Parola allo Staff – L’eredità dell’E3 2012
L’E 2012 è arrivato alla conclusione lasciando anche quest’anno, come sempre, scorie e felicità. Quest’anno l’attesa era tutta per il Nintendo Wii U, che dopo l’annuncio dell’anno scorso avrebbe dovuto presentarsi in pompa magna per assicurare a tutti i videogiocatori una grande rivoluzione, come solitamente ci si attende dalla grande N. Così non è, obiettivamente, stato. Microsoft e Sony non hanno presentato novità hardware, ma soltanto software, arricchendo il loro parco giochi con grandi novità o nuovi capitoli di saghe già note. La nostra redazione, dopo aver detto la sua nell’ultima puntata di SourceCast, riporta i propri pareri in maniera scritta criticando gli aspetti che sono risultati deludenti ed esaltando quelli che hanno soddisfatto le aspettative. Parola allo staff, insomma.
Il primo commento arriva da Marco "Mr. Faz" Fazzini, che, insieme a Jgor "Jeegsephirot" Masera, aveva già espresso la propria opinione nella puntata speciale di SourceCast dedicata interamente, appunto, all’E3.
Personalmente ho atteso questo E3 con grande trepidazione: da Wii U alle esclusive di Sony, passando per Microsoft e per i titoli di terze parti, di carne al fuoco ce n’era davvero parecchia. Mi rincresce un po’, quindi, il dover ammettere come questa edizione 2012 della fiera abbia deluso in parte le mie aspettative. Rischiando di essere additato come il più classico dei fanboy – ma tanto credo che tutti gli ascoltatori di Sourcecast ormai non abbiano più dubbi sui miei gusti videoludici – non credo di stupirvi dicendo che il mio oscar per quest’anno va a Sony: mentre Microsoft ha calcato un po’ troppo la mano sui titoli third party e Nintendo ha completamente sbagliato la scaletta chiudendo la sua presentazione con un anonimo party game, a mio parere il trittico formato da Beyond, God of War e The Last of Us ha dimostrato gli sforzi fatti per riportare su Playstation 3 delle esclusive da acquolina in bocca.
Un discorso a parte lo meriterebbe Tomb Raider, che qui mi limito a citare ribadendo il mio estremo interesse per questo reboot, risparmiandovi digressioni di lodi verso la storica Lara, non essendo questo il momento e il luogo.
Pollice in su, infine, per Zombie U e South Park, entrambi candidati ad entrare nella rosa di titoli a cui guarderò con più curiosità: il primo si è guadagnato la mia fiducia dopo essere stato l’unico titolo a dimostrare un interessante e creativo utilizzo del nuovo Game Pad, il secondo semplicemente perché l’irriverenza e il cinismo di Cartman e soci non possono mancare nella mia collezione di videogiochi.
Insomma, diciamo che nonostante tutto la magia dei videogiochi mi ha stregato anche quest’anno, facendomi comunque apprezzare quello che, se certamente non è stato il miglior E3 di sempre, mi ha comunque mostrato una manciata di titoli sui quali sbaverò da qui alla data di uscita. Intanto, con la fiera che volge al termine e l’hype che va scemando, inizio a guardare al futuro e ad immaginare come potrà essere il prossimo anno, con la presentazione dei giochi per le console di nuova generazione. E così il ciclo ricomincia, perché nonostante tutto ad ogni E3 ritorno sempre ad essere un bimbo alla vigilia di Natale.
Tocca poi a Mario "Omega" Petillo esprimere il suo, ben noto, disappunto nei confronti del Wii U, già espresso in alcune precedenti puntate di SourceCast e nel corso del liveblogging della pre-conference della grande N.
Non sono sicuramente un fan delle fiere à la E3, sarò sincero; vuoi un po’ perché la Gamescom mi ha dato un tanto nausea, vuoi perché oramai non riescono a propormi più niente di interessante. Stavolta ero leggermente interessato dal Wii U, non perché sia un grande fan della Nintendo, ma perché all’arrivo di una console nuova riesco a emozionarmi almeno un po’. Nel pieno della meraviglia, ancora non sfumata, per la PsVita e nel tentativo di far ancora nascere una scintilla tra me e il Nintendo 3DS, destinato a una storia d’amore che non sboccerà mai, la grande N ha saputo distruggere tutte le mie aspettative. Una console che propone il solito casual system che sta rendendo sempre più nota la Nintendo (dov’è la serietà del GameCube? Dov’è la profondità del Nintendo 64?) ostentando il tentativo di andare a colpire quella fetta di videogiocatori che si sta lanciando sempre più nel videogioco/passatempo e non videogioco/cultura. L’abbiamo già detto in qualche puntata precedente di SourceCast: sono finiti i proiettili, o forse è terminata la parte iniziale della linea parabolica che prende il colpo di una qualsiasi arma da fuoco. Ora siamo nella fase discendente. Del Wii U non salvo nemmeno Rayman Legends – il che è tutto dire – che mi costringe, a quanto pare, ad accompagnarmi a un secondo giocatore per gestire contemporaneamente Rayman e l’Ape. Orribile. Così come è orribile vedere una ragazza che canta con un microfono e nel frattempo deve tenere un tablet in mano. Perché? Invece di rendere più libero il videogioco adesso saremo costretti a tenere un controller grande tre volte i precedenti e per cosa? Per portarcelo quando andiamo al bagno? Sarebbe il caso di tornare a leggere mentre espletiamo le nostre funzioni.
Positive invece le proposte arrivate da Sony, non tanto da Microsoft. Non ho mai seguito Tomb Raider, né come film né come videogioco, ma quello presentato da Square – Enix sembra essere il motivo giusto per stringere la mano a Lara. Ma il titolo che più mi ha colpito, perché fondamentalmente sono molto sensibile al fan service, è South Park. Sebbene abbia perso il contatto con la serie più irriverente di sempre – che però sento di poter riprendere da un momento all’altro – non è per niente svanito il mio amore innato per Cartman & co. Ricordo con piacere quando sulla prima PlayStation passavo ore giocando a Sout Park Rally e attendere ora The Stick of Truth, per il quale bisogna aspettare appena un anno, sarà sicuramente un ottimo passatempo. Esco poi deluso anche dal nuovo Splinter Cell, perché ho amato Sam Fisher, da sempre, e oltre a confermare gli scempi di Convinction, Ubisoft ha ben pensato di addolcire il pubblico degli shooter e accettare – con un’accetta, s’intende – quello degli stealth. Il videogioco s’è appiattito, l’E3 l’ha dimostrato e con esso anche Reggie, che nel 2012 si emoziona ancora e ha il coraggio di lasciare la conferenza mostrando un ulteriore video di Nintendoland, la più triste delle operazioni videoludiche dell’ultimo secolo.
La contestazione nei confronti di Nintendo continua anche nelle parole di Jgor "Jeegsephirot" Masera, che però ha motivo di esaltare la manifestazione di Los Angeles.
A discapito di quanto si può recepire in giro, trovo che l’E3 2012 non è stato affatto un cattivo E3. Indubbiamente ci si poteva aspettare di più da certi nomi, tipo Nintendo, ma in una visione più grande di tutto ciò che è stato presentato e mostrato nella fiera losangelina, direi che di carne al fuoco ne abbiamo parecchia.
Inutile ricalcare quanto io abbia apprezzato e apprezzi il nuovo reboot di Tomb Raider, che già candido come potenziale GOTY 2013. Ma come non poter rimanere estasiati anche di fronti a titoli del calibro di Beyond, il nuovo gioco dei Quantic Dream, God of War: Ascension, prequel della celebre saga dei Santa Monica, e soprattutto The Last of Us, il titolo che mi ha obbligato ad applaudire alle 4 del mattino davanti al monitor del portatile. Solo questi tre titoli appena citati dichiarano Sony "vincitrice" di questo nuovo E3, sempre se si possa parlare di vincitori in un evento del genere.
La migliore sorpresa, però, penso sia stata la nuova IP di Ubisoft Montreal, ovvero Watch Dogs, che ha lasciato tutti esterrefatti e ansiosi di saperne di più. E la lista dei titoli che mi ha colpito non si fermerebbe qui, perché mi occorrerebbe un intero articolo per elencare e descrivervi i giochi e gli annunci che più mi hanno destato interesse e che meriterebbero di essere citati, come Star Wars 1313 di cui nessuno parla, ma ha lasciato il sottoscritto a bocca aperta.
Delusione e amarezza, infine, per la già citata Nintendo che nonostante due pre-conferenze e una conferenza, non è riuscita a presentare al pubblico la nuova console Wii U in maniera soddisfacente. Tutti ci saremmo aspettati, finalmente, dei dati tecnici, una data, un prezzo e, soprattutto, una line-up convincente, mentre invece ci siamo ritrovati solo con: una revisione del pad, tanto social e una line-up che soddisfa fin troppi pochi palati, limitandosi solo a prime e terze parti interessanti, ma non eclatanti (come il New Super Mario Bros U, Rayman Legends e ZombiU).
Tirando le somme si può constatare come ci siano stati alti e bassi, ma fortunatamente trovo che i primi rappresentino la maggioranza, tanto da decretare questo E3 come un successo e le prospettive adesso sono quelle di un 2012 e inizio 2013 senza precedenti.
È il turno, poi, di Luca "Knukle" Maiorani, che in maniera ancora più tragica dei precedenti condanna la kermesse di Los Angeles per la sua poca innovazione.
Cosa si può dire di questo E3?
Da un punto di vista prettamente personale credo sia stato uno degli E3 meno coinvolgenti. Mancava quel senso di stupore che aveva sempre caratterizzato i precedenti expo, e soprattutto, è stato una delusione per quanto riguarda Nintendo. La Grande N ha messo su una presentazione fiacca, non solo dal punto di vista dell’intrattenimento (dov’era Iwata?), ma anche e specialmente da quello espositivo. Di titoli importanti se ne contano pochissimi, i soliti first party telefonatissimi (Super Mario Bross U, ad esempio) e qualche third party di publisher scontati come Ubisoft, senza parlare dell’alone di mistero che ancora avvolge le specifiche tecniche del Wii U. Insomma, Nintendo tenta di entrare nella prossima generazione con una macchina già vecchia che, oltre a nuovi prodotti, propone titoli di vecchia generazione come Mass Effect 3 e Darksiders II. Scusate se sembro disfattista, ma mi pare un flop annunciato.
Tralasciando le conferenze Ubisoft ed EA, che a parte i soliti e banalissimi Assassin’s Creed 3, Far Cry 3, Dead Space 3 e le espansioni di Battlefield, non hanno mostrato niente di veramente interessante, sono rimasto positivamente colpito da Beyond, con una Ellen Page digitale davvero strepitosa, a conferma ancora una volta che i Quantic Dream ci sanno fare. Che dire, come sempre Sony dimostra di avere fiuto per le esclusive, e anche quest’anno presenta un parco giochi entusiasmante, diversamente da Microsoft, che proponendo Halo 4 e Gears of War non sembra saper andare oltre Master Chief e co. The Last of Us mi ha letteralmente stregato, e l’unico rammarico è non possedere una PS3. Oltre Sony, spettacolare anche Star Wars 1313, specialmente se si è fan sfegatati della saga come il sottoscritto e si è sempre desiderato esplorare i bassifondi di Coruscant. Per me uno dei titoli più piacevoli dell’E3 insieme a Tomb Raider, reboot che continua a farmi storcere il naso (sono un nostalgico della vecchia, popputa Lara) ma che oggettivamente promette di fare scintille.
Interessante il video dimostrativo dell’Unreal Engine 4, posto praticamente in chiusura della fiera. Ci sono ancora alcuni problemi tipici dell’Unreal Engine, come l’eccessivo effetto bagnato dei modelli, e anche se la porta verso la prossima generazione è stata leggermente aperta, non sento quel senso di stupore che avevo provato nei precedenti salti generazionali. Voglio smascellarmi davanti a qualcosa di davvero sorprendente, ma tutto questo non c’è stato, ed in effetti forse è proprio questo che mi ha deluso. Mi sarei aspettato una maggiore attenzione verso il futuro, più che un susseguirsi di titoli per l’attuale generazione (comunque sempre ben accetti). Nintendo ha proposto la sua console next gen, è vero, ma non mi sento di puntare nemmeno un centesimo sul Wii U, console che potrebbe benissimo essere stata annunciata qualche anno fa e che non rappresenta per nulla il futuro. Cosa ci riserverà il futuro, quindi? Sicuramente ancora un anno o due di giochi per le attuali console, ancora molto lontane dalla dipartita.
In chiusura ecco Gianluca "Virgo Von Valentine" Gervasoni, che fa la voce fuori dal coro rispetto alle precedenti critiche.
Non c’è niente che non vada in quest’ultima edizione dell’expo, non la bistrattate. L’E3 è il fulcro d’ogni cosa; è il metro, il simbolo, il crocevia di ogni tendenza videoludica esistente. Oggi più che mai non parliamo della fiera dei misteri, parliamo di un evento programmato minuziosamente da mesi prima che abbia inizio. Al di là di qualche sporadica sorpresa dell’ultimo minuto, non c’è colpo di scena che tenga, specie se avete monitorato con occhio clinico l’intera annata o avete prestato orecchio alle pressanti cronache della stampa specializzata, quella che vi svela la posizione dei bulloni ancor prima che il palco sia stato montato. Non sarà allora che ogni delusione, quando non conseguenza di un hype selvaggio e irrazionale, sia solo il risultato della presa visione di uno stato delle cose che già conoscevate?
Ed ecco allora che la presentazione del Wii U si rivela una grande Noia, più che la grande Novità, semplicemente perché non fa che confermare l’arcinota nintendosofia della ricerca dell’originale, della pista alternativa che preceda ed aggiri la sfida dei titani, per cercare di arrivare al trono dal retro, in sordina. Iwata opta per l’occultamento, si nasconde lui stesso, ordendo trame dall’ombra "delle sottane" di Reggie. Tutto da copione, una strategia che ha già premiato in passato, ma che rinuncia preventivamente al futuro.
Ecco che Microsoft parte fluida e potente con Halo 4, ma poi compie errori già visti. Spende forse troppe parole ed energie su un avvenire macchinoso e superfluo, capace tanto di stupire quanto di rendere l’esperienza di gioco una touch-trappola tecnologica, consacrandosi poi al banale con una posizione preminente (iniziale o conclusiva che sia) regalata all’ennesimo Call Of Duty.
Ecco, infine, che Sony si pavoneggia sotto i riflettori, puntando tutto su una manciata di esclusive d’alta qualità (The Last Of Us e Beyond su tutte), capaci di stregare: applausi per Quantic Dream e Naughty Dog.
Della nuova generazione non c’è traccia, si sapeva; tutto ciò che di futuristico vediamo ci è offerto da qualche accenno a nuovi engine e da un Kinect che tenta ancora di trovare la via per il successo (con l’aiuto di EA e dei suoi prodotti), ma che non va oltre il riconoscimento vocale.
Insomma, in questa sagra del già visto, ringraziamo almeno che ci sia qualcosa per cui sgranare gli occhi e che i titoli meritevoli non siano pochi. Posto d’onore per Tomb Raider, che promette di riportare in auge, con grande stile, una sonnecchiante e decadente Lara Croft. Completa fiducia, almeno per ora, all’unica vera sorpresa di questo E3 2012: Watch Dogs di Ubisoft, questo affascinante sconosciuto.