Hands-on: Mortal Kombat al Gamescom 2010

Nel corso del nostro soggiorno a Colonia siamo stati invitati nello stand Warner Bros. del Gamescom per poter provare in anteprima l’ultimo promettente capitolo della lunga saga di Mortal Kombat. In molti si chiedono se questa volta i NetherRealm Studios, in passato conosciuti come Midway, riusciranno a riportare in vita questa serie considerata in continua decadenza dai fan; forse non siamo in grado di offrire una risposta certa a questa domanda, ma possiamo sicuramente illustrarvi ciò che abbiamo visto.

Esplosione oculare

Fin dalle prime partite salta subito all’occhio una grafica egregiamente resa e altrettanto dettagliata. Gli effetti speciali e il sangue, elemento portante della serie, così come gli smembramenti e decapitazioni, sono di ottima fattura e i modelli poligonali di personaggi, vestiti e arene sono veramente ben fatti e ricchi di dettagli ben definiti. Le arene, prese in disparte, sono veramente piacevoli da guardare in quanto vivono di vita propria: durante il combattimento ci si potrebbe addirittura distrarre osservando gli eventi che accadono intorno a voi. Ad esempio nella nuova versione del vecchio stage della pozza d’acido, che i fan della serie ricorderanno sicuramente con nostalgia, un povero condannato appeso ad una catena verrà continuamente immerso dentro e tirato fuori dalla mortale pozza verdastra da due aguzzini, il cui unico scopo è di abbassare ed alzare la catena, uscendone ogni volta col corpo sempre più consumato dalla corrosione, e la cosa andrà avanti fino a quando non sarà rimpiazzato dal suo stesso scheletro; o ancora, nella nuova versione dello stage sul ponte al chiaro di luna potrete vedere in lontananza due combattenti impegnati in un’avvincente sfida con tanto di colpi, parate, schivate e contrattacchi. Nel caso riusciate a non distrarvi guardando il combattimento disputato sul ponte di fianco al vostro, potreste cadere in una fase di stasi visiva osservando la splendida realizzazione del cielo notturno.

I personaggi non sono da meno, i loro vestiti e ornamenti sono ricchi di dettagli, oltretutto gli stessi modelli conservano lo stesso livello di dettaglio dopo essere stati martoriati dal nemico, offrendo alla vostra vista una ricostruzione abbastanza minuziosa dei danni subiti. Lividi, ferite, vesti strappate, armature distrutte, perfino i modelli scheletrici e muscolari visibili durante l’esecuzione di determinate mosse, il tutto è stato curato fin nei minimi particolari e lascia inevitabilmente una piacevole sensazione alla vista, a patto che abbiate abbastanza cuore da sopportare la rinomata violenza del gioco. Anche le motion, da sempre uno degli aspetti più poveri della serie, sembra siano state migliorate parecchio, ora si presentano decisamente più fluide e realistiche.

Visto che abbiamo iniziato parlando di grafica è opportuno fare un piccolo appunto prima di passare ad altro. Fin dagli albori di quest’ultima generazione di console si tende, per ogni gioco multipiattaforma, a paragonare la qualità grafica globale delle diverse versioni di gioco. Al giorno d’oggi questa pratica non ha quasi mai motivo di esistere vista la grossa professionalità con cui gli sviluppatori si dedicano nello sviluppo di questo tipo di giochi, tuttavia, nonostante la sempre minore percentuale di titoli multipiattaforma con grosse differenze grafiche, ancora oggi è possibile imbattersi in episodi di questo tipo; purtroppo l’ultimo Mortal Kombat pare essere uno di questi. Nella sala di prova erano disposte entrambe le versioni, l’una vicino l’altra, pronte ad essere utilizzate dai presenti. Entrambe le versioni erano proiettate sullo stesso modello di televisore ma solo una risultava più apprezzabile alla vista: la versione Xbox 360. La differenza era evidente, i colori della versione PS3 risultavano piuttosto cupi e spenti se paragonati alla controparte, non a caso molti dei dettagli descritti prima non riuscivano a spiccare allo stesso modo in entrambe le versioni benché fossero presenti. Va sottolineato che questa è solo un’ipotesi, il tutto potrebbe essere frutto di qualche impostazione settata in modo sbagliato nei televisori o nelle console, noi ci limitiamo a riportare quello che abbiamo visto. Fortunatamente la differenza sembra soffermarsi solo sulla visualizzazione, per il resto le versioni sono identiche.

Get over here!

Com’è noto il gameplay è stato completamente ricostruito dall’ultimo Mortal Kombat vs DC Comics, ritornando a quanto di più vicino alle origini della serie, pur cercando di rinnovarsi e stare al passo con i tempi; nel tempo concessoci abbiamo potuto constatare quanto è stato ripristinato e quanto è stato rinnovato. Come i fan ricorderanno, l’ultimo capitolo a conservare l’impostazione 2D fu il terzo, dopodiché arrivo la terza dimensione e i primi cambiamenti al gameplay. Ebbene questo capitolo riprende esattamente l’impostazione dei primi tre capitoli, l’arena ha solo due direzioni e i personaggi tornano ad utilizzare uno stile di lotta in parte personale e in parte condiviso. Tutti i personaggi ad esempio potranno eseguire il famoso e micidiale uppercut, cosi come lo sgambetto, ma non mancheranno mosse e combo peculiari diverse da personaggio a personaggio, oltre ovviamente alle mosse speciali. Da notare la presenza dei violentissimi colpi spezza ossa, una nuova chicca perfettamente integrata nel gameplay: caricando una barra apposita il vostro personaggio potrà eseguire uno di questi colpi che, se andati a segno, attiveranno una visualizzazione a raggi X del vostro nemico mentre il vostro personaggio è impegnato a distruggergli una o più articolazioni, e ovviamente queste mosse infliggono danni al di sopra della norma. Il tutto risulta perfettamente in linea con i vecchi canoni della serie, quindi nulla di troppo elaborato nel complesso, ciononostante rimane necessaria una certa dose di conoscenza del gameplay per uscirne vittoriosi. Quest’ultimo appunto farà senz’altro piacere ai fan di vecchia data, ma potrebbe anche deludere chi ha conosciuto la serie con i capitoli su PS2.

Finish him!

Una cosa che metterà d’accordo sia vecchi che nuovi fan è in assoluto il ritorno della tipica violenza che ha reso famosa la serie. Ad ogni battaglia voleranno galloni di sangue e non solo, le nuovissime mosse spezza ossa aggiungeranno quel pizzico di violenza in più di cui si sentiva fin troppo la mancanza dal capitolo con i personaggi DC Comics. Come parlare della violenza di Mortal Kombat senza nominare le famigerate fatality? Tutte quelle che abbiamo potuto visionare sono state estremamente cruente, come la serie ci ha abituati, con la differenza che la nuova veste grafica riesce ad esaltarne ulteriormente l’effetto. Busti spezzati a mani nude, amputazioni di arti, scaricate di missili pronte a disintegrare ogni singolo pezzo del nemico, stomaci e teste staccati brutalmente dal corpo dei nemici e poi puntati verso l’alto in segno di solenne supremazia e via dicendo, tutto spettacolarizzato dal connubio con la nuova dettagliata grafica. Purtroppo nella demo non erano presenti brutality, animality, babality o friendship, e gli addetti alla presentazione non hanno potuto confermare, e neanche smentire, la presenza di uno o più di questi colpi di grazia nella versione finale del gioco. In definitiva comunque chi voleva un ritorno della violenza gratuita tipica del nome Mortal Kombat rimarrà sicuramente soddisfatto.

Insomma, quest’ultimo Mortal Kombat promette di far risorgere il brand dalle sue ceneri, stabilizzarsi come un ottimo trampolino di lancio per i neofiti e chissà, magari tornare a dar battaglia nel campo dei picchiaduro 2D. Le nostre impressioni finiscono qui, prima di lasciarvi vi ricordiamo che il gioco non ha ancora una data precisa di uscita, rimane quindi atteso per un generico 2011 sia su Xbox 360 che PS3.

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