The Legend of Kage 2 – Recensione Kage Densetsu: The Legend of Kage 2
Chi non muore si rivede!
Ventisei anni fa un ninja di nome Kage divenne leggenda per aver salvato la principessa Kiri da ostili nemici, nell’antico Giappone medievale. Era questa la trama del primo episodio di "The Legend of Kage", uscito per Nes nel lontano 1984. Un titolo senza pretese ma che all’epoca aveva saputo conquistare il pubblico videoludico. Merito del suo discreto successo erano le qualità acrobatiche di cui era dotato il protagonista. Numerosi remake sono poi apparsi nel corso degli anni su PSP, PS2 e Nintendo Wii, ma devono passare più di vent’anni per rivedere il leggendario ninja in azione su Nintendo DS con il nuovo titolo "Kage Densetsu: The Legend of Kage 2".
Nel mondo del Sol Levante questo secondo episodio è stata distribuito da Taito, mentre in Europa conta sull’appoggio di un prestigioso marchio come quello di Square Enix.
Una leggenda immortale… ma monotona?
Sin all’inizio del gioco questo secondo episodio mostra un elemento di distacco dal suo predecessore. Potrete scegliere infatti se affrontare l’avventura con il già citato Kage o con l’esuberante Chihiro, nuovo personaggio inedito.
Durante il tragitto però verrete attaccati da un gruppo di ninja spietati capitanati da Yukinosuke, un guerriero oscuro avvolto dal mistero. Purtroppo, nonostante le vostre capacità non potrete salvare la vostra principessa che finirà nelle mani dei cattivi. I demoni degli inferi infatti vogliono sfruttare il potere di Kirihime per i loro malvagi scopi. Compito vostro sarà quindi quello di riuscire a salvare la principessa affrontando ninja e boss nel corso dei tredici livelli. In sostanza, aldilà della scelta del protagonista, l’impostazione della trama di The Legend of Kage 2 è analoga a quella del primo episodio.
Come combatte un Ninja
I due protagonisti, Kage e Chihiro, sono equipaggiati in modo da poter fare attacchi ravvicinati e attacchi a distanza per colpire i nemici nascosti tra gli alberi o sulle alture. Nel caso di Kage, potrete usare la katana per gli attacchi fisici mentre gli shuriken per attaccare da lontano. Dal canto suo Chihiro potrà utilizzare il kusarigama per la prima tipologia di attacco e la catena per la seconda. Elemento sicuramente degno di nota è il Ninjustu. Nei livelli troverete delle sfere colorate che a fine livello potranno essere combinate, in un apposito menù, per creare tecniche speciali, come ad esempio soffrire meno i danni degli attacchi dei nemici, lanciare sfere di fuoco, attacchi di energia e così via. Ovviamente più andrete avanti nel gioco più scelta avrete nel realizzare queste tecniche.
Fatte queste piccole ma importanti precisazioni sulle qualità dei personaggi, è ora di passare all’analisi dei livelli. Il gioco è in 2D e voi dovrete proseguire sconfiggendo nemici su nemici prima di giungere al classico boss di fine livello. I livelli in sé, dopo averne affrontanti alcuni, sono particolarmente noiosi. Non dovrete far altro che premere ripetutamente i tasti d’attacco per far fuori le orde di nemici che vi attaccheranno a distanza o a stretto contatto da tutte le direzioni. Non sarà difficile eliminarle dato che basterà un solo colpo per uscire vittoriosi dagli scontri.
Molto più interessanti invece risultano essere le lotte contro i boss di fine livello. Ognuno è caratterizzato da mosse speciali e sono particolarmente potenti. La difficoltà infatti è ben bilanciata, rendendo gli scontri davvero avvincenti. Una volta battuto il nemico vi verrà dato un voto per la vostra prestazione e una ricompensa di sfere Ninjustu. Inoltre, durante l’avventura, ci saranno degli intermezzi con dialoghi tra i personaggi per far proseguire la trama. Tuttavia, le battaglie avvincenti contro i boss e la trama crescente non riescono a risollevare il gioco dalla monotonia dei livelli.
E per quanto riguarda lo stile?
Anche sotto questo aspetto The Legend of Kage 2 non riesce a dare il massimo. Come potrete vedere dalle immagini tratte dalle fasi di gioco, la grafica risulta piuttosto scadente. Si è sempre detto che non è la grafica a rendere un gioco un capolavoro, tuttavia l’occhio vuole la sua parte. Siamo ormai nel 2010 e i progressi tecnologici permettono di realizzare piccoli gioiellini grafici anche su console portatili come il Nintendo DS. In questo gioco invece vediamo personaggi scarni, non definiti in volto, insomma anonimi. Anche le ambientazioni che fanno da sfondo sembrano poco varie tra di loro. Ed è un peccato perché il Giappone offre certi spettacoli che potevano essere riprodotti con maggiore cura, e invece chi si ritrova ad osservare rocce ed alberi di diverso colore.
Per fortuna questo discorso vale solo sulle fasi di gioco, perché durante gli intermezzi e i dialoghi i personaggi sono molto curati. Basta soffermarsi sui dettagli che ricoprono gli abiti, le capigliature o le espressione del volto per vedere il grande impegno messo dai disegnatori. E sono proprio questi elementi, oltre ai loro discorsi, a caratterizzare i personaggi.
Per quanto riguarda il sonoro, finalmente si può dire qualcosa di positivo. I brani riportano il giocatore nell’antico Giappone medievale, e si adattano alle diverse situazioni che gli si presenteranno nel corso dell’avventura. Quando combatterete, infatti, potrete udire melodie più movimentate, mentre nei dialoghi potrete sentire brani più lenti ma solenni, facendovi immedesimare perfettamente.
Un gioco apprezzato e criticato
The Legend of Kage II è un gioco particolare. Senza ombra di dubbio si tratta di un titolo sicuramente non indifferente. Merito di ciò è il design accattivante dei personaggi, le scelta di due protagonisti ben caratterizzati, il poterli potenziare grazie al sistema Ninjutsu, e un sonoro ben riprodotto.
Dall’altra però vi è una grafica scarna, un gioco monotono e poco longevo. I livelli sono solo tredici, ma già dopo averne giocati un paio ne avrete abbastanza per un po’. I boss potrebbero farvi riprendere la voglia di giocarci, oppure la trama potrebbe riuscire a prendervi, ma rimane comunque banale… Insomma, un gioco che sta a metà. Potrà essere apprezzato dai fan per essere rimasto molto simile al suo predecessore, ma allo stesso tempo potrà essere criticato per le poche innovazioni nonostante siano passati davvero molti anni dal primo capitolo della serie.