Max Power Racing – Recensione C3 Racing
Inosservato
Ormai credo tutti sappiano come va la macchina del mercato dei videogames: solo un’idea vincente riesce a fare un buon titolo. Ne sono una dimostrazione tutti quei giochi che hanno rivoluzionato i vari generi del gaming, da "Gran Turismo" per i giochi di guida a "Final Fantasy" per gli RPG. Ma cosa succede nel caso contrario? Quando si partorisce un’idea non esattamente buona, o magari senza troppe pretese, è inevitabile uno sviluppo frettoloso che punta solo a piazzare il "gioco" sul mercato in modo da ricavarne più guadagni possibili. Ironicamente però, il suddetto titolo rimane solo come soprammobile ad accumulare polvere sugli scaffali in attesa dell’acquisto. Detto ciò, possiamo iniziare tranquillamente ad affermare che di certo questo C3 Racing non è un’innovazione nei giochi di guida.
Macchina del tempo?
Che grafica abbiamo davanti agli occhi in C3 Racing? E’ abbastanza strana. Alquanto lacunosa in certi punti, con degli insopportabili "tremolii" per quanto riguarda alcune textures, in particolare per quanto riguarda i cartelloni pubblicitari, e bad clipping per vari elementi dello scenario. Inoltre, le auto sono realizzate in modo che rassomiglino più a dei modellini di cartone e colla vinilica. La cosa strana però, è che nonostante la sua notevole inadeguatezza, la grafica ci prova comunque a convincere il giocatore, con effetti atmosferici come neve, nebbia e pioggia oppure depositi di fango sui paraurti e nuvole di fumo che volano dietro di noi sullo sterrato, o addirittura con dei danni visivi sulla carrozzeria. Purtroppo tutto ciò è reso ridicolo dalla bassa risoluzione del comparto grafico. Probabilmente gli sviluppatori sono molto affezionati al compianto Sega Saturn, e hanno deciso di "copiare" in qualche modo il motore grafico di quel Sega Rally che fece scalpore negli anni d’oro. Ora, considerando che questo gioco è stato pubblicato nel 1999, molto tempo è ormai passato da quando il titolo corsistico Sega era lo standard nel genere e possiamo concludere chiedendoci giustamente se vedere un titolo di questa portata grafica su PSX sia uno scherzo di cattivo gusto degli sviluppatori o meno.
Sì, dovrebbe essere una Renault Clio… fatta con Art Attack…
Indomabile
Ma l’avranno capito o no che per giocare il giocatore deve essere in grado di controllare la macchina? E’ proprio con il suo sistema di controllo, approsimativo e semplicemente ridicolo, che C3 Racing inizia a mostrare la sua poca cura. Ci troveremo a controllare vetture particolarmente instabili, che diventeranno semplicemente incontrollabili quando ci troveremo a guidare su sterrato et similia. In C3 Racing infatti saranno più le volte che staremo a litigare con il joypad, piuttosto che quelle in cui riusciremo a sorpassare le auto avversarie, cosa peraltro statisticamente impossibile. Infatti, a controbilanciare ciò, l’IA delle auto avversarie le fa sembrare virtualmente invincibili, mantenendo delle traiettorie "meccanicamente perfette" e un comportamento a prova di capottamento, mentre invece il povero giocatore sventurato si troverà a chiedersi come faccia una Renault Clio a sbandare come se fosse una Porsche 911…
E fu il gelo
Poco da dire anche per quanto riguarda la superficialità con cui è concepita la modalità Campionato, che dovrebbe essere fra l’altro la principale su cui il gioco dovrebbe poggiare le fondamenta. Una banalissima serie di gare in cui competono le auto divise in due classi, rispettivamente GTI (comprendente le utilitarie di piccola cilindrata) e Sport (comprendente le sportive più competitive). Per tentare di far passare inosservata la pochezza complessiva rappresentata dal titolo, gli sviluppatori hanno pensato bene di inserire a forza un numero tuttavia accettabile di tracciati situati in varie location fra cui il Perù, Roma e Monaco (quest’ultimo livello non somiglia proprio in niente alla vera Monte Carlo peraltro). Accettabile anche il numero delle auto a disposizione, nonostante tuttavia alcuni modelli siano vittima di "errori di battitura", come ad esempio una improbabile Nissan Skyline GT-X mai vista sul mercato mondiale che fa la sua apparizione nel gioco. La cosa più spiacevole è che una volta terminato il Campionato (sempre ammesso che se ne abbia la voglia per cominciarne uno) l’unica cosa che rimane è il gelo assoluto, in quanto non è presente alcun tipo di segreto o di modalità nascosta.
In quest’immagine emerge la poca cura impiegata nel realizzare gli scenari di gioco
For discotecari only
Anche il sonoro delude abbastanza in questo titolo. I rombi delle automobili sono paragonabili a quelli delle vetture radiocomandate a batterie e alcuni effetti sonori ambientali sono eccessivamente ripetitivi, rivelando la loro natura di loop inconcludente e irritante.
Ironicamente la colonna sonora è l’unica parte realizzata con cura di questo titolo ed è composta principalmente da brani dance e techno fra l’altro di realizzazione italiana, che farebbero la gioia di tutti coloro che apprezzano il genere, se il suddetto CD venisse inserito in un lettore musicale per la soundtrack, piuttosto che stare a lottare con vetture totalmente indomabili e una stagione agonistica inutile e mal concepita.
Ma ne avevamo davvero bisogno?
Arrivati a questo punto, viene spontaneo chiederci se ne valga davvero la pena di provare a inserire il disco di C3 Racing nella nostra PSX. La grafica primitiva ce la mette davvero tutta per immergere il pilota virtuale in un ambiente che di certo non rispecchia gli standard odierni dei driving games e sarà praticamente impossibile completare una stagione, a meno di non spendere mesi e mesi a lottare contro l’insulsa fisica delle auto da noi controllate e l’IA inverosimile degli avversari. Forse gli sviluppatori intendevano realizzare tuttavia un buon titolo, dedicato forse a chi bramava dal desiderio di usare le auto di tutti i giorni alla stregua di bolidi da corsa, magari applicandoci solo dei freni al carbonio o cerchi in magnesio. Ma per quello ci sono titoli validissimi con cui cimentarsi, come Forza Motorsport 3, la saga di Need For Speed e Gran Turismo. Mentre, più che altro nel vedere un simile aborto su CD-ROM, privo di originalità e cura tecnica ci viene da chiedere se c’era davvero bisogno di pubblicarlo.