Sengoku – Recensione Sengoku
I titoli della Paradox interactive ci hanno calato in numerosi contesti storici, dalla Roma antica alla seconda guerra mondiale. Mancava incredibilmente un titolo completamente dedicato ad uno dei periodi e dei luoghi più amati della storia, il Giappone e l’ epoca Sengoku. L’ Obiettivo del gioco? Ovviamente diventare il nuovo Shogun e porre tutto il Giappone sotto il nostro controllo.
L’ Epoca degli Stati in guerra
Il termine "Sengoku" dal Giapponese può essere tradotto nella nostra lingua come "Stati in guerra", un epoca di tumulti dove i numerosi signori feudali (Daymio) si scontravano continuamente tra loro per raggiungere la supremazia nel contesto di un Giappone diviso, dove il potere era di fatto spartito in mille rivoli tra clan e signori della guerra a discapito dello Shogunato (La guida militare del Giappone, il generale più forte, nominato dall’ Imperatore su un piano formale; questo aveva anche di fatto la guida politica, infatti all’epoca l’Imperatore non era altro che un garante della tradizione e più simile a un capo religioso che ad un sovrano). Il gioco, ovviamente, si propone proprio di rappresentare questo periodo storico del Sol Levante, un periodo nel quale di fatto i territori dei Daymio avevano un incredibile autonomia dallo Shogunato, avendo anche un amministrazione separata con leggi e persino tradizioni proprie, un periodo nel quale i feudi erano di fatto dei veri e propri "Stati" dentro una più grande realtà Giapponese.
Siamo un Clan
Dal passato paragrafo probabilmente il pensiero di molti lettori andrà subito verso un altro titolo che di recente si è ispirato a questo periodo, ovvero "Shogun: Total War" della Creative Assembly; i due giochi sono tuttavia completamente diversi tra loro. Shogun: Total War è un gioco che si concentra innanzitutto sulle battaglie strategiche in tempo reale, focalizzandosi solo in un secondo momento sull’ aspetto gestionale e diplomatico gestito invece a turni, in Sengoku invece le battaglie strategiche sono del tutto assenti (gli eserciti si scontrano in base a fattori come composizione, morale e generali, e si risolvono in modo automatico) come in tutti giochi Paradox, tuttavia ogni aspetto del gioco è in tempo reale, e i propri sforzi si giocano sul piano delle alleanze, della gestione delle proprie terre, e sopratutto del proprio Clan. Infatti Sengoku non si occupa solamente del piano Militare, Gestionale e Diplomatico, ma si occupa più di ogni altra cosa di aspetti molto più vicini al gioco di ruolo, poiché i vari Clan saranno concretamente formata da "Personaggi" che avranno relazioni diverse tra di loro, di lealtà, di parentela, e altro. Inoltre, ognuno di questi avrà le proprie caratteristiche che evidenzieranno in quali compiti sarà più adatto un dato personaggio, ad esempio ci potremmo trovare a preferire un uomo leale ad occuparsi del negoziare con i Ninja piuttosto che uno più capace ma che potrebbe tradirci. Inoltre ci saranno continuamente eventi che cambieranno i tratti dei personaggi, cioè caratteristiche che ne aumentano o diminuiscono le statistiche oppure sbloccano nuove catene di eventi per un personaggio, ad esempio un generale potrebbe acquisire un titolo di fama in battaglia e riceverne un ritorno sul piano dell’ onore. Avremo inoltre numerose possibilità per far rapportare i personaggi e quindi i clan tra di loro, ad esempio tramite matrimoni e scambio di ostaggi per rafforzare un alleanza.
Onore, tra luci e Ombre
Un nuovo affascinante sistema inserito da questo titolo Paradox è quello dei "Plot" (i complotti). Ad esempio, se scegliessimo di giocare nei panni di un membro minore del nostro clan, magari un semplice Kokujin (una figura che gestiva direttamente una parte del territorio del Daymio), potremmo cercare alleati tra i membri sleali del nostro clan per formare una fronda interna e causare persino una guerra civile per sostituirsi al capo vigente e ai suoi fedelissimi. Certo, un complotto può essere sempre scoperto dall’abilità dei sottoposti della vittima del complotto, vittima che potrebbe anche essere esterna al nostro Clan; infatti i complotti potranno essere utilizzati anche come una sorta di diplomazia segreta in cui numerosi piccoli clan potrebbero allearsi per avere la forza di rovesciare il controllo che è imposto su di loro da un Daymio molto più forte. Tutto ciò, in quanto azione disonorevole, costerà onore, ma tutto il gioco è di fatto un altalena in cui l’onore è la risorsa principale da guadagnare e da spendere (insieme ovviamente al denaro), una risorsa fondamentale che se scenderà sotto lo zero causerà il gameover dovuto al"Seppuku" (suicidio rituale che ha il fine di riconquistare l’onore per il proprio nome).
Conclusione
Sengoku ci offre la possibilità di poter giocare anche un po’ di ruolo nel turbolento periodo che rappresenta, cosa affascinante che ad esempio non ci viene offerta da un gioco interessante sotto altri aspetti come Shogun: Total War. Consigliato a chi vuole provare quest’ esperienza, e anche per chi ha la pazienza di voler imparare meccaniche non troppo comuni ai videogiochi degli ultimi tempi, il gioco infatti non è immediato ma è comunque comprensibile nel breve termine. Per tutti gli appassionati del genere, è ovviamente un acquisto dal non lasciarsi scappare.