L’angolo dello staff: Il Nostro Primo Videogioco
Il secondo appuntamento con lo staff di GS è, contrariamente al precedente, interamente votato al passato anziché al futuro: è difatti del loro primo videogioco che parleranno i diversi membri partecipanti a questo articolo; con nostalgia, forse con un filo di amarezza, ma con tanta gioia ripensando a quando il videogioco era un media semplice, dalle potenzialità sconfinate che solo in seguito sarebbero state ridimensionate dall’industrializzazione del settore. Quella del videogiocatore è una vita fatta di continue incarnazioni: quella nel corpo di uno smargiasso palestrato o dei giocatori della squadra del cuore, quelle nei corpi di detective, cavalieri, eroi ed infami e chi più ne ha più ne metta. Ma quanti si ricordano com’è iniziato questo amore per le molteplici vite che in quanto fan del media videoludico ognuno di noi si ritrova a vivere? Ecco qui i nostri titoli, quelli che in alcuni casi sono stati i primi a farci impugnare un joystick, o quelli che in altri sono stati catalizzatori d’emozioni tali da attirare a sè nuovi proseliti quali sono i membri del nostro staff.
La carrellata inizia con Mr. Faz, che ci parla di veri e propri pezzi di storia del videogioco:
Questo topic nostalgico mi costringe a tornare indietro a prima di DOOM, di King’s Quest VI, di Wing Commander e di sua maestà Super Nintendo… fino ad approdare su un pianeta sconosciuto nei panni di Keen. Commander Keen, per la precisione, il cui quarto capitolo è stato il mio primo videogioco in assoluto. Windows era alla versione 3.1 e i giochi si lanciavano ancora da DOS, e quell’insieme di pixel colorati occupava la minima parte di un floppy disk. Quanto divertimento, però! Si trattava di un semplice platform in cui il protagonista in stile Mighty Max (e anche qui chi se lo ricorda è bravo) attraversava livelli popolati da buffi antagonisti in grado di ucciderlo con un solo colpo, armato soltanto di una pistola a raggi e di un pogo-pogo per raggiungere le piattaforme più alte. Niente di che, se non fosse che per i suoi tempi si trattava di un gioco davvero divertente. Non vi fidate? Allora concludo dicendovi che gli sviluppatori alle spalle di Coomander Keen 4: Secret of the Oracle erano quelli della neonata id Software, che nell’immediato futuro avrebbe poi fatto letteralmente esplodere il mio amore per i videogiochi con la serie DOOM. Stiamo parlando dei primi anni ’90 e, a vedere i passi avanti che il mondo videoludico ha fatto da allora, mi sembra una vita fa: per fortuna il mio approccio ad esso non è affatto cambiato, e ancora oggi trovo titoli in grado di appassionarmi come fece quel primo, piccolo shareware a cui devo una delle mie passioni più grandi.
Tocca poi a Boskoz, che ci parla tornando indietro nel tempo, a quando era bambino (con lo stesso entusiasmo, ci permettiamo d’aggiungere):
La mia prima console, ma sarebbe più corretto chiamarlo computer, è stato il celebre "Commodore 64", la gloria degli anni’ 80, che mi ritrovai una mattina di Natale in salotto. Assieme all’enorme mole di periferiche (mangiafloppy. mangiacassette, tastiera) trovai anche una scatola da scarpe piena di giochi in musicassetta, oltre un centinaio, con accanto una busta di carta contenente gli auguri di mio zio e delle brevi istruzioni per farlo funzionare. Ero al settimo cielo! Ma ero anche smarrito…cosa provare per primo? La scelta fu chiara quando il mio sguardo riconobbe due parole amiche: Bruce Lee. A posteriori fui fortunato, perchè giocai per primo proprio uno dei migliori beat’em up di quella generazione. Audio minimale, ma ben caratterizzato, accompagnava l’atletico Dio delle arti marziali vestito in nero e giallo in giro per i livelli, molto colorati, alla ricerca di bonus da raccogliere, nemici da ammazzare (a suon di pugni e calci volanti) mentre si doveva far attenzione a non cadere in trappole mortali. I livelli erano dei veri e propri puzzle, con scale sulle quali arrampicarsi, frecce da schivare abbassandosi velocemente, porte da aprire azionando leve. Un gioco veramente completo, per combattimento e logica, che ho piacevolmente rigiocato tantissime volte e che non dimenticherò mai.
Viene ora il turno di Knukle, che rievoca momenti di studio (?) passati in compagnia di una gloria griffati SEGA:
Entrai nel mondo dei videogiochi molti anni fa ormai, e solo grazie ad un vecchio compagno di scuola. In un pausa tra un’operazione matematica e l’altra ci fiondammo sullo storico Mega Drive, dove mi innamorai di un porcospino blu, del suo amico a due code e di un echidna rosso dai pugni fiammeggianti. Il gioco era ovviamente Sonic & Knuckles.
Ero bambino, sui sette-otto anni, non ricordo, e forse fui rapito dai colori sgargianti, dagli animali antropomorfi o dalla musica scoppiettante. A pensarci bene, però, devo ammettere che quella era un’esperienza nuova, e quindi in fondo la magia della scoperta fu probabilmente tutta lì. E’ già facile stimolare la fantasia di un bambino con un libro, figuriamoci cosa accade quando gli mettete davanti un porcospino blu che corre a velocità sonica. E fu proprio la velocità folle, che, tornato a casa, mi fece pestare i piedi come un bambino capriccioso. Volevo a tutti i costi il Mega Drive.
Non fui accontentato se non dopo parecchi mesi, quando il Mega Drive era già una console datata (la Playstation sarebbe uscita di lì a poco), ma la magia di Sonic e Knuckles rimase rapinosa. Ci giocai e rigiocai, ma non credo di averlo mai finito. All’epoca i giochi erano difficili, non so se per merito degli sviluppatori o per il fatto che ero piccolo, e anche se privi di grafiche stratosferiche, la magia dell’avventura diventava uno stimolo allegro ed intelligente. Di quell’epoca gloriosa e di Sonic oggi rimane solo un’ombra sbiadita, ed è per questo che nella mia mente preferisco ricordare lo stupore di un bambino davanti ad un porcospino blu più veloce della luce.
Zoro83 invece ripensa a quando un fantasioso Jordan Mechner entrò nella sua vita (come in quella di milioni di giocatori passati e moderni) con il suo fantastico Prince of Persia:
Un giorno come gli altri del 1990 andai a casa di un mio compagno di classe. Lui era figlio di un Quadro della Olivetti e il padre gli aveva regalato un PC nuovo. Era eccezionale, aveva già l’Hard Disk interno da 10 Mbyte e Windows installato, ma non eravamo interessati a quello, bensì al DOS! Quel giorno provai per la prima volta uno dei videogiochi che hanno fatto la storia videoludica (e non solo) del mondo: Prince of Persia. Si metteva il Floppy Disk, si caricava il gioco con la stringa di comando e usando il comando RUN si poteva finalmente giocare! Un gioco epico, una grafica innovativa (il creatore utilizzò la tecnica del Rotoscopio per rendere più reale il gioco) e solo un’ora di tempo per finirlo! Per la prima volta i giocatori di tutto il mondo potevano vestire i panni del Principe di Persia contro Jaffar (il cattivo di turno, Gran Visir abile nella magia e nell’arte della spada) che aveva imprigionato la Principessa e, sempre per la prima volta, si poteva incontrare il Principe Oscuro (che vedremo anche nei seguiti di questa serie). La fortuna di questo videogioco dev’essere ricercata nella storia, nelle ambientazioni, ottime per l’epoca, e nella novità di dover sconfiggere i nemici con la spada e non usando un’arma da fuoco. E di fortuna ne ha avuta il Principe di Persia, tenendo conto che da oltre 20 anni escono videogiochi e addirittura la Disney ne ha realizzato anche una versione cinematografica!
Xsin invece interpreta quest’articolo in modo diverso, e ci parla del primo momento in cui si è emozionato per via del mezzo videoludico:
Pur rischiando di andare un po’ fuori rotta, non posso semplicemente soffermarmi sul primo titolo che mi abbia semplicemente impegnato di fronte ad uno schermo con un joypad fra le mani. Tra sale giochi, DOS, Nintendo e tutto il resto, molti sono stati quei cd (o cartucce) che mi hanno regalato diversi momenti di svago, ma fortunatamente, videogiocare per me non è più solo un passatempo. Regalare a Super Mario Bros World, Street Fighter II o Tartarughe Ninja (tutti per SNES) il titolo di mio primo videogame sarebbe esagerato, sia per l’età di allora, troppo tenera, sia perchè li giocavo e poi basta. Nemmeno i seguenti Spyro the Dragon e Crash Bandicoot possono meritare tanta importanza, semplicemente perchè sono arrivati prima. Prima di cosa? Di quell’opera che ha cambiato il mio modo di vivere i videogames, che mi ha aperto le porte di un mondo diverso, che mi ha fatto conoscere un intrattenimento completamente nuovi. E non è stato tanto per una oggettiva bellezza del gioco, quanto per le sensazioni che ho provato la prima volta che l’ho avuto tra le mani. Da quel giorno la mia cara Playstation 1 ha smesso di essere una console ed è diventata il mio primo amore, regalandomi tutte quelle emozioni che mi hanno reso l’appassionato di queste nuove opere d’arte che sono diventato oggi. Quella presentazione estasiante, quel sistema di combattimento così diverso, quelle animazioni eccezionali e quella trama così coinvolgente furono solo i primi sguardi di un nuovo, vero, Videogiocatore al suo primo, vero, Videogioco: grazie mille, Final Fantasy VIII.
Tocca dunque a Yevon, anch’esso legato ai ricordi del famoso SEGA MegaDrive:
Il mio primo videogioco… La scelta è stata soppesata per un po’ tra Sonic the Edgehog e il primo Age of Empires: proprio questi due sono i titoli che mi hanno introdotto al mondo videoludico, assieme a Mario e Luigi, assieme a Donkey Kong. Eppure ricordo che fu il magico Porcospino blu di SEGA il primo a farmi toccare un pad. Con la sua eccitante velocità, con la leggerezza del suo profondo gameplay, con i suoi livelli difficilissimi ma tanto-sono-un-bambino-che-ancora-non-fa-lo-schizzinoso-su-certe-cose incredibilmente divertenti, Sonic the Edgehog era il massimo. Era semplicemente fantastico mettersi davanti al MegaDrive e affrontare il Dr. Eggman, fare giri della morte come se la gravità fosse un’opinione, raccogliere anelli su anelli per accumulare vite extra. Ma soprattutto, era divertente. Ed è proprio il divertimento una cosa che oggi fa sentire la sua mancanza in campo videoludico. Grazie Sonic, per tutti quei pomeriggi spensierati, per tutte le parolacce che mi hai fatto imparare a dire all’età di cinque anni, e per darmi ricordi come questo.
Segue Omega, il caporedattore, che ci parla di titoli che molti utenti anche di recente unione alla community dei videogiocatori conosceranno:
È difficile dire quale sia stato il vero primo gioco. Quando ancora non avevo la PlayStation, che è stata la mia prima console nel 1999, giocavo spesso al PC, ma per lo più senza impegno quindi ogni gioco che iniziavo difficilmente finiva o magari proseguiva. Ricordo che addirittura uno dei miei primi giochi su uno sparatutto in prima persona dove l’avversario era un Hitler molto strano: solo quando ho approfondito la mia cultura videoludica mi resi conto che si trattava di Wolfenstein, il primo in assoluto della saga. Stessa situazione si è creata per Another World, per il quale ricordavo molto bene il primo capitolo, che poi era il massimo dove arrivavo: solo di recente ho capito come si chiamava e di cosa trattasse.
Insomma, visto che di primi videogiochi con questi non si può parlare, io come prima esperienza videoludica ricordo sicuramente Crash Bandicoot 2: lo acquistai insieme a Pac World per PS e me ne innamorai subito. Fu un’esperienza unica e io ancora oggi ritengo il Platform il mio genere preferito: Ratchet & Clank infatti per me hanno rappresentato una nuova giovinezza, e con loro anche Jak & Daxter e Spyro. Jason Rubin per me è stato fondamentale: senza di lui non sarei mai stato un videogiocatore. Avrebbe fatto più scena, sicuramente, dire che il mio primo gioco è stato Super Mario, visto che ci chiamiamo allo stesso modo, ma diciamocela tutta: io fino a due anni fa non avevo nemmeno mai toccato una console Nintendo, anche se ora le possiedo tutte tranne il SNES.
Infine tocca alla nostra Natsumi, unica ragazza tra i partecipanti, che ci parla di quella che è forse la mascotte più famosa di sempre:
Non ricordo con precisione quale fu il mio primo videogioco in assoluto, anche se da piccola possedevo il Commodore 64 (sono tra le veterane qui, essendo classe ’82!), e la mia lista dei preferiti è decisamente troppo lunga, ma uno dei giochi del passato che mi stanno più a cuore è indubbiamente Super Mario Bros 3. Era il finire degli anni ’80 e in tv trasmettevano spesso il film in cui un bambino – "Il piccolo grande mago dei videogames", questo il titolo della pellicola – vinceva un torneo videoludico completando in tempo record il mitico gioco per NES. Inutile dire che noi tutti bambini all’epoca eravamo in visibilio per le nuove avventure di Mario, che nel gioco si trasformava in rana o in procione, volando per i cieli in cerca di monetine usando la sua coda come propulsore! Io purtroppo allora non avevo il NES, quindi mi accontentavo di giocarci da un compagno di scuola, ma quando mi regalarono lo SNES, che è difatti la mia prima vera console, e con essa Super Mario All-Stars, beh, ho potuto finalmente sconfiggere Bowser di mio pugno…o quasi!
Eccoci qui, alla fine di quella che è stata una nostalgica cavalcata a cavallo tra gli anni ’80 e oggi: come avrete notato alcuni hanno titubato alla richiesta di ricordare un titolo nello specifico, un pò per acciacchi della vecchiaia ed un pò perché, in fin dei conti, è difficile ricordare con precisione che cosa si è giocato (nella maggior parte dei casi) in tenera età. Non possiamo non esprimere un certo rammarico per i giocatori più recenti per aver perso queste perle, dovendosi sorbire una generazione quanto mai superficiale nella sostanza (vedasi "Grande grafica = Grande videogioco): a tutti questi diamo il caldo consiglio di recuperare, se possibile, i sopraccitati capolavori, in modo da capire da dove arriva la passione che anima tutti noi membri dello staff nello svolgimento del nostro lavoro. E voi, utenti, che cosa ne dite? Qual è stato il vostro primo videogioco? Quale titolo ha saputo rendervi succubi delle follie del mondo virtuale, delle sue dosi di soddisfazione e frustrazione?