Blackbay Asylum
L’aspetto folle del manicomio ha da sempre affascinato gli sviluppatori di giochi survival horror, perché permette di ricreare un’atmosfera fortemente grottesca al limite della realtà. Le location, particolarmente suscettibili, godono quindi di questa ridondante forza vitale che solo una fitta trama può far sopravvivere. In molti hanno cercato di sfornare l’ambiente da malattie mentali perfetto: uno di questi ultimi è proprio Blackbay Asylum, che, a parte qualche piccola leggerezza, si dimostra un titolo da tenere in considerazione.
All’interno delle mura alienanti del manicomio Blackbay saremo costretti a vestire i panni di Doug, un eccentrico serial killer dai sensi civici molto efferati. Vistosamente imbrunito nella sua cella, il robustissimo criminale si accorgerà che la serratura della porta verso il corridoio non è stata chiusa correttamente. Un imperdibile occasione per lui e il suo orsacchiotto di pezza per tentare la fuga. L’idea iniziale era quella di recarsi verso l’uscita e magari andare a decimare parti delle popolazioni limitrofe, ma sfortunatamente si troverà invischiato in un cruento bagno di sangue che lo porterà alla scoperta di terribili segreti.
La prima cosa che bisogna sottolineare è che all’interno di questo jigsaw/survival horror sarà possibile interagire con quasi tutti gli oggetti del gioco: la pressione del tasto azione su un qualsiasi oggetto particolare comporterà una reazione da parte di Doug, che per il 98% delle volte sarà spiccatamente simpatica. Infatti, Blackbay Asylum verrà di sicuro ricordato per la sua forma espressiva abbastanza divertente che riesce ad accompagnarci nelle desolate lande perdute di questo manicomio. Un aspetto chiaro fin dai primi momenti di gioco.
Non proprio di secondaria importanza sarà invece lo stile del gameplay, bonariamente variabile in base alle occasioni. L’esempio più calzante riguarda la modifica della visuale: seppur impostata dall’alto nella maggior parte dei livelli, in altri sarà possibile passare a quella in prima persona. Inoltre, possiamo ritrovarvi molti stili differenti di gioco, dalle avventure grafiche più anzianotte ai puzzle game più esigenti. Non abituiamoci insomma all’esperienza dei primi capitoli, perché più avanti il gioco diventerà abbastanza pretenzioso.
Infatti, col progredire della storia, consistente in un totale di dieci capitoli, aumenterà soprattutto la difficoltà degli enigmi che da istantanei diventeranno veramente complicati, e ci costringeranno a stancanti esplosioni nervose. Per sfortuna, non tutto in Blackbay sembra rose e fiori, e non mancheranno ripetitive sessioni di gioco in cui ci sembrerà di girare attorno alle medesime conclusioni. Ad esempio capiterà di dover raccogliere un totale di oggetti importanti per poter completare un capitolo più volte nella storia, e questa scelta sembra esser stata posizionata per allungare parzialmente il brodo.
Doug potrà sfruttare molti oggetti nel suo inventario e a volte dovrà anche combinarli tra di loro per riuscire a raggiungere l’obiettivo prestabilito. Il suo secondo compagno di viaggio sarà il diario all’interno del quale annoterà tutti i particolari più rilevanti, che dovranno però essere scoperti leggendo e/o analizzando diversi oggetti. Ci sarà molta roba che non potremo fare a meno di leggere, e, a causa della sua mancata localizzazione italiana, per alcuni sarà frustrante risolvere determinati indovinelli.
Non brilla di certo per la sua grafica, che ricorda molto lo stile antiquato dei giochi di fine anni 90′. Anche le cutscene non riescono a impressionare particolarmente se non per le loro fattezze abbastanza crudeli e piene di elementi splatter. Ma possiamo pacificamente provare a risaltare tale scelta visiva, provando a pensarla come un aggiunta stilistica in più all’atmosfera che già di per sé vuole essere cupa. Inoltre, Blackbay Asylum non riesce neanche a spiccare per la sua colonna sonora, che, a parte qualche piccola traccia simpatica, resta piatta e non riesce a farci impazzire più di tanto.
[signoff icon=”quote-circled”]Dalla parte dell’assassino!
Il vero motivo che ci spinge a raccomandarvi questo gioco non risiede nella sua difficoltà o nel modo in cui riesce a enunciare la sua storia. Certo, gli amanti dei puzzle game e dei titoli raccapriccianti troveranno idilli sicuri negli spazi di Blackbay Asylum, ma la vera ragione sta nella simpatia bizzarra con cui Doug riesce a interagire con tutti e tutto. Tra uccisioni disordinate, dialoghi eccentrici e scelte nettamente inusuali, vi consigliamo di tenere a portata di mano carta, penna e un sacchetto. Non si sa mai.[/signoff]