Blue Dragon: Awakened Shadow – Recensione Blue Dragon: Awakened Shadow
Mistwalker ci riprova per l’ennesima volta con un nuovo capitolo della saga di Blue Dragon. Ricordiamo a tutti che il titolo vide il suo discreto esordio palesarsi sulla console di casa Microsoft qualche tempo fa; successivamente il franchise è approdato sulla portatile di Nintendo. I risultati ottenuti in questi anni, sia in termini di critica che di pubblico, non sono stati proprio soddisfacenti, quindi vediamo quali correttivi ha posto Mistwalker per questo ennesimo capitolo di un franchise di JRPG non proprio fortunatissimo.
Un anno dopo
Il gioco in questione racconta le vicende successive ai primi due capitoli della serie. Più esattamente ci troviamo a vivere i fatti narrati dopo un anno da ciò che è stato raccontato in Blue Dragon Plus. Alla base di tutto c’è un gigantesco bagliore paragonabile a quello di una bomba atomica che ha privato tutta la popolazione della propria ombra, compresa quella di Shu e soci. Va da sé che il nostro gruppo di eroi si impegnerà al massimo per fare luce sull’accaduto. Importante mettere in evidenza come all’inizio del gioco dovrete creare il vostro personaggio inedito. Egli comincerà la sua avventura in un laboratorio segreto, totalmente privo di memoria, prima dell’esplosione globale. Usciti dal laboratorio alla luce del sole ci renderemo immediatamente conto che il nostro personaggio è l’unico in possesso della propria ombra e, proprio per questo motivo, entrerà a far parte del party di Shu. La vostra particolare condizione privilegiata infatti susciterà la curiosità dei nostri eroi ed è proprio da questo momento che la vostra avventura avrà inizio tra mille insidie, combattimenti e dungeons. Una trama piuttosto semplice e scontata sottende all’intera esperienza di gioco anche se è importante mettere in evidenza come in ogni momento potremo saltare le sequenze non giocabili con il semplice uso dello stilo.
Dai, grinda anche tu
Come accade in molti altri esponenti del genere, anche in Blue Dragon Awakened Shadow dovremo dedicarci in massima parte al grinding per poter progredire al meglio nel corso dell’avventura. Il fulcro principale del gameplay infatti sta proprio in questo: dovremo in primo luogo affrontare le varie quest secondarie proposte per potenziare al meglio il nostro personaggio, dato che le battaglie sono particolarmente ostiche, e, di convesso, il vostro gruppo di alleati, composto da soli due individui, non vi darà per nulla una mano a causa di una intelligenza artificiale alquanto bassa rispetto al solito. Molto buono è invece il sistema di potenziamenti legato agli oggetti e ai vari items che ritroveremo nel corso dell’avventura. Tutti gli oggetti infatti hanno un valore intrinseco che fa sì che non ne sprecheremo mai nessuno: fondendo anche oggetti o armi inutili potremo dare luogo inaspettatamente a strumenti potentissimi che risulteranno essere parecchio utili in battaglia, oppure potranno essere venduti per monetizzare concretamente i nostri sforzi. Le battaglie, come già si è visto nel primo capitolo sulla console di Redmond, sono in tempo reale secondo lo schema degli action RPG. Avremo la possibilità sia di utilizzare la croce direzionale e i tasti frontali sia di gestire gli interi scontri tramite stilo. Il controllo classico è certamente più comodo e quindi nettamente preferibile, poiché per l’utilizzo dello stilo dovrete fare un po’ di pratica: non potrete infatti articolare contemporaneamente attacchi e movimenti e dovrete toccare lo schermo in successione in vari punti a seconda che vogliate attaccare, parare, utilizzare un attacco speciale oppure ancora muovervi all’interno dello scenario. Il processo evolutivo del party dopo le vittorie nei combattimenti è invece legato alla crescita delle ombre, ognuna dotata di caratteristiche peculiari utilissime in battaglia. Il nostro party potrà anche crescere grazie alla modalità multiplayer che ci consentirà di affrontare l’intera avventura con due alleati umani, cosa che aumenterà di netto il divertimento e soprattutto la facilità nell’affrontare gli scontri.
Belle ombre
Il titolo, dal punto di vista tecnico, utilizza al massimo il potenziale che il Nintendo Ds mette a disposizione. Gli ambienti e i personaggi, graficamente, sono stati ben realizzati e modellati, animazioni comprese, anche se forse un po’ ridotte all’osso. Anche le animazioni sono sempre piuttosto fluide, salvo negli ambienti un po’ più affollati come lo possono essere i villaggi popolosi. Il sonoro rientra nei canoni del genere, con tracce di sottofondo sempre molto azzeccate che poco innovano ma che sicuramente saranno apprezzate dagli amanti del genere, soprattutto nelle fasi più drammatiche e concitate di gioco. Anche il doppiaggio in inglese è di un buon livello, e ricordiamo comunque che l’intero titolo è stato sottotitolato in italiano.
Blue Dragon Awakened Shadow è un titolo caldamente consigliato esclusivamente ai veri amanti del genere, anche se, possiamo affermarlo senza tema di smentita, nel parco titoli del Ds si può trovare certamente di meglio. Il prodotto in questione, infatti, nonostante la componente strategica legata alla gestione delle ombre, una buona fattura tecnica e soprattutto la novità del multiplayer, non convince fino in fondo a causa di una trama scontata, un’intelligenza artificiale degli alleati piuttosto bassa e una gestione dei combattimenti tramite stilo alquanto difficoltosa.