Typoman
Chissà quanti sono gli scrittori che hanno sperato di lasciare un’impressione indelebile nei lettori con le proprie opere; così forte da cambiare realmente il mondo, contribuendo a far predominare i valori positivi contro l’odio. Ebbene, sembra che sia proprio a questo che hanno pensato Brainseed Factory e Headup Games nel creare Typoman.
Nell’attuale panorama videoludico, sempre più battuto da produzioni indie dai concept originali, non è facile trovare titoli che sappiano distinguersi e creare un’identità propria; se poi si tratta di far emergere un buon platform su Wii U l’impresa risulta ancora più ostica. Nonostante ciò, con Typoman, gli sviluppatori sono riusciti a creare un gioco davvero interessante per formula e atmosfera, che riesce a distinguersi dalla massa con inaspettata vivacità. Vediamo con ordine di cosa si tratta.
Change wor(l)ds
Il primo impatto col gioco è tramite il suo particolarissimo stile grafico. Veniamo calati in un mondo tetro, decadente, dallo stile gotico vagamente Burtoniano, dove parole e lettere sono parte integrante della realtà che descrivono. L’atmosfera, tratteggiata da un lavoro di artwork notevole, trasmette un senso di mistero e di angoscia davvero efficace, senza ovviamente esagerare.
A contribuire alla particolare atmosfera troviamo una colonna sonora (ascoltabile dal sito ufficiale) dalle tonalità sinistre e opprimenti. Si tratta di melodie efficaci e ben eseguite, un perfetto accompagnamento per gli scenari, che in pochissimi casi si impongono nello svolgersi dell’azione, e che difficilmente troverete ripetitive o fastidiose.
Gli eventi sono affidati a una narrazione silente e intuitiva, un po’ come come per Journey, e vedono il nostro piccolo protagonista materializzarsi nel tenebroso mondo senza un’apparente motivo. Proseguendo, l’unico scopo che appare chiaro è che dobbiamo sfuggire da alcune creature minacciose che rappresentano concetti negativi, e proseguire nel viaggio superando gli ostacoli sul nostro cammino. Nonostante rimanga presente quel senso di smarrimento, dovuto al non sapere esattamente cosa sta succedendo, non passerà molto tempo che cesserete di porvi domande razionali, avvolti nell’atmosfera surreale e coinvolti dalle meccaniche di gioco.
Il tutto funziona bene. L’unico appunto tecnico riguarda i caricamenti un po’ troppo lenti, che fanno occasionalmente singhiozzare l’azione di gioco. Fastidiosi, ma per fortuna non eccessivamente.
Letteralmente
Il gioco è un incrocio tra un platform e un puzzle game. Il mondo in cui siamo immersi è basato su caratteri tipografici, e il nostro piccolo protagonista potrà spostare manualmente le lettere che troverà sul suo cammino e comporre le giuste parole che ci faranno superare gli ostacoli sulla nostra strada. Ad esempio di fronte a una piattaforma mobile, formare la parola “ON” la farà sollevare; far cadere le lettere della parola “HEAVY” su una piattaforma la farà abbassare sotto il peso della parola stessa; per superare una pozza d’acqua riempita da una pioggia scaturita dalla parola “RAIN” basterà accostare la lettera D per ottenere “DRAIN” e far circolare via l’acqua.
Insomma dovremo giocare con lettere e parole per modificare direttamente l’ambiente, mettendo gradualmente alla prova la nostra conoscenza di termini inglesi. Va da sé quindi che se siete totalmente a digiuno della suddetta lingua con tutta probabilità non farete molta strada.
Per evitare situazioni frustranti, in cui si rimane bloccati senza avere idea di come proseguire, è stato inserito un sistema di indizi. Quando siamo di fronte a un ostacolo, sullo schermo del gamepad appare un punto interrogativo che, se toccato, fa apparire una frase in cui è nascosto un indizio per proseguire; se anche questo indizio non è sufficiente, premendo ancora il punto interrogativo viene evidenziata la parola necessaria a risolvere l’enigma ambientale. È un ottimo sistema per non lasciare in balia della frustrazione i giocatori senza comunque concedere troppo.
Il concept è davvero intrigante e gli enigmi risultano intelligenti e stimolanti quanto basta. Anche se si tratta di situazioni molto pilotate e lineari, ogni tanto c’è persino modo di superarle con più di una parola chiave.
L’unica cosa che non funziona benissimo nelle meccaniche sono i controlli che spesso rendono lo spostamento delle lettere davvero poco maneggevole; nello spostare i caratteri ci si sente lenti, limitati e mai abbastanza precisi, e non è una cosa simpatica quando per comporre una singola parola ci si mettono vari tentativi.
Per fortuna anche in questo caso il GamePad ci viene in soccorso: avvicinandosi a un insieme di lettere queste appariranno sullo schermo del pad in modo da poter essere facilmente spostate da lì senza doverle far spostare una a una dal protagonista. Funzione decisamente comoda (anche se non esattamente intuitiva nel gioco), soprattutto quando il gioco richiederà di comporre le parole con poco tempo a disposizione.
Oltre al risolvere enigmi letterari, saltuariamente il gioco ci metterà alla prova con meccaniche prettamente platform più di azione, dove dovremo generalmente correre e superare ostacoli saltando e arrampicandoci. Anche in questi casi i controlli risultano poco precisi, il che si farà sentire soprattutto nelle fasi avanzate dove il gioco richiede una precisione di salti e tempismo non indifferenti.
Considerando che su questo aspetto il gioco non offre una curva di difficoltà ottimale, le sessioni platform potrebbero indispettire chi gioca a Typoman attratto, giustamente, dalle sue meccaniche puzzle. In diverse situazioni, poi, capiterà di morire senza avere grandi possibilità di prevedere ed evitare la disfatta. Il gioco comunque non ci mette limiti sul numero di volte che possiamo provare una sfida, e grazie all’abbondanza di checkpoint è chiaro che preveda una progressione fatta di trial and error.