Dragon Trainer – Recensione Dragon Trainer
Fin troppo spesso è capitato che, nel mondo dei videogames, si incappasse in titoli dalla dubbia qualità, essendo essi tie-in di film o cartoni animati, e notare quanto gli sviluppatori si siano adagiati sugli allori contando sulla popolarità del film stesso piuttosto che puntare alla qualità del loro prodotto. Dragon Trainer è un bellissimo film della Dreamworks, il cui nome originale è How to Train your Dragon, ispirato dall’omonimo libro. Questo videogioco sarà di buona fattura o il solito tie-in scarsamente curato?
Tutto finito prima di cominciare
Solitamente, nei tie-in, abbiamo due tipologie di storie: in una di queste si percorre per filo e per segno la trama del film, con piccole o nulle differenze; nella seconda tipologia si mantengono i personaggi principali e qualche evento di fondo, e si cambia completamente la storia (come succede nel gioco di Wolverine: Le Origini, per esempio). Dragon Trainer è un tie-in che non ha a che fare con nessuna delle due tipologie, infatti è ambientato dopo la trama del film. Questo di per sé non sarebbe certo un male, l’unico problema è che in questo titolo la trama non esiste. Tutto ciò che dovremo fare è superare i cinque tornei di scontri tra draghi, intervallati da alcune piccole sidequest, allenamenti, o minigiochi, e osservare, alla fine di ogni torneo, un piccolo video di qualche secondo dove vedremo il nostro rivale fare "dispetti" più o meno gravi al fine di avvantaggiarsi per il torneo successivo. La totale mancanza di trama è un difetto fin troppo grande per un gioco simile, che finirà con l’annoiare ben presto.
Un drago contro l’altro
Il gioco si sviluppa come un picchiaduro alternato a fasi di free-roaming. Il protagonista, Hiccup (o in alternativa possiamo scegliere anche il personaggio femminile, Astrid), possiede inizialmente un drago (nel caso di Hiccup la Furia Nera) che dovrà far combattere nelle fasi principali del gioco, cioè quelle del torneo. In queste fasi da fighting game avremo a disposizione un attacco debole ma veloce, uno potente ma più lento, la parata, il salto, e il soffio di fuoco. Nonostante la quantità di azioni possibili, tra cui anche spostamenti laterali o scatto in avanti e indietro, il gameplay del combattimento risulta poco curato a causa essenzialmente di un bilanciamento quasi inesistente (basta premere triangolo all’infinito usando uno Spinato Mortale per vincere qualunque incontro), e a causa di movimenti estremamente macchinosi che non consentono di legare alcuna azione, a parte le combo predefinite dal gioco. Oltretutto, anche l’hitbox è poco chiaro, risultando in colpi che dovrebbero mancare il bersaglio e che invece vanno a segno.
Le varie azioni del nostro drago possono essere comunque ampliate andando nella Caverna del Drago. In tal luogo potremo cimentarci in un tutorial per imparare come si combatte, e anche far affrontare al drago delle prove, divise in attacchi da mischia e attacchi da fuoco, che superate sbloccheranno nuove tecniche e combo. Queste variano di drago in drago a seconda della loro razza, e infatti al termine di ogni torneo potremo scegliere un nuovo drago da aggiungere alla nostra squadra fino ad arrivare a un totale di 4 bestioni.
Oltre a ciò, nelle nostre scorribande purtroppo sono solo 2 i luoghi che è possibile visitare: il villaggio e le terre selvagge. In entrambi i posti potremo acchiappare bestiame o raccogliere piante e pietre da dare poi al nostro drago nella Tana del Drago per aumentarne il feeling con noi e alleviarne la stanchezza (in questo menù, oltre a far riposare il drago, potremo anche assegnargli dei punti per potenziarne le caratteristiche, ottenibili avanzando di livello, oppure personalizzarne l’aspetto scegliendo varie parti del corpo differenti e colori).
Per il resto, oltre a portare avanti alcune sidequest o missioni di storia, nel villaggio potremo andare dal mercante per comprare materiali o ricette speciali per alleviare più rapidamente le sofferenze del drago, mentre nelle terre selvagge è presente una caverna dove potremo cimentarci in 5 diversi minigiochi, ognuno con 3 diverse difficoltà, che ci conferiranno, così come l’allenamento, materiali e punti esperienza.
Tanto fumo, niente arrosto
Nonostante il titolo si attesti a livelli graficamente decenti, considerando il periodo di uscita, per tutto il resto non c’è quasi nulla che possa salvarlo dalla condanna a morte. L’audio presenta poche musiche, brutte e ripetitive, e il doppiaggio italiano non aiuta a portare più in alto la qualità del comparto sonoro. Il gameplay è noioso e ripetitivo e il combattimento è macchinoso e con moltissimi difetti, portando a livelli infimi anche la longevità che, con una modalità storia piuttosto corta, solo 2 piccoli territori da esplorare, e 5 minigiochi che provati una volta non danno stimolo di rigioco, non arriva alla sufficienza.
In conclusione
La regola che i tie-in sono prodotti di bassa qualità non vede la sua eccezione con Dragon Trainer. Questo titolo è decisamente rivolto a un pubblico di bambini che comunque potrebbero annoiarsi poco dopo. Una storia inesistente e un gameplay ripetitivo e macchinoso affondano un gioco che, in effetti, avrebbe avuto anche del buon potenziale.