Archeologia videoludica al Vigamus
Un affascinante incontro tra archeologia e industria videoludica, l’interessante argomento discusso nel corso dell’evento E.T. The Fall al Vigamus, l’ormai storico museo del videogioco di Roma.
Nel pomeriggio di oggi, venerdì 16 ottobre, la sala conferenze del museo ha infatti ospitato una conferenza, introdotta da un intervento di Marco Accordi Rickards, di Joe Lewandowski, vice presidente della Tularosa Basin Historical Society e coordinatore degli scavi di Alamogordo, durante i quali vennero ritrovate, tra molti altri oggetti di archeologia videoludica, anche le famose cartucce di E.T. The Extra-Terrestrial.
Considerato da molti il peggior titolo videoludico della storia, E.T. The Extra-Terrestrial fu il simbolo della crisi del mercato videoludico del 1983, al punto che gli sviluppatori di Atari decisero di seppellirne centinaia di copie nel deserto di Alamogordo. Considerata una leggenda urbana, la storia venne confermata ad aprile del 2014, quando degli scavi in una discarica nel deserto di Alamogordo, coordinati dallo stesso Lewandowski, riportarono alla luce una gran quantità di materiale elettronico, tra i quali i tre modelli di gamepad dell’Atari 2600, la piattaforma simbolo dei primi anni ’80, frammenti di console e numerose cartucce di vari titoli, da Pac Man a Space Invaders, da Breakout ad Asteroids, fino al famoso E.T. The Extra-Terrestrial.
Divenute ben presto oggetti di culto, le cartucce sono state in seguito vendute a privati e donate a vari musei mondiali, tra i quali proprio il Vigamus di Roma. Nell’occasione Lewandowski ha raccontato ai presenti una serie di interessanti aneddoti sulle leggende urbane sorte intorno al ritrovamento.
La giornata si è conclusa con la visita ai reperti di Alamogordo custoditi dal Vigamus, e la proiezione del documentario-intervista E.T. The Fall, dove Andrew Reinhard, archeologo appassionato di videogiochi, ha spiegato in dettaglio l’organizzazione degli scavi e altri interessanti retroscena.