseguimento di un pazzo eretico chiamato Eyclone senza sapere cosa costui abbia fatto di male. La nostra compagna d’avventure (ma chi la conosce?) Vibben morirà dopo cinque minuti e su di lei non sapremo nulla. Le continue lacrime del protagonista per lei non ci tangeranno affatto perché non l’abbiamo mai conosciuta e questo fa calare il pathos di molto. Come ciliegina sulla torta, non si può non parlare del sistema di combattimento. I nemici si muovono a segmenti coprendo piccoli spazi per poi fermanrsi senza motivo; noi invece, una volta trovata la pistola e magari dopo averla potenziata, saremo addirittura inattaccabili e non troveremo una sola sfida all’altezza del nostro armamento. Infine una nota sul doppiaggio: nessuna voce sembra credibile ma soprattutto nessuna voce si cala nel contesto degli eventi. Anche in mezzo alla disperazione o alla malinconia la voce del protagonista e dei suoi compagni resta asettica, come se nulla stia succedendo. Da brividi.
Per concludere
Quanto hype abbiamo? Meno di zero. Eisenhorn: XENOS, spiace dirlo, è malfatto, mal funzionante e deluderebbe moltissimo gli appassionati lettori di Abnett e gli accaniti diWarhammer 40K. In un contesto del genere la differenza la farà il marketing e le strategie di vendita ma senza un grande aggiornamento Eisenhorn: XENOS resterà un titolo di cui si può fare davvero a meno.