I am Setsuna – Recensione
Setsuna è una giovane ragazza dall’incredibile volontà e forza d’animo. Il suo nome deriva dal giapponese setsunai (切ない per i nostri lettori nippofili), aggettivo pregno di significato per i nostri amici del Sol Levante. Dolore, senso di oppressione, tormento, pena sono solo alcuni dei significati più letterali del termine, involucro dalla carica emotiva spiazzante. Un’isola ricoperta da neve perenne, un pellegrinaggio da portare a termine, la costante incertezza del fallimento dietro ogni angolo, una nostalgia onnipresente. I am Setsuna è tutto questo e molto di più.
Circa un anno fa durante l’E3 2015 Square Enix annunciava la nascita di un nuovo studio di sviluppo, Tokyo RPG Factory. Nulla a che vedere col colosso di cui è succursale, non un team di centinaia di addetti al lavoro con obbiettivi di mercato AAA, ma un gruppo di dieci artigiani del videogioco super specializzati con un traguardo ben preciso stampato nella mente. Compito dei nostri sarà quello di confezionare rpg ad arte ispirandosi ai grandi capolavori del passato col supporto della tecnologia delle console moderne. Ed è con lo stesso spirito delle grandi menti dietro ai jrpg del passato che i ragazzi di Tokyo RPG Factory, supportati da una ventina di freelance e collaboratori esterni, hanno voluto ricreare l’ambiente e il clima di lavoro che ha reso possibile la nascita e sviluppo dell’età d’oro del genere. Dopo l’uscita accolta calorosamente a inizio anno in Giappone su PC, PlayStation 4 e PlayStation VITA giunge così in occidente (privo tuttavia della versione PlayStation VITA) I am Setsuna, primogenita fatica del neonato studio di sviluppo giapponese.
I am Setsuna
Su di un’isola battuta da nevicate incessanti vive Setsuna, giovane ragazza altruista e dall’enorme spirito di sacrificio. Tradizione dell’isola è quella di inviare ogni dieci anni ai confini del mondo una fanciulla in grado di compiere un preciso rituale: per placare le orde di mostri che si abbattono senza tregua in ogni angolo dell’isola, la prescelta dovrà rinunciare alla propria vita nelle Last Lands (qualcuno ha detto Yuna?). Nonostante non siano ancora trascorsi dieci anni dall’ultimo sacrificio, la ferocia dei più recenti attacchi spinge Setsuna a intraprendere il pellegrinaggio sacrificale. All’inizio del gioco facciamo la conoscenza di Endir, mercenario della famigerata tribù mascherata a cui viene commissionato l’assassinio di Setsuna: ben presto l’incontro con la ragazza muterà l’animo del guerriero, che per primo deciderà di accompagnare Setsuna ed Aeterna, maga e assassina autoproclamatasi guardiana della ragazza, nell’incerto cammino.
Di villaggio in villaggio il gruppo si allargherà, includendo tutti e sei i personaggi giocabili di I am Setsuna. A Setsuna, Aeterna ed Ednir si aggiungeranno Nidr, veterano di innumerevoli battaglie e vecchio guardiano di un precedente sacrificio conclusosi precocemente (qualcuno ha detto Auron?), il giovane Kir, appartenente a una eccezionale stirpe di maghi in via di estinzione e Julienne, indomabile cavaliere in lotta per la riconquista del proprio regno. Ma il cammino non sarà semplice: ad aggiungersi al terreno impervio dell’isola sulle tracce del gruppo incombe un misterioso nemico che vuole il sacrificio morto a tutti i costi. Che il viaggio abbia inizio.
Operazione Nostalgia
Coerentemente con quello che è l’obiettivo primario dei ragazzi di Tokyo RPG Factory, I am Setsuna sprizza rpg da ogni dove. Basteranno un paio di ore di gioco e, se siete appassionati del genere, non saprete più contare i lapsus freudiani che vi colpiranno come fulmini a ciel sereno: la trama tocca tutti i cliché del genere, che nonostante quel sapore di “già vissuto” per chiunque abbia giocato ai Final Fantasy dal IV al X, sono investiti di tutta la potenza narrativa tipica del genere. All’operazione nostalgia non sfuggono sistema di combattimento e gameplay: ATB, magie e abilità (riferita nel gioco quali “Tech”) vi richiameranno alla memoria le decine di ore (quando non centinaia) che avete speso sui Final Fantasy, Chrono Trigger e i più recenti Bravely Default e Bravely Second: End Layer.
Cardine del sistema di combattimento è il ritorno in grande stile dell’Active Time Battle (ATB): tutti ricordano la barra che si riempie in tempo reale al completamento della quale è possibile selezionare un comando specifico per il personaggio che stiamo controllando. Dei sei personaggi giocabili in I am Setsuna, tre alla volta potranno prendere parte alla battaglia: spesso la trama porterà all’esclusione a priori di alcuni personaggi, costringendoci a rivedere le nostre tattiche e ad adeguare il nostro party alle risorse disponibili. A donare ulteriore profondità e divertimento a un sistema di combattimento altrimenti troppo statico, I am Setsuna introduce il concetto di Momentum. Una volta riempita la barra ATB potremo scegliere di non compiere nessuna azione, attivando così il riempimento di quella dedicata al Momentum: premendo il tasto quadrato con un buon tempismo dopo aver immesso un comando, l’opzione Momentum attribuirà numerosi effetti aggiuntivi al nostro attacco, dal danno fisico e magico al ripristino di hp, passando per boost al danno critico fino alle combo migliorate. Allo stesso modo ogni azione eseguita contribuirà all’ottenimento degli SP necessari ad attivare il Momentum, anche se l’attesa risulta nella maggio parte dei casi la soluzione preferibile. Sconfiggendo i nemici con un colpo critico, con l’esatto ammontare di danno, con un momentum o con un debuff attivo, otterremo materiali migliori e oggetti che andranno ad aggiungersi alla classica exp indispensabile per l’aumento di livello dei nostri eroi.
Qualora siate veterani del genere e vogliate aggiungere un tocco di dinamicità al combattimento, tra le opzioni di gioco figura la possibilità di rendere il combattimento più fluido rimuovendo il blocco del tempo in battaglia durante la selezione di una oggetto o abilità. Dimenticatevi invece tonnellate di equip a caratterizzare il loot dell’avventura: i personaggi potranno equipaggiare una sola arma e un talismano, elemento focale e contenitore di Spritnite, pietre simili alle materie di Final Fantasy VII che contengono i Tech, tecniche e abilità magiche con ci è possibile personalizzare lo stile di combattimento dei propri personaggi. I Tech contenuti negli Spritnite, rintracciabili negli scrigni dislocati lungo l’avventura o acquistabili dopo aver raccolto e venduto determinati quantitativi di materiali conquistati con la vittoria in battaglia, si dividono in due tipologie: i Command Tech (tecniche e magie selezionabili a barra ATB completa dal giocatore) e i Support Tech (abilità passive costantemente attive o automaticamente attivate al verificarsi di una determinata situazione di gioco).
L’avanzamento di livello e la caccia a talismani sempre più potenti permetterà di assegnare più Spritnite ai personaggi, con conseguente sviluppo di gameplay e profondità di gioco. A tutti quei videogiocatori degli anni ’80 (a cui è implicitamente dedicato I am Setsuna) ogni battaglia ricorderà un pezzo della propria adolescenza videoludica: nel panorama videoludico Square Enix, dove trionfano remake, mobile-izzazioni, reboot e rivisitazioni di line-up del calibro di Final Fantasy, Deus Ex, Star Ocean, Kingdon Hearts, Hitman, Dragon Quest e Tob Raider, I am Setsuna rappresenta una ventata di aria fresca e il più puro dei ritorni alle origini (non vedevano un jrpg targato SE dai tempi di The Last Remnant e The World Ends With You). Insomma, operazione Nostalgia riuscita!
A regola d’arte…
Una trama sfaccettata e dai toni cupi e inquieti e il sistema di combattimento classico e collaudato non basterebbero tuttavia a completare un’esperienza di gioco totalmente vincente. Ecco dunque che arriva Tomoki Miyoshi, compositore ventiduenne delle musiche di Soul Calibur V, a scrivere la quasi totalità della soundtrack di gioco al pianoforte, scegliendo poi Randy Kerber (Titanic e Forrest Gump, per citare un paio delle sue performance) a eseguire i solo che ci accompagneranno dalla schermata del titolo di gioco fino ai credits conclusivi. Immediata, dolce, adulante: le note del piano di Miyoshi vi entreranno in testa in punta di piedi e in men che non si dica vi ritroverete a fischiettare senza sosta i motivetti come se li conosceste da sempre. Mai banali, sempre ispirate, le musiche del gioco non solo vi diletteranno per l’intera durata del titolo, ma costituiscono un elemento essenziale alla riuscita dell’intera esperienza audiovisiva che è I am Setsuna. Orecchie puntate dunque su questo giovanissimo compositore il cui futuro è raggiante e pieno di promesse: è ancora da nominare l’erede del sempreverde Nobuo Uematsu ma non ci dispiacerebbe vedere Tomoki come presenza costante nelle produzioni Square Enix.
Anche l’occhio vuole la sua parte, e il team di Tokyo RPG Factory lo sa bene. Visivamente minimalista ed essenziale, tutti gli ambienti innevati dell’isola vengono confezionati con una estrema cura del dettaglio. Il tocco della neve, costante e caratteristica di tutta l’esperienza di gioco, è sempre soffice e delicato: giocando più e più volte vi perderete in infiniti girotondi per il semplice gusto di osservare le traccie e le orme che i modelli dal design super deformed ben caratterizzato e che ricorda quello dei personaggi di Final fantasy IX dei vostri personaggi hanno lasciato sul manto bianco che quai sembra vivo. La bellezza negli artwork, grafica e design del titolo è da ricercarsi proprio in quella sobrietà che accompagna magistralmente la scena: la triste vicenda di Setsuna viene esaltata dal connubio di luce chiara e linee semplici ma ricercate allo stesso tempo.
…ma non per tutti
Se saprete abbandonarvi al mondo di Setsuna riuscirete anche a soprassedere a quelli che sono i punti grigi del gioco. La mancanza di qualsivoglia tipologia di mappa su schermo o consultabile coglie gli appassionati di rpg alla sprovvista: nonostante i dungeon non siano quasi mai particolarmente complessi, la scelta di Tokyo RPG Factory di non includere mappe nel gioco è inedita. O forse una strizzata d’occhio ai veri primordi del genere di oltre venti anni fa. Allo stesso modo la mancanza dei classici Inn, taverne che fungono da crocevia alle avventure e in cui è possibile recuperare le forze e salvare i progressi di gioco, giunge inaspettata: indispensabile sarà salvare e utilizzare tende e cabine a ogni occasione buona nella world map, area di gioco neutrale e priva di nemici.
A minare invece il gameplay è la ripetitività dei nemici da affrontare, la cui presenza fissa su schermo (abbandonati quindi gli incontri casuali tipici dei capisaldi dell’era d’oro rpg) è spesso letale nonostante l’aspetto innocuo e fanciullesco, che ben presto aggiungeranno un eccessivo tocco di monotonia qualora decidessimo di darci al grind per il superamento della curva di difficoltà di una determinata area. Manca la possibilità di cambiare membri del party durante una battaglia: a meno di aver speso qualche ora in più dello stretto necessario a livellare i vostri personaggi, potreste incorrere nelle fasi di gioco più avanzate in sconfitte premature perchè il vostro eroe preferito non dispone delle abilità e peculiarità necessarie in mano invece a quello “in panchina”.
Fino al raggiungimento delle ultime fasi di gioco dove col più classico degli escamotage del genere otterrete i mezzi necessari per muovermi liberamente nel mondo di gioco permettendovi di cimentarvi nel backtrace di qualche scrigno e nemico rimasto indietro, sin dal principio il gioco corre su due binari prestabiliti che non deragliano nemmeno davanti alle diverse opzioni di dialogo spesso disponibili, che non influenzeranno in alcun modo il risultato. A questa linearità si aggiunge al totale assenza di missioni secondarie, fatta eccezione per alcune specifiche aree dove con qualche piccola e piacevole accortezza i ragazzi di Tokyo RPG Factory hanno reso possibile prolungarne la permanenza.
Se siete cresciuti coi jrpg o siete fan del genere, I am Setsuna rappresenterà un piacevole tuffo nel passato lungo ore ed ore. Tokyo RPG Factory sceglie di non correre rischi col suo primo gioco d’esordio: se vi aspettate innovazione o quell’azione tipica degli rpg più moderni, potreste rimanere delusi dalle dinamiche old school del gioco da cui il gioco trae apertamente ispirazione. La trama coinvolgente e dai toni agrodolci, accompagnata da una grafica semplice ma riuscita e da musiche al pianoforte che non vi stancheranno mai, vi regalerà emozioni d’altri tempi. Starà a voi capire se sono proprio quelle che state cercando: in tal caso non vi resta che prendere parte al pellegrinaggio di I am Setsuna in digital download su PlayStation 4 (versione da noi recensita) e PlayStation VITA al prezzo di 39.99 euro.
Pro
- Con una trama agrodolce ma piena di pàthos, l'operazione nostalgia è pienamente riuscita
- Un jrpg classico che non sfigura davanti ai grandi del passato
- Musiche ispirate e grafica essenziale ma riuscita
Contro
- Un sistema di gioco che può risultare macchinoso ai neofiti
- Scarsa varietà di nemici
- Per nulla innovativo