Plants vs. Zombies – Recensione Plants vs. Zombies
La PopCap Games è una software house americana tuttofare: produce, sviluppa e distribuisce in tutto il mondo i suoi giochi tramite uno store online. È nota al mondo per aver prodotto soprattutto giochi per computer usciti sia per Windows che per Mac OS X, ma alcuni di questi giochi sono talmente popolari che sono stati convertiti per svariate piattaforme tra cui smartphones, console casalinghe e handheld. Dopo essere stata consacrata nella Computer Game World Hall of Fame con il gioco Bejeweled, nel 2010 il suo Plants vs. Zombies ha fatto vincere alla PopCap ben due premi su tre nomination ai Golden Joystick Awards ed altri tre premi ai Game Developers Choice Awards. Ed è proprio Plants vs. Zombies uno dei giochi che di recente ha ricevuto diverse conversioni fra cui una versione per iOS, una per Xbox Live Arcade, una in arrivo sul PlayStation Network e la recentissima conversione per DS.
Proprio di questa conversione sulla console Nintendo parleremo oggi per mettere in evidenza le differenze sostanziali fra la versione per PC e quella per la console portatile più venduta di questa generazione.
Make a lawn defense at any hour
Plants vs Zombies è un tower defence dove saremo chiamate ad interpretare un esperto giardiniere intento a coltivare agguerrite piante in grado di sconfiggere un’orda di zombie intenzionata a divorare il nostro cervello. Sebbene l’immagine di uno zombie che riesce a fare irruzione in casa nostra non sia proprio una delle più felici che possiamo immaginarci, l’ironia che pervade questo gioco ci farà dimenticare di tutta la cruenza che ha da sempre caratterizzato i non-morti in altri giochi presenti sul mercato. Ironia: questa è la parola chiave. Prendere sul serio questo gioco significa non godere pienamente ciò che Plants vs. Zombies è in grado di offrire. Come tower defence è sicuramente più semplice della media in quanto i nemici si muovono solo su linee predefinite (massimo 6) e non in uno spazio bidimensionale, ma la sua semplicità ed immediatezza unita ad un’abbondante dose di divertimento vi faranno apprezzare questo titolo, anche se siete fan dei classici tower defence o preferite strategici ben più complessi. Sarete talmente coinvolti che ogni volta che finite un livello penserete “ancora uno e poi smetto”, ma alla fine vi ritroverete a passare ore ed ore su questo gioco.
In quanto a controlli, l’utilizzo del pennino si rivela essere una scelta azzeccata: come il mouse nelle versioni per computer, l’uso del touch screen ci permette di compiere le azioni necessarie in modo rapido e preciso.
We are the undead!
La conversione su una console portatile fa emergere i limiti dell’hardware del DS, ma benché il sonoro non sia della stessa qualità della versione per PC, ritroviamo tutte le tracce della colonna sonora e tutti gli effetti che abbiamo già potuto apprezzare nella versione originale del gioco, grugniti di zombie e girasoli che cantano compresi, cosa che renderà sicuramente entusiasti i fan. La grafica invece è quell’elemento che viene maggiormente penalizzato dalla conversione: poiché a schermo può capitare che ci siano contemporaneamente decine di elementi fra piante e zombie, affinché il gioco non subisca notevoli cali di frame rate, gli sprites visualizzati a schermo sono molto meno dettagliati di quelli che abbiamo potuto ammirare in passato e questo per certi versi può suscitare una sensazione di delusione, ma si può facilmente comprendere quanto questa scelta sia stata necessaria affinché il gioco risulti fluido e ciò non rovini l’esperienza di gioco. Risultato che purtroppo non viene raggiunto pienamente in quanto, quando la situazione si riscalda eccessivamente, le animazioni risultano comunque sempre un po’ “scattose”.
In quanto a longevità ci manteniamo sugli stessi standard della versione per PC: la modalità avventura è la modalità principale del gioco ed è lunga 50 livelli suddivisi in 5 stages da 10 livelli ciascuno. Non molto a dir la verità, ma la rigiocabilità di questa modalità è piuttosto alta anche grazie alla possibilità di aumentare la difficoltà del gioco ed alla presenza di diversi trofei da sbloccare. Inoltre la presenza di diverse modalità aggiuntive fra cui la modalità mini-games (che presenterà sia vecchi che nuovi minigiochi creati apposta per la conversione per DS), quella puzzle e quella survivor, aumenta notevolmente la longevità del titolo, che diventerà un vero e proprio passatempo sia per sessioni di partite da 5 minuti che per ore ed ore passate per aumentare il proprio punteggio in modalità survivor. La presenza di una modalità Versus inoltre permetterà a due giocatori di sfidarsi con i propri DS: in questa modalità ogni giocatore dovrà ricoprire il ruolo di capo dell’esercito degli zombie oppure quello di provetto giardiniere e dare il via ad una battaglia senza esclusione di colpi.
Per concludere
Sebbene Plants vs. Zombies su DS non renda tanto quanto la sua controparte per computer, rimane comunque un gioco coinvolgente, appassionante ed estremamente divertente, danneggiato solo da una grafica non all’altezza del suo predecessore. La modalità Versus allungherà ulteriormente la longevità di questo gioco, ma già quelle in single player basteranno per causarvi una dipendenza che vi costringerà a tenere gli occhi incollati allo schermo della vostra amata console portatile.