Rivisitare vecchie favole e fiabe è stato per un breve periodo lo sport preferito di
Hollywood, con risultati mai entusiasmanti. A cercare di cambiare le cose arriva il regista debuttante
Robert Stromberg con Maleficent, pellicola che prende vago spunto dalla nota fiaba della Bella Addormentata. Film dallo sviluppo
molto travagliato, ha visto infatti un continuo cambio di sceneggiatori, registi, e persino produttori, narra la storia di una giovanissima Malefica fata buona (ma già dotata di corna caprine e inquietanti ali) e degli eventi che la porteranno a divenire malvagia e maledire la neonata Aurora, per poi sviluppare un particolare rapporto con la bambina.
Malefica, prima di essere malefica
L’impostazione data al film dagli sceneggiatori, a dispetto di quello che può sembrare guardando i trailer, è quello di
una favola con occasionali momenti di tensione e di lotta più che di una rivisitazione dark. La paletta di colori utilizzati è quasi sempre
estremamente luminosa e varia, e il character design delle creature magiche è più orientato verso le “simpatiche mascotte” (beh, alberi-guardia esclusi) che verso un tentativo di realismo. Sul character design delle creature, e sulla loro realizzazione in generale, dobbiamo riportare la prima critica: si tratta infatti di creaturine dal tratto
veramente poco ispirato, realizzate con una qualità grafica che sembra rimasta ad almeno 5 anni fa. Le tre fatine buone in particolare ricadono totalmente nell’
uncanny valley, quel fenomeno per cui un soggetto umanoide ci appare particolarmente sgradevole proprio per questo suo essere umano ma con qualcosa fuori posto.
Nell’immagine: l’uncanny valley
Buona prova di regia per Stromberg, che riesce a riprendersi dopo un inizio tutto meno che entusiasmante e a confenzionare un discreto numero di belle inquadrature e di movimenti di camera azzeccati. Particolarmente apprezzabile è poi la fotografia, al di fuori delle scene in CG, in grado di mostrare allo spettatore un ambiente fiabesco e caldo dove necessario e tetro e freddo nei momenti di tensione, dando al tutto un aspetto “sopra le righe” che ben si sposa con l’atmosfera generale del film.
Il vero problema della pellicola, tutto sommato gradevole, è la gestione dei tempi. Troppi tempi morti annacquano la storia, e si ha la sensazione che tutto sia concentrato in poche scene qui e lì e ciò che è di mezzo sia solamente un modo per allungare il brodo.
Fortunatamente la prestazione degli attori è molto buona, pur non essendo chiamati a mostrare particolari doti attoriali (essendo una fiaba i personaggi sono volutamente piuttosto piatti), con Angelina Jolie ed Ella Fanning particolarmente a loro agio nel ruolo rispettivamente di algida fata cattiva e di gioiosa ragazzina.
Non la fata che stavate immaginando.
Le scene di azione sono probabilmente la parte più riuscite di tutto il film, risultando ben girate e sinceramente avvincenti, peccato che il loro numero sia molto esiguo e siano estremamente distanziate tra di loro. Si ha la sensazione che il regista si trovi decisamente più a suo agio con un ritmo più veloce, con cambi di inquadratura rapidi e diversi oggetti in movimento sullo schermo, ma che sia stato forzato dalla sceneggiatura a occupare gran parte del proprio tempo utilizzando un altro stile.
Il lavoro svolto per i costumi e il trucco è veramente notevole, e ci sentiamo di sottolinearlo, perchè riesce a dare quella sensazione di fiabesco utilizzando però costumi realistici e bellissimi.
Maleficent è un film che si può definire
compiuto a metà; da una parte è sicuramente
gradevole e ben curato, dall’altra fatica a rimanere impresso e le sue parti hanno una
qualità altalenante. Probabilmente ciò è dovuto alla sua travagliata produzione, ma non possiamo non pensare che forse se avessero dato la regia ad un regista più esperto si sarebbe potuto far filare la pellicola in una narrazione più uniforme e compiuta.
Voto: 7.8