Tom Clancy’s: The Division – Recensione
Ci sentiamo di affermare, con non poca convinzione, che il settore degli MMO sta vivendo, in questi ultimi anni, il suo periodo più nero. Titoli sempre identici e la poca voglia di sperimentare da parte degli sviluppatori, stanno distruggendo il genere. Ma l’8 marzo di quest’anno Massive Entertainment e Ubisoft hanno sfornato un titolo che potrebbe dare una ventata di aria fresca in questo mercato da tempo saturo e impolverato. Parliamo ovviamente di Tom Clancy’s: The Division.
We are The Division
Quarto venerdì di novembre, Black Friday, New York. Il clima che si respira è il medesimo di ogni anno: gente che corre tra i negozi, risse per accaparrarsi gli articoli migliori a un prezzo stracciato e sopratutto un grandissimo scambio di banconote. Queste giornate di consumismo e felicità sono però destinate a sfociare nella più grande tragedia che il genere umano abbia mai vissuto: l’avvento del virus del dollaro. Il tutto ha inizio da una partita di dollari infettata, con un particolare virus simile al vaiolo, e messa in circolazione da un gruppo di terroristi durante questo periodo. La pandemia si propagherà a una velocità tale da mettere in ginocchio l’intera città di New York in pochi giorni. I cittadini muoiono come mosche, costringendo il governo a creare delle fosse comuni a Central Park.
Al peggio non vi è mai fine e un’altra minaccia si avventa sulla, ormai non più così grande, Mela. La città inizia a riempirsi di criminali e saccheggiatori, che sfruttando la disattenzione delle guardie, impegnate a trattenere le rivolte dei cittadini, si impadroniscono di tutto ciò che trovano. La situazione, ormai ingestibile, costringe il presidente a mettere in atto la Direttiva 51 e a dichiarare lo stato di catastrofe. In seguito all’emanazione della direttiva, tutte le persone infette vengono rinchiuse sull’isola si Manhattan, che diventa un vero e proprio inferno in terra.
Tutto sembra perduto, ma è proprio qui che arrivano loro, è proprio qui che arriva La Divisione.
“Siamo un’élite, agenti segreti altamente addestrati. Ci chiamano solo quando non c’è più speranza. Non abbiamo regole… Non abbiamo limiti… Dobbiamo… Proteggere ciò che rimane. Siamo i tuoi colleghi. Siamo i tuoi vicini. Potremmo essere i tuoi amici. Ma quando ci chiamano ci lasciamo tutto alle spalle. Noi siamo: La Divisione.“
La Divisione è un’agenzia segreta addetta a proteggere la pace, viene interpellata solamente quando tutte le risorse sono state utilizzate e non c’è più nessun’altra possibilità. Gli agenti della Divisione, appena attivati, acquisiscono totale potere esecutivo nel luogo dove sono richiesti, rispondendo solamente e direttamente al presidente.
Questa organizzazione non dispone solamente di agenti sul campo, ma si occupa anche della gestione governativa del posto. Tutto ciò è possibile grazie all’impiego di tre dipartimenti: Analisi dati, Divisione strategia e Squadre tattiche. Noi faremo parte proprio di quest’ultimo gruppo, ovvero degli agenti sul campo, impersonando uno di loro in prima persona.
Appena giunti sull’isola di Manhattan la situazione ci metterà poco a diventare fin troppo chiara. Girovagando tra le strade stracolme di rottami, cadaveri, senza tetto e banditi, apprenderete pian piano tutto ciò che è successo su quell’asfalto.
L’intera frazione di New York è tenuta in sicurezza dalla Joint Task Force, che seppur con molta fatica è riuscita a mettere in sicurezza alcuni punti della città, creando dei rifugi dove accogliere i bisognosi, curare le loro ferite e saziare i loro stomaci.
La JTS non ha però i numeri giusti per controllare l’intera Manhattan, ormai in mano a quattro gruppi ben distinti di malviventi: i Rikers, criminali evasi dal carcere di Rikers Island, I Purificatori, ex operatori della nettezza urbana che hanno deciso di purificare col fuoco tutti i malati estirpando la malattia alla radice, i Last Man Battalion, ex soldati abbandonati sul’isola dai loro superiori, e in fine i semplici banditi.
Il resto della storia non saremo noi a raccontarvela, poiché dovrete scoprirla da soli. Tom Clancy’s: The Division ha senza dubbio un’incipit maestoso, che poteva dare inizio a una delle trame videoludiche più belle di sempre, ma qualcosa è andato storto. Andando avanti nell’avventura, noterete sempre di più che la trama, seguendo le missioni principali, sarà sempre più messa da parte, diventando quasi marginale, senza mai mostrare colpi di scena o dialoghi entusiasmanti.
Non possiamo dire lo stesso della lore. Le strade di Manhattan saranno zeppe di: file audio da ascoltare, indizi riguardo agenti scomparsi e sopratutto di file Echo. Grazie a questi punti Echo, situati in posizioni specifiche della mappa, potremmo letteralmente rivedere con i nostri occhi, sotto forma di proiezioni statiche, una determinata situazione, avvenuta magari a distanza di giorni. Muovendovi in questi ologrammi immobili, potrete ascoltare dialoghi avvenuti da tempo o, avvicinandovi ai soggetti, avere informazioni sui protagonisti della scena.
World of The Division
Come abbiamo specificato, ben presto Tom Clancy’s: The Division accantonerà la trama principale e la narrazione classica, per concentrarsi totalmente sul gameplay. Quest’ultimo ha probabilmente come unico difetto quello di essere arrivato troppo presto, rubando la scena alla trama, che ci sentiremo quasi di definire sprecata.
Appena preso in mano il pad vi ritroverete nella prima e ultima fase mal realizzata del titolo: l’editor dei personaggi. Per quanto possa non essere considerato importante in un gioco del genere, ci sentiamo di aprire una parentesi su questo editor. Prima falla del sistema sta nella totale assenza delle opzioni avanzate, obbligandovi così alla scelta di modelli preimpostati. Altro punto negativo lo troviamo proprio negli stessi modelli, sicuramente troppo poco numerosi.
Abbandonato l’editor, il gioco decollerà in poco tempo. Una volta arrivati a Manhattan e completate le prime operazioni necessarie all’attivazione del vostro agente, la mappa diventerà subito totalmente esplorabile. Il mondo di gioco segue la classica struttura degli MMORPG. L’intera mappa sarà divisa in settori, ognuno con un livello minimo e un livello massimo consigliato, da esplorare in ordine o anche in totale libertà. L”intero distretto sarà totalmente istanziato e non potrete quindi incontrare dei giocatori a zonzo per la mappa, se non nei rifugi o nella Dark Zone (di cui parleremo più avanti). L’unico modo per entrare in contatto con altri agenti all’interno delle vie principali sarà quello di creare un gruppo con loro. Selezionando un altro giocatore nei rifugi, o utilizzando il sistema di matchmaking, potrete infatti creare dei gruppi da massimo quattro giocatori. Le attività da svolgere in compagnia saranno le medesime da completare in singolo: Missioni principali, missioni secondarie, incontri ecc, ma sempre più difficili a seconda della grandezza del gruppo.
La mappa, da prima molto confusionaria, ci metterà molto poco a diventare di facile comprensione. Complice anche una sistema di gps veramente ben riuscito, che vi consentirà di selezionare un qualsiasi punto sulla mappa, generando così una linea in cielo che vi guiderà al vostro obbiettivo.
Stessa cosa non possiamo dire del matchmaking, molto semplice all’apparenza, ma estremamente scomodo in alcuni frangenti. Per entrare in gruppo con altri agenti tramite il matchmaking, vi basterà selezionare l’apposita scheda per creare una sessione, o unirvi a una già esistente. Fin qui tutto bene, i veri problemi sorgono con le missioni. Recandovi all’entrata di quelli che sono veri e propri dungeon, troverete un’opzione a schermo che vi consentirà di creare un gruppo per quell’istanza. Una volta creato il gruppo però, non troverete per forza agenti interessati a quella missione in particolare, ma vi capiterà di trovarvi insieme a giocatori anche lontani dall’entrata e interessati all’esplorazione libera, piuttosto che ai dungeon.
Come abbiamo già anticipato la mappa di gioco sarà disseminata di veri e propri dungeon, istanze che, una volta raggiunge, ci vomiteranno addosso orde di nemici e boss, regalandoci una ricompensa al loro completamento.
Nota di merito va al grado difficoltà di queste missioni. Affrontabili sia da soli che in cooperativa, queste istanze saranno sin da subito molto impegnative, grazie anche all’intelligenza artificiale e al posizionamento dei nemici. Questi ultimi si dividono in tre gruppi: Standard, carne da macello con un’IA abbastanza imbarazzante, Veterani, colorati di viola, saranno molto coordinati e precisi, e gli Elite/Named, di color giallo e spaventosamente intelligenti.
Boom 300 headshots!
La struttura della mappa e delle missioni non sono gli unici elementi riconducibili a un MMORPG in Tom Clancy’s: The Division, che si rivela essere sempre di più appartenente a questa categoria, piuttosto che al sottogenere degli MMOTPS.
La componente Third Person Shooter in The Division è molto presente e alquanto classica. A primo impatto infatti il titolo potrebbe sembrare un semplice TPS basato sulle coperture, ma nasconde ben altro. La vostra performance sarà influenzata non solo dalla vostra mira o dalle vostre abilità tattiche, che comunque ricopriranno un ruolo fondamentale, ma anche dalle vostre statistiche, dal vostro equipaggiamento e dalle vostro abilità.
Uccidendo nemici, scoprendo zone e completando missioni guadagnerete dei punti esperienza, una volta raggiunto un certo numero di PE salirete di livello, fino a un massimo di 30.
Il vostro personaggio avrà moltissima statistiche (controllo del rinculo, riduzione della minaccia, dispersione dei proiettili, ruba vita ecc), ma solo tre principali: Armi da Fuoco, che andrà ad aumentare il danno della vostra arma, Vigore, attributo che indica la vostra vita, e Parti Elettroniche, che determinerà la potenza della vostre abilità. Non sarà possibile agire direttamente sulle caratteristiche principali elencate poc’anzi tramite l’avanzamento di livello, ma potrete aumentarle grazie al vostro equipaggiamento.
Durante la vostra permanenza sull’isola di Manhattan non sarà raro trovare pezzi di equipaggiamento, armi e vestiti vari. Il loot in Tom Clancy’s: The Division è veramente generoso e vi ritroverete molto spesso con lo zaino stracolmo di oggetti.
Il vostro personaggio potrà vestirsi di sei equipaggiamenti (giubbotto, ginocchiera, maschera antigas, zaino, fondina e guanti) e portare tre armi diverse (una secondaria e due principali).
Ogni oggetto che andrete a equipaggiare potrà essere di vario livello e rarità. Come per i classici MMORPG le armi e gli equipaggiamenti si divideranno in: Grigio = Usurato, Verde = Standard, Blu = Specializzato, Viola = Elitè e Giallo = Alta Gamma. Più gli oggetti saranno rari più le loro caratteristiche saranno potenti. In alcuni casi sarà possibile trovare addirittura delle armi dotate di speciali talenti, che vi doneranno abilità passive molto forti. Inoltre ogni arma potrà essere potenziata ulteriormente con delle mod, che aggiungeranno determinate statistiche (mirino: precisione, silenziatore: diminuzione minaccia ecc)
Tranne che per le armi ogni modifica nell’equipaggiamento del vostro agente non andrà a modificarne l’estetica. Per cambiare le vostre apparenze dovrete utilizzare degli oggetti appositi, gestiti da un altro menù e che non andranno a modificare le vostre statistiche.
Come ogni MMO che si rispetti, in The Division sono presenti anche diverse abilità, più precisamente divise in: Vantaggi, Talenti e Abilità. Il gioco vi metterà di fronte a tre rami da poter seguire in totale libertà: Medicina, Tecnologia e Sicurezza, ognuna rappresentata da un dipartimento della vostra base principale. Utilizzando i punti che guadagnerete completando le missioni tematiche di ogni reparto, potrete potenziare le postazioni, guadagnando così diversi vantaggi, talenti o abilità. Abbiamo apprezzato particolarmente la decisione di non imporre la scelta di una classe al giocatore, che potrà tranquillamente sbloccare tutte le abilità e cambiarle a seconda dell’evenienza. Potrete tenere pronte un massimo di due abilità attive e quattro talenti passivi. Il discorso è differente per i vantaggi che, una volta acquisiti, vi garantiranno dei bonus passivi perenni.
La neve nera
A intristire ancor di più lo scenario di Tom Clancy’s: The Division troviamo la onnipresente neve, tanto bianca e tanto numerosa, ma che non ha comunque potuto evitare di far prendere al centro di Manhattan l”appellativo di Zona Nera.
La Dark Zone sarà la rampa di lancio dove il titolo spiccherà il volo. Erano anni che un gioco MMO non riusciva a trasmetterci la tensione che The Division è riuscito a darci con qualche ora nella Zona Nera.
Situata al centro dell”isola e prontamente recintata con muri alti 10 metri, questo insieme di settori è la zona dove la malattia e i banditi sono più forti che mai. Superando l’uscio di questo inferno vi ritroverete per la prima volta faccia a faccia, oltre che con i nemici controllati dal computer, anche con altri agenti, che potranno aiutarvi o spararvi in qualsiasi momento.
La Zona Nera è tanto pericolosa quanto fruttuosa. Ogni nemico ucciso, cassa aperta o armadio razziato potrà contenere equipaggiamenti estremamente rari e potenti. Gli unici problemi di questi tesori è che saranno contaminati e richiederanno una decontaminazione prima di superare le mura della Dark Zone. Per portare all’esterno il vostro bottino, vi basterà correre verso il punto di estrazione più vicino, sparare un razzo segnalatore, chiamare un elicottero e vivere i due minuti più intensi della vostra vita. Chiamando l’elicottero, infatti, attirerete l’attenzione di tutti i nemici nelle vicinanze, sia artificiali sia umani, che vedranno inoltre brillare sulla mappa la vostra zona di estrazione.
Uccidendo i nemici e completando le missioni in questa zona non riceverete punti esperienza classici, ma dei punti appositi che andranno ad aumentare il vostro Livello Zona Nera
Anche la morte è anomala nella Zona Nera. Finendo i vostri punti vita in questo posto avrete alcuni svantaggi non indifferenti. Prima di tutto morendo perderete tutto il bottino ancora non estratto, lasciandolo a terra mercé del primo giocatore di passaggio. Inoltre perendo nella Dark Zone perderete anche un piccolo ammontare di punti nel vostro Livello Zona Nera.
Come abbiamo già detto, la Dark Zone è un campo totalmente pvp, dove squadre dei cosi detti rogue agent cercheranno di uccidervi per impossessarsi del vostro bottino. Uccidendo gli altri agenti si viene marchiati come traditori, guadagnandosi una bella taglia sulla testa e un bel cartello con su scritto “ostile” sopra la testa.
Anche qui il gioco da totale libertà. Sta a voi decidere se diventare dei traditori e giocare in pvp, guadagnando montagne di equipaggiamenti, divertirvi con il pve, guadagnando meno ma in “sicurezza”, o ancora darvi alla caccia alle taglie, riportando la giustizia nella Dark Zone.
Un biglietto per New York, grazie
Dobbiamo obbligatoriamente spendere qualche parola riguardo l’ambientazione di Tom Clancy’s: The Division. Ci sentiamo di dire tranquillamente che la Manhattan messa in piedi dai ragazzi di Massive Entertainment è una delle ricostruzioni più belle e meglio riuscite dell’intera storia videoludica. Ci è capitato fin troppo spesso di iniziare a girovagare estasiati per la città. Ogni via, ogni palazzo, ogni piazza è stata resa alla perfezione e, come è stato dimostrato anche da diverse foto, riprodotta al 100% basandosi sulla vera Manhattan. Unica nota dolente dell’ambientazione sono gli interni, veramente ben realizzati ma totalmente indistruttibili.
Ad aumentare ancor più la sensazione di realismo dell’ambientazione, troviamo un riuscitissimo sistema di cambio climatico. Nemmeno madre natura sarà clemente con l’isola e le intemperie non mancheranno di certo. Questi cambi repentini dell’ambiente intorno a voi, vi regaleranno si dei bellissimi scorci e un”atmosfera da pelle d”oca, ma cambieranno anche il vostro approccio al gioco. Ingaggiare un combattimento contro un gruppo di nemici sotto a un cielo limpido, sarà molto diverso che farlo immersi nella nebbia.
Questa immersione da noi tanto decantata è però possibile sopratutto grazie alla sua grafica e alla sua stabilità. Il titolo, sviluppato con un engine apposito (Snowdrop engine), è veramente ben curato. Gli effetti di luce, le texture, i modelli sono tutti realizzati egregiamente, anche dopo il tanto discusso downgrade che il gioco ha subito durante il suo sviluppo.
Spesso sottovalutato, ma molto importante in questo caso è anche l’HUD (l’interfaccia, per intenderci), che non insozzerà per niente lo schermo, nonostante le numerose informazioni. Il numero dei vostri proiettili, le vostre abilità, lo spazio residuo nell’inventario, gli obbiettivi, il gruppo, gli incontri casuali e tantissimi altri indicatori saranno visualizzati a schermo in apposite aree, che si sposeranno alla perfezione con lo scenario, dando quasi la parvenza di avere di fronte un vero e proprio display militare.
Praticamente perfetto è anche il comparto sonoro, con voci importanti nell’adattamento italiano, suoni convincenti e una colonna sonora veramente azzeccata (che sarà anche possibile scaricare nel club Ubisoft per una manciata di punti)
[signoff icon=”quote-circled”]Il titolo Ubisoft è sicuramente impegnativo e richiede molta dedizione e tempo, ma ripaga a pieno ogni ora spesa per le strade di Manhattan. Se siete degli amanti degli MMORPG non potete farvi scappare questo titolo.[/signoff]