Black Desert Online – Recensione
Se siete amanti del genere, questo titolo non vi sarà sicuramente nuovo: la sua grafica incredibile e il fantastico editor dei personaggi hanno fatto scalpore già da tempo in rete, anche se il gioco non era mai stato portato in Europa. Ora è finalmente anche il nostro turno: Black Desert è arrivato per la prima volta in occidente, da un paio di settimane come titolo completo, dopo una fase di beta. Il titolo coreano ci avrà convinti? Scopritelo nella nostra recensione.
Nemmeno su Spore si poteva tanto
Possiamo dire, senza timore di offendere nessuno, che una delle caratteristiche a cui Black Desert deve il suo successo è l’editor dei personaggi. L’intera community di amanti degli MMORPG, all’annuncio del titolo, è rimasta basita dalle possibilità messe a disposizione per creare il proprio alter-ego. Non ci sentiamo di soffermarci troppo su questo elemento del gioco, non perché non sia importante, ma perché è esattamente come tutti ce lo aspettavamo: Perfetto. Livelli così alti di libertà nella creazione del personaggio non si erano mai visti, potrete creare la vostra donna/uomo dei sogni, o il vostro incubo peggiore, le possibilità sono pressoché infinite. Peccato però per i “paletti” imposti su questioni molto più generali: se infatti potremo modificare volti, capelli e quant’altro nella maniera che più preferiamo (fino ai singoli muscoli facciali), allo stesso tempo le classi sono settate per un singolo sesso o fascia di età (lo stregone è per forza maschio e deve essere per forza un vecchio).
Se l’editor dei personaggi, unito alla sua strabiliante grafica (di cui parleremo più avanti), ha attirato l’attenzione del pubblico, non è stato di certo l’unico fattore a mantenere alto l’hype. Il titolo presenta molte caratteristiche interessanti, seppur in fin dei conti per niente innovative. Prima su tutte il Combat System.
Black Desert offre un’esperienza puramente action durante i combattimenti, sarà presente infatti un sistema di combo simile a quello visto in titoli come Skyforge o ArcheAge, ma che restituisce un feedback sui colpi mai visto prima in un titolo del genere. Durante lo sviluppo del vostro personaggio sbloccherete varie abilità, che potrete usare singolarmente o concatenandole con altre, per ottenere colpi diversi e adattabili a ogni evenienza. Il titolo mette a disposizione addirittura un calcio, utile per concatenare più di una combo.
Altra componente ad aver fatto appassionare i giocatori di tutto il mondo, ma che a noi non ha convinto del tutto, è la natura sandbox del titolo. Black Desert nasce come, appunto, un sandbox, ma ha tutti quegli elementi che un amante del genere non vorrebbe mai vedere. Giocando al titolo abbiamo avuto la perenne sensazione, come era per ArcheAge, di star giocando a un theme park: NPC invadenti e missioni guidate all’inverosimile allontanano tantissimo questo titolo dal sandbox puro che vorrebbe far credere di essere.
Gli mancano solo gli occhi a mandorla
Come abbiamo già specificato, Black Desert è un titolo coreano e si sente. Il gioco presenta infatti molte caratteristiche in comune con i suoi compaesani. Prima su tutte l’interfaccia, molto piccola e a volte complicata da comprendere, ma fortunatamente, almeno in questo caso, per niente invasiva. Altro elemento tipico negli MMORPG coreani è il movimento automatico verso le quest, basterà infatti premere un tasto per vedere il nostro personaggio correre verso l’obiettivo della missione. Oltretutto molti altri elementi, meno importanti, fanno capire la sua provenienza, ma non andranno a incidere sul gameplay, quindi lasciamo perdere questo argomento.
Un altro elemento che ha attratto l’attenzione dei giocatori di tutto il mondo è la grafica del titolo. Anche qui l’impatto è lo stesso che tutti ci aspettavamo, grafica mozzafiato da far invidia a un singleplayer. Giocando un po’ con le impostazioni (che permettono il gioco anche a chi ha PC abbastanza datati, penalizzando ovviamente il comparto grafico in maniera piuttosto pesante) siamo riusciti a testare il gioco con dettagli massimi, mantenendo comunque un frame rate decente, e dobbiamo dire che non è solo la resa generale a essere quasi perfetta, ma anche nel dettaglio il gioco mostra i muscoli.
Molto immersiva anche la colonna sonora del titolo, così come il doppiaggio dei singoli personaggi.
Bello ma pesante come un macigno
Abbiamo parlato fino a ora di come Black Desert presenti una cura nel suo lato tecnico che gli MMORPG attualmente sul mercato si sognano, ma questo potrebbe essere anche il suo più grande problema. World of Warcraft è la prova che per creare un MMORPG di successo non serve una grafica incredibile, non perché non sia necessaria, ma perché giochi del genere devono puntare a un pubblico molto ampio e non tutti possono permettersi una macchina in grado di reggere tanta qualità grafica. Come accennato prima però, non è tutto perduto: Black Desert ci ha messo di fronte infatti a una vastissima scelta nelle opzioni grafiche, con cui è possibile fare veramente di tutto, trasformando la grafica del gioco in ogni suo aspetto per ottimizzare il titolo a un ampio range di computer.