Valkyria Chronicles II – Recensione Valkyria Chronicles 2
Nel 2008 Valkyria Chronicles rappresentò uno dei titoli più innovativi nell’ambito dei JRPG tattici: l’esclusiva PS3 ebbe un successo insperato presso i cultori del genere, ma le vendite furono ampiamente inferiori a quelle preventivate.
SEGA decise quindi di trasferire la saga su PSP con l’obiettivo di conservarne l’esistenza: il recente annuncio di un terzo capitolo, sempre sulla console portatile Sony, è più di un indizio del successo riscosso da Valkyria Chronicles 2 su handheld, nonostante non manchino le critiche, in buona parte immotivate, da parte di chi si aspettava questo titolo su console HD.
Il plot narrativo di Valkyria Chronicles 2 (戦場のヴァルキュリア2 ガリア王立士官学校) è ambientato nel 1937: la trama si potrebbe definire come allostoria, ma meglio ancora come semplice rivisitazione degli avvenimenti dei due conflitti mondiali da un punto di vista fantasy.
Il tema bellico abbondantemente trattato nel primo episodio non viene dunque abbandonato, ma è presente in misura minore: gran parte degli avvenimenti avrà luogo in una accademia militare Gallian, impersonando i panni di un giovane soldato, Avan Hardins, il cui unico scopo è indagare sulla morte del fratello Leon, anch’egli un militare venuto meno in battaglia in circostanze misteriose.
Le vicende per buona parte della trama avranno tematiche più disimpegnate rispetto a quanto visto due anni prima, vivendo più che il conflitto vero e proprio, la vita accademica all’interno della scuola.
A far da scenario, due superpotenze si contendono il controllo della Gallia: la Federazione imperiale dell’Est e l’Alleanza atlantica combattono per la conquista di un paese, la Gallia appunto, la quale vanta ampie risorse sul proprio suolo.
Il quadro si struttura come nell’immagine sottostante, con la regione in cui avrà luogo l’avventura stretta alle corde dai due imperi.
L’intreccio narrativo è nel complesso sopra la media: i primi mesi trascorsi all’interno dell’accademia probabilmente non entusiasmeranno, tuttavia il titolo subisce un’accelerazione, a livello qualitativo e di avvenimenti, nella seconda metà del gioco.
Discorso diverso per quanto riguarda la bontà dei personaggi: in Valkyria Chronicles si era avuto modo di approfondire solo alcuni character della Squadra 7; in questo capitolo, invece, i personaggi sono aumentati considerevolmente nel numero e nella caratterizzazione.
Al giocatore viene data carta bianca nel decidere a quali militari della Squadra G dare un ruolo di primo piano: se questo aspetto rappresenta indubbiamente un passo in avanti rispetto al primo capitolo, dall’altro ci si può trovare spesso dinanzi a cutscene filler che descrivono la maggioranza dei personaggi secondari, ma alle volte in maniera troppo sbrigativa e superficiale.
È doveroso nominare nuovamente le cutscene in quanto i disegni risultano eccellenti: la visualizzazione dei dialoghi è tale da ricordare sotto certi aspetti le Visual Novel.
Valkyria Chronicles 2 vanta un gameplay invidiabile, ereditato dal primo capitolo ed ulteriormente perfezionato: quello proposto è dunque un sistema innovativo nel genere che conferma le buone intuizioni avute nell’episodio precedente.
Andando con ordine, la visuale principale del menù è quella dell’accademia dall’alto: sulle varie icone selezionabili spiccano R&D Building e Drill Grounds; il primo vi permetterà di accedere ad una schermata di sviluppo degli equipaggiamenti e delle armi, compresa la novità del carro armato, in questo capitolo personalizzabile sotto molti aspetti.
La possibilità di crescita si basa sugli oggetti che otterrete come ricompensa dalle battaglie e che vi consentiranno di progredire nello sviluppo di nuove armi per i vostri soldati; inoltre, è disponibile anche una vera e propria modalità di craft che garantirà un grado di personalizzazione notevole.
Per quanto riguarda la seconda icona è invece legata in modo vero e proprio ai personaggi: il menù di sviluppo ad albero è nuovamente presente con più di trenta classi disponibili, i job avanzati si possono apprendere tramite l’acquisizione di crediti in battaglia, che consentiranno l’accesso al ramo successivo. Queste ultime disponibili da subito saranno Scout, Shocktrooper, Lancer, Engineer ed Armored Tech, ognuna con caratteristiche totalmente differenti. Nel corso dell’avventura sarà necessario sviluppare tutti i job, anche se alcuni vedranno un impiego minore rispetto ad altre, ma risulteranno altrettanto indispensabili.
D’altro canto non è così facile descrivere il BS della saga: si potrebbe definire come un ibrido, che mescola strategia e tattica a componenti action, il tutto amalgamato con gli elementi JRPGistici a cui si è fatto cenno sopra.
L’obiettivo che il professore vi impartirà sarà variabile di volta in volta: conquistare una o più basi nemiche, eliminare tutti i militari dell’altra fazione, difendere il proprio camp o raggiungere un determinato punto all’interno delle mappe: queste ultime sono più ampie del primo capitolo e consentono un’elaborazione della strategia raramente monotona e avvincente di volta in volta.
I turni sono regolati dai Command Points: ad ogni CP corrisponde un movimento ed un’azione di un determinato personaggio, eccezion fatta per alcune tipologie di Tank che richiedono 2 CP per essere utilizzati.
Una volta preso il controllo del character sul campo di battaglia, sarà possibile muoverlo per un raggio limitato dagli AP, variabili a seconda della classe del militare utilizzato; allo stesso modo anche l’azione eseguibile dipenderà dal job: i Lancer saranno maggiormente indicati per gli attacchi a lunga distanza in quanto muniti di lanciamissili e gli Shocktrooper nella mischia, grazie alle mitragliatrici.
Il BS è pressoché, specie aggiungendo altri elementi quali i Potentials, character traits che si attivano automaticamente in battaglia e che vengono appresi nel corso delle missioni: essi possono essere positivi o negativi, influenzati da fattori come il campo di battaglia, i compagni di squadra selezionati e le condizioni climatiche.
Altri traits sono gli Orders, abilità speciali attivabili con un costo in CP più o meno elevato, che se utilizzati garantiranno vantaggi in battaglia che possono comprendere l’incremento delle abilità di base e il potenziamento temporaneo dei personaggi.
Come per il capitolo precedente, su queste abilità si baseranno i risvolti della maggior parte delle battaglie: se da un lato in Valkyria Chronicles erano fonte di un grave sbilanciamento delle classi, ora sono stati ricalibrati garantendo un maggior equilibrio in battaglia.
Si è accennato all’ottima longevità del titolo: a questa solida base si deve sommare un postgame capace di intrattenere il giocatore anche dopo la conclusione della trama principale, una modalità multiplayer e DLC già disponibili.
Dulcis in fundo, il comparto sonoro non poteva non essere all’altezza del resto: il doppiaggio, solo in Inglese, si conserva su ottimi livelli, mentre la OST firmata Sakimoto (Tactics Ogre, Final Fantasy Tactics, Vagrant Story) raggiunge lo scopo di far immergere completamente il giocatore all’interno dell’accademia e della battaglie con themes evocativi.
Un titolo di cui si sentiva il bisogno, la ventata di novità portata dal primo capitolo è stata migliorata sotto pressoché ogni aspetto, puntando su una trama probabilmente meno impegnativa ma ugualmente avvincente nella seconda metà di gioco; Valkyria Chronicles 2 è la conferma della rottura dal classico gameplay su cui i tattici si erano basati per anni, garantendo un’esperienza ricca sotto ogni profilo di gioco, mescolando abilmente la staticità intrinseca del genere ad elementi action e ruolistici.