Shadow of Rome – Recensione Shadow of Rome
Sulle orme del cinema
Sono tantissime, le persone che nel 2000 hanno apprezzato il capolavoro cinematografico di Ridley Scott “Il Gladiatore”; seppur il film avesse ben poco di realmente storico, la sceneggiatura, il casting e il resto hanno reso la pellicola un cult degli inizi del nuovo millennio. Tant’è che perfino la softwarehouse nipponica Capcom ne prese spunto (anche se non in maniera troppo esplicita) 4 anni più tardi per creare questo Shadow of Rome, titolo esclusivo per Playstation 2, osannato dalla critica, ma che non sortì le vendite sperate, andando a riempire la schiera di quei giochi “non capiti” dal pubblico.
Non capito o meno, resta comunque il fatto che quello che abbiamo per le mani ha davvero carisma e divertimento da vendere.
Dalle stelle… all’arena
La nostra storia prende vita nell’era precristiana intorno al 400 a.c. durante il dominio di Giulio Cesare. Mentre il grosso delle legioni romane capeggiate dal centurione Agrippa (il nostro principale alter ego) è impegnato in una campagna di conquista nei territori germanici, nella capitale avviene la tragedia: l’imperatore viene assassinato.
Ottaviano (il nostro secondo alter ego), nipote dell’ormai defunto Cesare, decide di fare luce sulla faccenda, recandosi nel foro romano per assistere al decreto del senato in merito all’accaduto.
Di fronte alla folla sconvolta si presenta niente meno che l’oratore Cicerone, che dopo un breve sermone decreterà Antonio Augusto come nuovo Cesare e accuserà il padre di Agrippa, Vipsanio, di essere l’esecutore dell’omicidio. Ottaviano è sicuro che si tratti solo di un intrigo politico e che il padre del suo amico sia solo stato offerto come capro espiatorio per coprire dell’altro.
La notizia giunge fino ai confini dell’impero e subito Agrippa fa rientro nella capitale intento a scagionare suo padre e smascherare la farsa che si cela dietro l’accaduto; purtroppo però l’unico modo per avvicinarsi a Vipsanio è quello di diventare il suo stesso carnefice, in quanto il senato ha decretato l’inizio dei giochi dell’arena e colui che vincerà sarà il boia del presunto assassino.
La furia e il silenzio
Con una storia così intricata, di solito ci si aspetterebbe quasi un gioco di ruolo, invece i programmatori hanno ben pensato di dividere il gameplay in due diversi tipi di sessione: una d’azione e l’altra stealth, ma vediamole meglio nel dettaglio.
Utilizzeremo in maniera alternata sia Agrippa che Ottaviano, e mentre il primo starà a dare e prendere mazzate nell’arena, l’altro dovrà farsi silenziosamente strada tra senatori e guardie romane per carpire più informazioni possibili sull’assassinio di Cesare e trovare il vero colpevole del golpe.
Le sessioni dell’arena saranno veramente tantissime, quasi tutte diverse e con obbiettivi ben precisi di volta in volta, in altre parole, non si tratta solo di entrare e uccidere tutti, ma ci saranno delle sfide particolari in ogni livello, come liberare gli ostaggi e scortarli all’uscita, distruggere tutte le statue della squadra avversaria, assediare una fortezza fittizia e perfino vincere la corsa delle bighe.
Non mancheranno ovviamente i boss e i livelli particolari, ma tutte le volte che scenderemo in campo potremo avvalerci di tante armi e metodi fantasiosi per sopravvivere e falciare gli avversari: questi metodi sono chiamati “raffiche”. Ogni nostra azione in combattimento avrà un particolare punteggio e un nome attribuito dal pubblico, ad esempio rubando un’arma all’avversario otterremo la raffica “bottino di guerra”, gettando un braccio mozzato verso la folla equivarrà all’azione “carne fresca” e esultare dopo una combo ci darà “orgoglio romano”; insomma, la violenza e il divertimento non mancano di certo, ma la cosa migliore di tutto questo è che per gestire i combattimenti avremo un sistema di controllo semplicissimo che permette di prendere confidenza con la cattiveria di Agrippa piuttosto in fretta. I tasti croce e quadrato serviranno per gli attacchi primari e secondari, il triangolo per lanciare gli oggetti e il cerchio per raccoglierli, mentre i tasti dorsali del pad li utilizzeremo per altre azioni come la parata, il lock on, abbassarsi, e per la visuale soggettiva in caso dovessimo mirare con precisione.
Menare fendenti, mutilare avversari e distruggere qualsiasi cosa ci si pari davanti è sicuramente esilarante, ma il gioco non finisce qui. Le sezioni stealth tra un’arena e l’altra le gestiremo nei panni del mingherlino ma astuto Ottaviano, alle prese con la politica e i segreti dei senatori di Roma, e purtroppo quando ci ritroveremo in mezzo non ci potremo nemmeno difendere.
Si potrebbe dire che sembra più una sorta di nascondino per molti versi, se non fosse per qualche simpatica variante. I compiti di Ottaviano variano dall’origliare discorsi al pedinare personaggi, ovviamente senza essere visto, e per nascondersi degnamente saremo costretti a diversi escamotage, come ad esempio stordire e derubare delle vesti: guardie, senatori e perfino le cameriere, o addirittura catturare topi e rane per lanciarle in mezzo ai gruppi di fanciulle e spaventarle per poter passare inosservati. Ce ne sono diversi altri di sistemi per completare i livelli, starà poi a voi decidere di volta in volta quale strategia adottare per procedere. Sarà anche possibile raccogliere dei sesterzi (monete romane) sparsi e nascosti nei livelli e recarci poi al mercato di Roma per fare acquisti e abbellire in questa maniera la stanza di Ottaviano con tappeti, arazzi e quant altro; attenzione però a cosa comprate, alcuni articoli potrebbero essere piuttosto pericolosi.
Roma vittoriosa
Sebbene moltissimi aspetti del gameplay e le scelte scenografiche rendano questo titolo un vero capolavoro, alcuni difettucci sono presenti.
Graficamente c’è moltissima carne sul fuoco, come la varietà dei singoli nemici e il dettaglio di textures e ambienti amalgamati in maniera esemplare, ma nonostante tutto, a volte si ha la sensazione che il motore faccia un po’ di fatica a gestire i modelli poligonali, rendendo l’intero titolo quasi “lento”.
Per quanto riguarda l’audio, si può dire che le tracce musicali sembrano tirate fuori da una colonna sonora di Hollywood, degna dei migliori film d’autore, come per l’appunto “Il Gladiatore”, e gli effetti non sono certo da meno, salvo per qualche piccola eccezione.
Come se non bastasse, l’intero gioco gode di una longevità e di una rigiocabilità davvero notevoli, perfino dopo averlo completato: molti perfezionisti infatti si divertiranno non poco a rigiocare le diverse sfide nell’arena per portarsi a casa i diversi trofei d’oro e sbloccare sfide, trucchi e quant altro il titolo ha da offrire.
Conclusione
Sarebbero ancora tantissime le cose da dire su questo Shadow of Rome, ma si rischierebbe di trasformare la recensione in un saggio universitario, comunque credo fermamente che chiunque ami il genere dei giochi d’azione (e quello dei giochi ibridi) si sia fatto un’idea di cosa aspettarsi da un titolo simile. Certamente chi ci metterà le mani sopra non ne resterà deluso.