Quando, appena qualche settimana fa, Bethesda ha annunciato l’arrivo di un nuovo Wolfenstein, gli animi si sono piuttosto turbati, visti i tiepidi risultati del sequel del 2009. Quando a lavorarci dietro c’è Machinegames, software house sorta per mano di persone che hanno lavorato a eccellenze quali The Darkness e i due The Chronicles of Riddick, c’è speranza e interesse.
Nel corso della nostra prima giornata di E3 abbiamo speso un significativo ritaglio di tempo allo stand di Bethesda e toccato così con mano Wolfenstein: The New Order, non prima di aver osservato una presentazione a porte chiuse commentata da uno dei loro sviluppatori.
Partiamo col dire che questo nuovo capitolo è un reboot: il giocatore è nei panni del solito B.J. Blazkowicz, che per motivi non noti è rimasto in coma 14 anni, risvegliandosi negli anni ’60 in un mondo dove la Germania nazionalsocialista ha vinto la seconda guerra mondiale grazie a tecnologie segrete. A questo punto, la sua unica scelta sarà unirsi alla resistenza.
The New Order viene definito dai suoi sviluppatori un “action adventure shooter”, ovvero un FPS che combina all’azione elementi di esplorazione e una buona dose di interazione con l’ambiente e i personaggi, marchio delle loro precedenti produzioni.
Nella demo abbiamo potuto osservare un piccolo spezzone di gioco all’interno di un treno, in cui il protagonista si ritrova ad affrontare il “test di purezza ariena” di una certa fraü Engel, una folle ufficiale nazista (che parrebbe essere uno dei principali antagonisti), in cui saggiamo l’interazione con i personaggi e come essi reagiscono in base ai nostri comportamenti. Superato il test, B.J. avanza nelle carrozze per ricongiungersi ad una ragazza della resistenza, lasciando alle spalle follia e tensione, regalando un momento di serenità e sentimento, concludendo la prima parte della presentazione.
Nella seconda parte della presentazione ci sono state mostrate le fasi di azione del gioco, in un livello ambientato su un ponte ferroviario semi distrutto in cui si avanza tra macerie e vagoni deragliati. Qui possiamo scoprire che alcune armi non sono solo strumenti di distruzione, ma anche attrezzi per farsi strada tagliando grate e metallo, per avanzare nei livelli. Dopo una prima fase esplorativa, iniziano i combattimenti, dove si vedere la vera anima del prodotto: mitragliatici velocissime, fucili calibro 12 a ripetizione, un sacco di artiglieria che fa tanto casino e modalità secondarie che spesso si rivela esplosiva. Sì, Wolfenstein è tornato, ed è il presentatore stesso a sottolineare che il nuovo gioco vuole essere soprattutto un omaggio all’azione frenetica dell’originale. Ciò si nota anche nei design di nemici e livelli: i nazisti combattono con l’uso di armi tecnologicamente avanzate, ma con un certo gusto di primi anni ’90, nonché robot di varia natura, soprattutto bipedi, sui quali i nostalgici non potranno non tornare indietro con la mente ai nemici meccanici dell’originale titolo di Id.
La prova pratica si è svolta su Xbox 360, su cui appare decisamente di bell’aspetto grazie al motore Id Tech 5, già usato su Rage, ma con una cura delle texture e del dettaglio superiore. La sensazione di freneticità percepita a video permane anche nel corso del gioco, dove il passaggio di arma in arma con sempre più potenza e sempre più nemici, galvanizza il giocatore caricando di adrenalina e regalando immensa soddisfazione ogni volta che si osserva un avversario cadere a terra dopo un colpo di shotgun a bruciapelo o vedendolo saltare in aria con un bel lanciamissili, come ogni buon shooter dovrebbe fare. Un altro piacevole aspetto che sottolinea la nostalgia degli sviluppatori, è il ritorno dei segreti: il gioco è disseminato di passaggi nascosti facoltativi pieni di armi e munizioni, nonché tesori e collezionabili vari utili a sbloccare achievement. Ci sono anche dei “minigiochi” nel pieno stile degli ex-Starbreeze, come ad esempio lo sblocco di serrature elettroniche unendo due fili.
L’impressione finale di una mezz’ora di prova è che Machinegames stia seguendo con successo i suoi propositi, proponendo l’esperienza nostalgica promessa senza mancare di un tocco personale. Al di là di questo, non si può fare a meno di porsi la stessa domanda di qualche tempo fa, fatta da Warren Spector: abbiamo davvero bisogno dell’ennesimo sparatutto fatto di corridoi?
Appuntamento con la risposta a fine 2013 su Xbox 360, Xbox One, PlayStation 3, PlayStation 4 e PC.