2 Minuti di Gameplay – Outlast
Mentre alcuni continuano col dire che il genere survival horror è morto, i ragazzi di Red Barrels riescono – grazie alla loro preparazione – a sfornare un titolo veramente interessante, di nome Outlast. Nonostante la mancanza di originalità della storia (fin troppe volte rivisitata dal genere), la troppa linearità del gameplay, e l’assenza di veri enigmi complicati (bisogna quasi sempre trovare la chiave, aprire la porta, seguire le tracce di sangue, ecc), il giocatore viene investito da un’ondata ansiogena, che lo accompagna per tutta la durata del gioco. Se si aggiungono poi un bel mucchio di spaventi conditi da balzi e da urla, si riesce a creare un’atmosfera horror di grande rilievo.
Magari, accorpando al gameplay più location che richiedono intelletto, e qualche altra cutscene, Outlast sarebbe riuscito a raggiungere l’auge e a superare giochi del genere ormai di considerevole importanza, quali Amnesia: The Dark Descent o Penumbra.
La casa di cura per malati mentali Mount Massive è stata riaperta da poco dalla divisione Ricerca e Carità, che ha operato, in totale segretezza, orrori di ogni genere sui pazienti. Una fonte interna riesce a inviare una soffiata a Miles Upshur, un giornalista indipendente, il quale deciderà di recarsi tra le montagne del Colorado per investigare. Appena entrato nella costruzione, incontrerà atrocità di ogni genere e persone dalla sanità mentale devastata che vorranno ucciderlo. L’unica vera arma in suo possesso è una videocamera, con i suoi preziosi proiettili: le batterie. Grazie al suo visore notturno riuscirà a farsi strada nelle zone più cupe. Ma dovrà essere parsimonioso nel suo utilizzo.
Dovrà nascondersi e agire con furbizia per scappare da quell’inferno. E dovrà farlo in fretta, altrimenti verrà inghiottito dai misteriosi orrori che lo circondando.
Eccolo in video:
