Global Game Jam 2011: il resoconto.
Cos’è il Global Game Jam?
Si è ormai concluso da giorni il Global Game Jam di questo 2011. Un evento giovane ma senza dubbio interessante nel panorama videoludico, che vede la partecipazione degli appassionati di tutto il mondo per la realizzazione di un videogioco. Per essere più precisi programmatori, grafici, designer, e musicisti in sole 48 ore, dovranno creare un videogioco partendo da zero, seguendo il tema annuale.
Un evento arduo ma divertente, che accomuna tutti gli appassionati in questa corsa contro il tempo che avviene nelle diverse sedi sparse in tutto il mondo. Quest’anno, per quanto riguarda Il Belpaese le basi erano Verona, Genova e Catania. Proprio da quest’ultima Gamesource ha seguito per voi l’evento durante questi due giorni (dal 28 al 30 Gennaio) proprio per far conoscere questo avvenimento così importante ma poco noto vista la sua giovane età. Scendendo più nei particolari, Il GGJ a Catania si è svolto all’interno del palazzo della facoltà di Ingegneria. In realtà esso si appoggia spesso alle strutture universitarie poiché fornite di attrezzature adeguate e sopratutto perché sono a stretto contatto con i giovani. Durante questi giorni infatti al di là della competizione tra jamers (ovvero i programmatori partecipanti) sono stati organizzati spettacoli, tornei di console, stand, in modo da avere una certa affluenza. Mossa rivelatasi vincente, anche perché grazie alla collaborazione con Sony è stato possibile provare Little Big Planet 2 in contemporanea alla sua uscita nei negozi.
Tornei, spettacoli e tanto divertimento
Entrando più nel dettaglio, il Global Game Jam 2011 è stata un’iniziativa davvero sfiziosa, grazie a un’ottima animazione e organizzazione che va oltre alla competizione tra i jamers. Com’è stato già scritto sono stati indetti molti tornei tra i giochi del momento come Pes 2011, Guitar Hero: Warriors of Rock e Street Fighter, insomma varie tipologie di giochi in modo da avere un pubblico vario ed eterogeneo. Inoltre la possibilità di provare Little Big Planet 2 ha incuriosito parecchio i giocatori, grazie alla celebrità e particolarità del titolo. Nei giorni successivi sono stati anche organizzati tornei di giochi da tavola per appassionati, e una piccola ma piacevole mostra, se così la si può chiamare, in cui venivano esposte console retrò come il Nintendo, Il Super Nintendo, le diverse versioni del Game Boy, quindi dal Pocket all’Advance, e anche pezzi davvero particolari come il Virtual Box. Ovviamente chi voleva poteva provare la console che più desiderava per fare un tuffo del passato davvero gradito.
Game Boy in bella mostra
Vi era anche una sala adibita di palco e stand. Molti spettacoli in diverse ore del giorno intrattenevano il pubblico con balli strampalati a suon di Kinect e Xbox 360, tornei di Link, di Super Mario e le già citate sfilate di Cosplay. Tra gli stand più interessanti ritroviamo quello di Age Of Games, uno degli sponsor del Global Game Jam 2011, in cui i responsabili Fabio Belsanti e Matteo Sosso erano disponibilissimi ad accogliere gli interessati, e anche a dare qualche consiglio a jamers più apprensivi. La facoltà resteva poi aperta durante la notte dare la possibilità ai partecipanti dei dar vita alle loro idee, e perché no, anche pazzie!
48 ore devastanti
Riassumiamo tutto: Il Global Game Jam è una competizione che vede la partecipazione di appassionati per la realizzazione di un videogioco basandosi sul tema annuale. Se avete seguito le news uscite qualche settimana fa dovreste sapere che i temi dei due anni precedenti sono stati "Finché restiamo uniti non avremo nessun problema", e "A key, a monkey or a donkey?". Quest’anno il tema è stato reso noto alle 17:30 del 28 Gennaio, dopo una interessantissima conferenza di cui parleremo a breve, e riguardava la parola "Estinzione".
Jamers all’opera
Una volta venuti a conoscenza del tema, i jamers si sono catapultati nelle aule interassate per mettersi già al lavoro. La facoltà è ovviamente rimasta aperta anche la notte, anche se chi aveva la possibilità tornava a casa per recuperare energie per il giorno dopo. I jamers tra loro erano molto amichevoli e disponibili, dando una bellissima atmosfera alla competizione. Molti progetti, come potrete immaginare, erano legati ai dinosauri, o ai cavernicoli, ma vi erano anche molte idee originali come giochi musicali. Novità succosa di quest’anno era inoltre la possibilità di usufruire di Little Big Planet 2 per la creazione dei una livello che per l’appunto seguiva il tema dell’evento, visto l’editor illimitato che il titolo offre.
Harajuku Girl e Xsin alle prese con Little Big Planet 2
Il vero volto dell’Italia nel mondo dei videogiochi
Nei giorni in cui si è tenuto il GGJ, si sono svolte delle conferenze davvero interessantissime per i temi che sono stati trattati. Tanti gli ospiti importanti, tanti i dibattiti, ma la verità che è venuta fuori da ciò è solo una: l’Italia è indietro nel mondo videoludico.
Tra gli ospiti che hanno fatto parte alle conferenze e che sopratutto hanno messo in luce questo problema alquanto grave troviamo i già citati Fabio Belsanti e Massimo Sosso, rappresentati di Game Studio (Genova), e PM Studio (Bari), la cui unione ha dato origine ad Age of Games. Esso è un portale che si occupa di produzioni ed edizioni di videogiochi, in particolar modo di RPG e giochi di strategia, e inizialmente nasce come portale inglese. E già questa affermazione dovrebbe far nascere delle domande. Perché un portale fatto da italiani deve nascere all’estero? Semplicemente perché l’Italia non dà possibilità di lavorare come lo si vorrebbe,, per la burocrazia lenta, per i costi elevati e sopratutto per una mentalità antica, conservatrice quasi. Il professore Giovanni Gallo, docente all’Accademia di Belle Arti a Catania, ha fatto notare come le scuole, e le università non formano i giovani per trovare spazio all’interno dei nuovi mondi tecnologici che si espandono sempre più nel mondo. Si preferisce rimanere ancorati nel passato, e quindi a non dare possibilità di inserimento ai giovani, sia all’estero che in suolo italiano. Lo stesso Fabio Belsanti aggiunge che le società in Italia preferiscono finanziare progetti stranieri anziché quelli italiani, tant’è che molte delle case di sviluppo sono auto-finanziate. Questi sviluppatori indipendenti vengono chiamati indie, come ad esempio gli Age of Games, mentre abbiamo i wannabe, realtà nate da poco Esistono diverse community per dar modo a questi sviluppatori di tenersi in contatto, di essere sempre aggiornati su questo mondo. Tra i più importanti ritroviamo Indievault creata da Vincenzo Lettera e che vanta la collaborazione di molti personaggi illustri.
È stato trattato un altro tema interessante. Salvo Mica, organizzatore dell’evento e responsabile di E-Ludo, porge a Fabio Belsanti la domanda che tutti i videogiocatori si pongono: il videogioco può essere considerato una forma d’arte? Senza dubbio, grazie anche alle nuove tecnologie, i videogiochi non sono semplicemente fatti per divertire ma per emozionare. Ormai i giochi di ultima generazione sono sempre più dettagliati sia nella trama, sia nella grafica che nel sonoro, tanto che possono essere anche chiamati film interattivi. Dunque se il film al cinema può essere considerato un capolavoro, perché non potrebbe esserlo un videogioco?
Il pubblico del mondo videoludico è destinato a crescere sempre di più negli anni a seguire. Si spera solamente che la mentalità antica degli italiani sarà pronta per avere la nuova cultura del videogioco.
Global Game Jam e Lucca Comics&Games
Altri ospiti, seppur non carnalmente presenti, sono intervenuti nella conferenza. Ambra Bonaiuto e Salvo Mica, organizzatori del GGJ a Catania, si sono messi in contatto con Emanuele Vietina, vicedirettore della più famosa fiera del fumetto e del videogioco in Italia: il Lucca Comics&Games. Ricollegandoci al discorso fatto poc’anzi, Emanuele Vietina ha affermato senza alcuna ombra di dubbio che un gioco è fatto di arte. Al Lucca C&G del 2010 infatti è stato riservato un museo ad Assassin’s Creed 2, e alla sua arte digitale. Questa tipologia di arte, di disegno, permette di catturare colori e luci che manualmente sono impossibili da ottenere, e si ha quindi un effetto che per gli occhi è pure magia. In un gioco poi come Assassin’s Creed 2 l’arte digitale è ancora più apprezzabile. I paesaggi fiorentini tinti dal rosso del tramonto, Ezio travolto dall’oscurità della notte, e questi sono solo alcuni esempi. Una mostra ricca e interessante e che ribadisce ancora una volta come la cultura del videogioco si sta affermando sempre più nel mondo. In seguito Emanuele Vietina aggiunge che inizialmente la fiera che si tiene a Lucca era riservata ai fumetti. Solo successivamente, precisamente nel 1993, sono stati aggiunti giochi da tavolo e videogiochi. Inutile dire che con questa aggiunta la fiera è cresciuta sia come pubblico che come spazio riservato agli stand.
Gioco vecchio stile
Non è detto che con il progresso nelle tecnologie i classici giochi da tavolo siano ormai superati. A tal proposito sono intervenuti membri dell’associazione Giochi da Tavolo Sicilia e il vincitore del concorso indetto a Lucca C&G 2010 riguardo le nuove proposte di gioco in questo ambito. Sono molti infatti i giocatori che preferiscono avere un contatto diretto, umano con il loro avversario o compagno. È vero, ormai vista l’importanza dei videogiochi i giochi da tavolo fanno molto riferimento a essi per capire quali sono le tematiche più in voga tra i giocatori. Ritornando al gioco vincitore del Lucca C&G si basa sul mondo dei gladiatori, il cui scopo è quello di aprire una palestra, attrezzarla al meglio nel personale e negli oggetti per far uscire potenti gladiatori, i quali si andranno a scontrare poi con i gladiatori di altre palestre. Il gioco è reso vario grazie alla possibilità di scommessa, di assunzione del personale e così via.
Realizzare un gioco da tavola non è affatto semplice in quanto solo il play-testing impiega diversi mesi. Vi è prima il play-testing interno svolto dagli stessi autori del gioco. Quello esterno fatto da gruppi estranei e infine il Blind free test che vede la partecipazione di gruppi autonomi. Anche in questo campo molti sviluppatori sono auto-finanziati, ma è anche vero che i team sono più piccoli e quindi più agili.
In conclusione
Il Global Game Jam 2011 si conclude qui, tra appassionati, pazzie che durano 48 ore, tornei, spettacoli e conferenze. Questo articolo ha il compito di far conoscere a più gente possibile, specialmente nel campo videoludico, l’importanza di questo evento. Non solo molti giocatori e amanti dei videogiochi possono incontrarsi, scambiandosi idee e consigli, ma si mettono alla prova per un mondo che, come abbiamo visto in Italia, è ancora avvolto nel buio.