Sly 2: Band of Thieves – Recensione Sly 2: La Banda di ladri
Tendenza dei buoni sequel è quella di prendere la formula dei capitoli precedenti e, senza stravolgerla, elaborarla. Non rari sono i casi in cui seguiti di giochi blasonati o meno hanno deluso le aspettative (si veda Devil May Cry 2 o Spirito Guerriero, per esempio) dei fan, magari in virtù di uno stravolgimento a livello di meccaniche di gioco o, perchè no, di atmosfera: è per questo motivo che si ha sempre un po’ di preoccupazione all’atto d’inserzione del nuovo titolo della saga Y all’interno del tray della propria console. Il primo Sly era un ottimo platform, condito da spruzzate di stealth game, action, racing e pure FPS, e malgrado la qualità complessiva del lavoro era evidente che la formula ludica proposta potesse essere ulteriormente ampliata e rifinita: è dunque una fortuna che con questo Sly 2 Sucker Punch sia riuscita laddove molte Software House falliscono: creare un seguito all’altezza del predecessore, persino migliore.
Tre, il numero perfetto
Se nel primo capitolo ci trovavamo ai comandi del solo procione Sly, in questo nuovo episodio sarà possibile impersonare anche i suoi compagni di (dis)avventure: Bentley e Murray. Il primo è una tartaruga intellettuale che si trova piuttosto scomoda nel combattimento ravvicinato, prediligendo imboscate ed azioni furtive, il secondo l’equivalente videoludico di un wrestler messicano grazie ai suoi potenti pugni e ai suoi tuffi di pancia in grado di stendere qualsiasi avversario gli si pari davanti.
La storyline viene ripresa e si torna ancora una volta ad affrontare la nemesi di Clockwerk, acerrimo nemico del clan Cooper da cui discende Sly, proponendo tuttavia un cast rimpinguato a dovere per l’occasione e, ancora una volta, una visibilmente grande capacità di caratterizzazione dei personaggi e dialoghi ancor più pungenti. Fortunatamente il seguito ha abbandonato il percorso un po’ troppo child-oriented intrapreso dal capostipite, offrendo quindi personalità maggiormente sviluppate e trattamento di temi e valori in modo più maturo.
Principe dei ladri
Il gameplay, nei panni del furtivo Sly, è rimasto pressochè invariato: le capacità acquisite nel precedente capitolo ritornano e vengono ampiamente sfruttate per muoversi per i nuovi livelli progettati: non più aree ristrette ma distretti liberamente esplorabili e percorribili sia in orizzontale che in verticale, in grado d’offrire piacevoli varianti al susseguirsi d’eventi della campagna principale come la ricerca di determinati oggetti e il furto d’altri, aggiungendo la possibilità di rivisitare le aree in cui siamo stati condotti dallo svolgimento delle missioni principali per esplorarle al meglio e recuperare eventuali arretrati di valore, alla cui utilità giungeremo tra breve.
Se con Sly dunque i cambiamenti sono ben pochi, è con Dynamic Duo costituito da Bentley e Murray che le cose si fanno davvero interessanti: come già anticipato la tartaruga rifugge il barbaro corpo a corpo, ed è quindi dotata di una potente arma a distanza, una balestra, in grado di rendere innocui gli avversari addormentandoli, salvo poi infliggere loro il colpo di grazia tramite l’utilizzo di potenti bombe a detonazione radiocomandata. Murray è invece il vero e proprio braccio del gruppo: i suoi poderosi colpi manderanno facilmente KO qualunque avversario intenzionato ad ostacolarne l’avanzata, e malgrado una scarsa mobilità o tatticità programmabile, risulta un’aggiunta divertente e dotata di missioni molto varie.
Ed ancora una volta è proprio di varietà che il lavoro dei ragazzi di Sucker Punch può fregiarsi: missioni tutt’altro che ripetitive, locazioni ben differenziate e splendide da visitare in lungo e in largo, situazioni mai stereotipate o prevedibili: se nel primo Sly "Varietà" non faceva sempre rima con "Qualità", il contrario accade in questo capitolo, affinato e limato sotto ogni aspetto.
Ingegnosa, infine, l’idea di non relegare più le abilità speciali a semplici contenuti di casseforti nascoste nei livelli, ma di diversificarle in modo sostanzioso e di lasciare all’utente la possibilità di apprendere solo quelle desiderate (salvo rarissime eccezioni ai fini dello sviluppo narrativo): attraverso il succitato denaro guadagnabile è infatti possibile acquistare i potenziamenti per i singoli membri del gruppo, in modo tale da far crescere ogni individuo secondo il proprio stile di gioco.
Non tutto è oro quel che luccica
Se da un lato il comparto tecnico di questo "La Banda dei Ladri" è da lodare poichè è un evidente derivato perfezionato di quello del precedente capitolo, lascia un po’ l’amaro in bocca il notare come non siano stati profusi tutti gli sforzi utili ad ottenere un miglioramento netto ad un motore a tratti un po’ zoppicante a causa di saltuari cali di frame. Fortunatamente è tutto perdonabile in virtù della semplicemente splendida caratterizzazione dei livelli di gioco: grandi, vari, gustosti da esplorare e perfetti in quanto a soluzioni platformiche adottabili dal sempre agilissimo procione; magari un po’ impedenti per gli altri membri della banda e limitanti nel loro utilizzo per puro gusto esplorativo, ma pur sempre eccezionali a livello di design.
In Conclusione
Un applauso, a Sucker Punch, è dovuto: non solo il team di sviluppo è riuscito nell’impresa di mantenere il livello qualitativo del precedente lavoro, ma l’ha anche innalzato attraverso una serie di migliorie che, palesi o meno, contribuiscono a creare una grande esperienza giocosa. Sly 2 è dunque più grande, più serio, più appagante e divertente del predecessore. Certo, pecca ancora un po’ d’errori di gioventù a livello tecnico ed è eccessivamente user-friendly per gli utenti più esperti, ma mantiene in vita uno dei generi di maggior successo di sempre, e lo fa con gran classe.