Mushroom Men: The Spore Wars – Recensione Mushroom Men: The Spore Wars
Prima di iniziare
Chiariamo subito una cosa: Mushroom Men The Spore Wars è un gioco strano. Alterna alti e bassi in quasi tutti gli ambiti e dà l’impressione di essere stato “assemblato” da menti molto diverse tra loro. Sebbene risulti abbastanza omogeneo nel complesso, ci sono alcuni aspetti che stonano abbastanza.
Prime note dolenti
L’ambientazione è relativamente nuova: impersoniamo un simpatico funghetto di nome Pax (dalla camminata veramente buffa) che appartiene ad una tribù di funghi suoi simili. Questi hanno preso vita grazie a uno strano meteorite che contiene una sostanza sconosciuta, che dona poteri particolari a chi la sa sfruttare. Tra le tribù di funghi scoppia una guerra per il controllo dei frammenti di meteoriti rimasti, ma i funghi non sono i soli avversari del protagonista ( ne riparleremo più avanti). Il gioco inizia nel villaggio della tribù di Pax, dal quale è stato sottratto un frammento di meteorite. Il capo tribù richiede a Pax (dopo una sorta di tutorial sui movimenti base) di andarlo a recuperare. Così partiamo alla volta di nuovi mondi alla ricerca di questi pezzi, ma ben presto scopriamo che tutti quelli che incontriamo vengono assorbiti dal nostro corpo, per cui ci inoltriamo sempre più nel mondo alla ricerca di queste misteriose parti. Questa è la storia, non c’è altro. Nessun colpo di scena, nessun intervento divino, nessuna variazione al programma. Niente.
Pax con una delle armi più potenti nel gioco: il temibile Fidanzamento.
Aspetto grafico
La grafica non è male, ci sono pochi effetti, ma l’ambiente circostante è molto curato. Le texture sono di buona risoluzione e la varietà di colori del mondo non annoia quasi mai. Il gioco è fluido in quasi tutti i momenti, ho rilevato soltanto un paio di occasioni in cui c’è stato un visibile rallentamento (che per fortuna non ha influito su ciò che stavo facendo). In alcuni momenti però, si osservano effetti di clipping indesiderato, personaggi che fluttuano sopra le cose, o ci si incastra tra i poligoni degli oggetti e, solo con qualche difficoltà, si riesce ad uscirne. Un punto fortemente positivo è la facilità con cui si identificano gli oggetti con cui si può interagire: macchie verde fluorescente per gli items a cui si può applicare una “fungocinesi” o un’icona del puntatore che cambia simbolo per altri tipi di interazione.
L’interfaccia grafica è assente. Pur essendo un platform si possono equipaggiare e costruire armi diverse, sarebbe stato utile avere un modo di cambiare arma o assemblarla senza dover mettere in pausa il gioco. È assente anche una qualche indicazione sul nostro avanzamento di potere (il numero di frammenti raccolti). Tutti gli oggetti che raccogliamo fanno apparire una descrizione fugace a video, per poi sparire dopo pochi istanti. Spesso si perde di vista cosa si è raccolto (soprattutto se si sta combattendo).
La telecamera è un tasto dolente. Sono ormai dieci anni che esistono i platform in tre dimensioni, possibile che non siano ancora riusciti a capire come gestirla? L’unico modo per giocare bene è avere sempre il pollice premuto sulla croce del Wiimote, facendo in modo di avere il controllo manuale della telecamere perennemente attivo. Tutto questo porta, oltre che una grande scomodità, ad avere dei grossi problemi nei combattimenti, quando lo stesso dito deve premere anche il pulsante A, mentre si sta scuotendo il Wiimote.
Notevoli i bozzetti sbloccabili durante il gioco, anche se non sembrano destinati allo stesso pubblico del titolo: mentre la censura oscura tutto (non si vede uno schizzo di sangue né la morte di cose diverse da funghi o insetti), i disegni sembrano fatti per un gioco molto più dark.
Concept art di un attacco delle amaniti
Musica e suoni
La colonna sonora è azzeccata, non è troppo frivola, ma nemmeno monotona (varia per ogni livello). Gli effetti sonori sono ben fatti, sebbene non siano in gran numero. Purtroppo non si sa perché, spesso la musica cessa e ci si ritrova a giocare per più di qualche minuto nel silenzio assoluto. Benché questo possa piacere, non si capisce in base a cosa la melodia cessi o venga riprodotta.
Gameplay, wiimote e nunchuck!
Le azioni che si possono fare sono abbastanza varie, tutte gestibilissime dallo schema di comandi intuitivo. Come ho segnalato in precedenza, si possono assemblare armi ed equipaggiare quella preferita. Ne esistono 4 tipi differenti, ogniuno ha uno stile di combattimento diverso, ma non aspettatevi granchè. La stragrande maggioranza dei combattimenti si riduce a saltare con il pulsante A e scuotere il wiimote per colpire alla cieca (quando i nemici non sono bloccati nei muri). Il nostro Pax, man mano che raccoglie frammenti di meteorite, diviene sempre più robusto, riesce progressivamente a resistere a più colpi degli avversari, ma sfortunatamente non si ha ben chiaro quando ci sia questo avanzamento di capacità, in quanto non è indicato.
Il livello si finisce completando degli obiettivi (di solito raggiungendo il fondo dopo qualche combattimento), ma questi non vengono indicati all’ingresso del livello. Per poter visionare i target è necessario mettere in pausa il gioco, visualizzarli e tornare a giocare. L’ambientazione è abbastanza varia, per la maggior parte del tempo saremo tra i rifiuti umani abbandonati più o meno ovunque e potremo interagire con un discreto numero di essi (palline, scarpe, lattine, etc.). L’assenza di una mappa per indicare la posizione all’interno del livello è talvolta scoraggiante, mentre bisogna arrivare in fondo. Capita di non trovare l’anfratto nascosto nel quale bisogna imbucarsi, magari esso è sotto una marea di rifiuti che coprivano la visuale.
Non si capisce come mai in una guerra tra funghi (the spore wars, appunto) si debbano combattere insetti (che non hanno visibilmente avuto alcuna mutazione), topi, talpe e perfino tartarughe. È presente al termine di ogni livello “grosso” un boss da sconfiggere, purtroppo però non appena si capisce il meccanismo per eliminarlo, risulta parecchio più facile degli incontri casuali sparsi nel livello. Non c’è alcuna penalità per la morte, il livello non ricomincia, i nemici rimangono danneggiati, persino i boss rimangono nello stato in cui si trovavano prima della morte. Questo porta via un sacco di ore di gioco, ma soprattutto crea una sorta di “distacco” dal personaggio che non soffre, è inarrestabile. L’assenza di penalità e della possibilità di regolare una difficoltà di gioco, rende Mushroom men veramente troppo semplice per chiunque.
Cinque ore?
Si finisce in cinque ore circa. Spesso la difficoltà del livello sta nel riuscire a calibrare un salto millimetrico da una piattaforma all’altra (con la conseguenza di dover rifare una strada lunga per tornare al punto del salto). Altre volte non si riesce a trovare la strada essendoci “persi” in un mondo che non ci dà suggerimenti, senza una guida e senza sapere dove dovremmo andare. Nonostante questo, a volte si allunga la strada per raccogliere un frammento di meteorite in più, la storia dura circa cinque ore. Potrebbe capitare, inoltre, che si vada avanti troppo velocemente. Il gioco non sarà quindi in grado di sbloccarci i passaggi se non tornando indietro e cercando il punto esatto sul quale si doveva passare.
Non ha alcuna caratteristica che induca a ricompletare il titolo tranne dei (pochi) minigiochi banali. Cinque ore?
Tirando le somme
Mushroom men: The spore wars è decisamente un titolo strano. Pax (il protagonista) ha un accenno di profondità (in un occasione chiede addirittura perché assorbe i frammenti), ma tranquilli, è solo un accenno. Nonostante vari problemi e un general appeal decisamente strano, il titolo è giocabile per le sue (poche) ore. Dà l’impressione di essere stato buttato fuori in fretta e furia, ci sono spunti per un possibile seguito, alcune cose rimaste a metà (perché dare la possibilità di creare un numero considerevole di armi, se poi sono quasi tutte identiche?), i personaggi sono simpatici, ma solo per una questione visiva, non parlano mai durante tutta la storia, sono sottotitolati. In linea generale è un titolo piacevole, ma non vale i soldi che costa. Per gli appassionati del genere potrebbe essere un titolo interessante, per tutti gli altri il consiglio è di cercare qualcosa di meglio.