Anarchy Reigns – Recensione ANARCHY REIGNS
Alzi la mano chi si ricorda di Mad World: si tratta di un beat ‘em up di qualche anno fa uscito in esclusiva per Nintendo Wii, ancora oggi ricordato per il livello di violenza decisamente fuori misura e per lo stile grafico alla Sin City, appositamente pensato per accentuare il rosso del sangue su uno sfondo insaturo, quasi del tutto in bianco e nero. Anarchy Reigns, sviluppato da Platinum Games e distribuito da SEGA, è da considerarsi il seguito spirituale del succitato Mad World: sebbene, come vedremo, la cruda violenza e il particolare stile grafico del passato abbiano lasciato il posto ad un prodotto videoludico decisamente più mainstream, i punti in comune di Anarchy Reigns con l’esclusiva Wii sono parecchi (a partire dal protagonista Jack Cayman, passando per qualche altro personaggio principale) e per questo siamo sicuri che i fan di vecchia data leggeranno con molta attenzione questa recensione.
Vi ricordate di Jack Cayman? Con quella motosega, difficile dimenticarselo…
In sintesi? Lotta da strada
Come cita il titolo di questo paragrafo, Anarchy Reigns è un beat ‘em up tridimensionale a tutti gli effetti: in sintesi, il gioco consiste in una serie infinita di scazzottate tra improbabili personaggi dallo stile decisamente orientale, naturalmente ognuno più tamarro e pazzoide dell’altro. La campagna in singolo occupa circa otto ore di gioco (da completare comunque quattro volte per ottenere il 100% dei trofei) e funge da ottima arena di addestramento per quella che in realtà è la vera essenza di Anarchy Reigns: il multiplayer online, dove orde di giocatori assetati di sangue saranno ben presto pronti a darsele di santa ragione.
A livello di gameplay non ci troviamo di fronte a nulla di particolarmente innovativo: le solite diverse combinazioni di tasti permetteranno di alternare attacchi leggeri e pesanti, da concatenare in combo brutali e coreografiche, mentre proseguendo nell’avventura si guadagneranno punti esperienza che permetteranno di sbloccare nuove mosse e potenziare il personaggio. Il vantaggio di utilizzare protagonisti potenziati ciberneticamente – e qui vi è una distinzione rispetto ai beat ‘em up tradizionali – è quello di poter contare su di una tecnologia alla Vanquish grazie alla quale sollevare automobili, afferrare missili e rispedirli al mittente, generare campi di forza o lame di energia, precipitare dai grattacieli senza un graffio, e via dicendo. In bilico tra il vecchio God Hand e lo stile nipponico di Fist of the North Star (del quale attendiamo con trepidazione l’imminente seguito), Anarchy Reigns è un titolo decisamente diretto e senza fronzoli, in grado di riempire di gioia il giocatore hardcore più esigente e, allo stesso tempo, di allontanare i giocatori alle prime armi che cercano giochi più curati e dallo stile più cinematografico.
Per rendere il gameplay più ricco e vario, Platinum Games ha pensato bene di inserire nel gioco anche una serie di eventi casuali che – sia in singolo che in multiplayer – avvantaggeranno o creeranno problemi al giocatore: da un bombardamento aereo al deragliamento di un treno, da un tir fuori controllo all’attacco di mutanti giganti, questi eventi casuali sono in grado di spezzare la monotonia di un gameplay che alla lunga rischierebbe di risultare troppo ripetitivo e noioso, rendendo imprevedibile l’esito di ogni scontro.
Improbabili combo violente e coreografiche al tempo stesso saranno all’ordine del giorno
Uno storytelling fumoso
Sotto il profilo narrativo non ci sentiamo di dare l’oscar ad Anarchy Reigns. D’accordo, in un titolo del genere la trama potrebbe benissimo essere ridotta all’osso e fungere da mero collante tra le frenetiche sessioni di combattimento, ma dal momento che Platinum Games ha deciso di osare un po’ di più – utilizzando lo stesso protagonista di Mad World e decidendo di continuare la narrazione di quella storia aggiungendo altra carne al fuoco ed altri personaggi – sicuramente i giocatori interessati alla storia si ritroveranno davanti ad un racconto fumoso e poco chiaro.
Altro problema che ci sentiamo qui di segnalare, è la poca accuratezza nel doppiaggio: nonostante questo sia completamente in italiano anche durante le scene di intermezzo statiche e non realizzate in computer grafica, durante le nostre sessioni di gioco abbiamo dovuto fare i conti con un fastidioso doppiaggio molte volte non in sincrono con il labiale dei personaggi. Ai fini narrativi si tratta di un dettaglio forse di poco conto, ma che allo stesso tempo mina ancora di più la già scarsa forza di una trama che di per sé risulterà a tratti incomprensibile ai più.
Fortunatamente possiamo riconoscere ad Anarchy Reigns anche dei meriti, primo su tutti l’incredibile carisma dei personaggi: tralasciando l’innegabile tentazione di acquistare la collector’s edition – venduta comunque in Europa a prezzo budget – per poter avere il personaggio di Bayonetta all’interno del gioco, dobbiamo ammettere che tutto il cast gode di un character design impeccabile che sprizza carisma da tutti i pori.
La collector’s edition vale solo per la presenza della letale Bayonetta
Nella mischia del multiplayer
Come dicevamo più sopra, Anarchy Reigns farà la gioia degli appassionati di rissa in multiplayer. Con ben tredici modalità di gioco, dalla più classica alla più stramba e innovativa, c’è davvero l’imbarazzo della scelta: si va dal classico Deathmatch a squadre al cattura la bandiera, passando per scazzottate in salto da un elicottero all’altro a pseudo partite di calcio. Convincente la battaglia con il numero massimo di giocatori supportati (ben sedici): i problemi di lag in questo caso si contano sulle dita di una mano e, benché alcune volte un rallentamento di troppo potrebbe decidere della vita o della morte del proprio personaggio, l’esperienza è tutto sommato fluida e godibile. Il basso prezzo al quale è stato commercializzato Anarchy Reigns (29.90 Euro) ha permesso una rapida diffusione e, nel momento in cui scriviamo (un giorno dopo l’uscita) le stanze del multiplayer sono già piene di giocatori ansiosi di entrare in partita, e i tempi di attesa sono ridotti all’osso.
(Il solito) scenario postapocalittico
Per quanto riguarda il profilo tecnico, Anarchy Reigns non fa certo urlare al miracolo: se dobbiamo spezzare una lancia in favore di un charachter design ispirato, molto anime oriented e davvero accattivante, siamo comunque costretti a segnalare un livello di dettaglio non all’altezza delle più recenti produzioni videoludiche di punta. Gli scenari e le ambientazioni, in particolare, appaiono ancora troppo spoglie e grigie, quando invece lo scenario post apocalittico alla Kenshiro avrebbe potuto essere sfruttato con più ispirazione e reso più vivo, per facilitare l’immedesimazione del giocatore all’azione e far apprezzare maggiormente l’avventura in singolo.
Di ottima fattura invece i filmati di intermezzo: mentre il trend del mercato tende ad abbandonare questo metodo di raccontare la storia, optando per sequenze più interattive e realizzate con lo stesso motore grafico del gioco, Anarchy Reigns fa un passo indietro e torna ai filmati in CG tanto cari ai videogiocatori con qualche anno in più sulle spalle. Queste sequenze nel gioco Platinum Games, lo ribadiamo, sono d’impatto e realizzate con una regia particolarmente attenta, pertanto meritano tutto il nostro appoggio.
Il character design è ottimo, la realizzazione tecnica di personaggi e ambienti un po’ meno
Verdetto finale
Dovremmo consigliare l’acquisto di Anarchy Reigns oppure no? Decisione difficile, molto più di altre. Analizziamo i principali pregi del prodotto videoludico di Platinum Games: semplice ma allo stesso tempo solido sistema di controllo, multiplayer frenetico e pazzoide al punto giusto, personaggi fuori dal comune e dall’immenso carisma. D’altro canto, è impossibile nascondere che il gioco in questione presenta anche alcuni difetti sui quali è impossibile chiudere un occhio: comparto tecnico non all’avanguardia, trama fumosa e non sempre chiara, monotonia di fondo per chi non giocherà online.
Detto questo, il consiglio risulta essere più chiaro: se avete amato titoli come Mad World, God Hand e Fist of the North Star e se vi piacciono i picchiaduro a scorrimento in generale, potete tranquillamente prendere in considerazione l’acqusito di Anarchy Reigns. Considerando la commercializzazione del gioco al prezzo budget, vi porterete a casa un titolo in grado di offrirvi molte ore di divertimento online, affiancate da una campagna in singolo che per essere completata al 100% richiede quattro new game, per un totale di circa 20 ore di gioco. Se invece ritenete che i titoli sopracitati siano noiosi, state bene alla larga dal gioco di Platinum Games: dopo qualche ora di divertimento rischiereste di riporlo sulla mensola per dare spazio ad altri titoli più di vostro gusto.