PlayStation 4 come sistema di chat utilizzato dall’isis
Il ministro degli interni del Belgio Jan Jambon ha di recente affermato la sua preoccupazione sull’utilizzo che l’isis, il sedicente Stato islamico, farebbe dei sistemi di chat di PlayStation 4 per eludere i controlli dell’intelligence.
“Quel che non mi fa dormire la notte è il giovane al suo computer in attesa di messaggi dallo Stato islamico e da altri predicatori dell’odio. La comunicazione più difficile (da individuare e decifrare, ndr) fra i terroristi è quella tramite PlayStation 4” ha affermato il ministro belga al settimanale Bulletin “Risulta troppo complesso per i nostri Servizi, sia locali che internazionali, decifrare le comunicazioni effettuate con la console, che è più difficile da controllare anche rispetto a Whatsapp”.
Oltre alla difficoltà puramente hardware di aggirare i blocchi delle chat della console, c’è anche quella di separare i messaggi pericolosi da quelli strettamente collegati a una sessione di gioco. I reali discorsi di bombe, attentati, armi e uccisioni effettuati all’interno di una chat vocale durante una partita a un frenetico sparatutto, infatti, sono quasi impossibili da distinguere da un innocente discorso tra giocatori in azione. Addirittura vi è chi teme che tali messaggi possano anche essere scritti semplicemente con i proiettili su un muro. Messaggi che con un refresh della console scompaiono dopo pochi istanti.
In passato anche altri i sistemi di messaggistica di titoli come Second Life e World Of Warcraft finirono nel mirino dei controlli dell’intelligence, a causa della loro relativa difficoltà a essere intercettati. Un timore, quello del ministro belga, non del tutto campato in aria: a maggio di quest’anno un ragazzo venne condannato a due anni di carcere dalla corte di Sankt Poelten per aver scaricato su PlayStation 4 lo schema per fabbricare una bomba.