Final Fantasy Tactics A2: Grimoire of the Rift – Recensione Final Fantasy Tactics A2: Grimoire of the Rift
Nel 1998, su Playstation, uscì un gioco che rivoluzionò la concezione di gioco di ruolo per coloro che conoscevano solo Final Fantasy e il suo genere. La Squaresoft diede infatti alla luce Final Fantasy Tactics, un gioco a turni basato però solamente sulla strategia. Questo gioco si fece subito un’ampia cerchia di appassionati, che hanno dovuto aspettare 5 anni per il seguito: Final Fantasy Advance comparso su GBA. Ora abbiamo il terzo titolo: Final Fantasy Tactics A2 Grimoire of the Rift, che è senza dubbio uno dei migliori giochi sul DS.
Ad Ivalice, ancora una volta.
Il protagonista della vicenda è Luso, un ragazzino che già pregusta le sue vacanze estive alla fine della scuola. Ma le sue continue assenze gli hanno regalato una bella punizione da parte del prof, quindi prima di iniziare le vacanze è costretto a riordinare la biblioteca scolastica. Nemmeno comincia che subito Luso, annoiato, inizia a curiosare in giro, trovando uno strano libro che cattura la sua attenzione. Quest’ultimo ha la copertina e le prime pagine coperte da strani caratteri runici, mentre tutto il resto del libro è completamente bianco. Preso da questo mistero, Luso sembra però immaginarsi il libro chiedergli il suo nome. Divertito, come per ripicca al suo professore, lo scrive sul libro, e in quel momento il ragazzo viene trasportato nel mondo di Final Fantasy e più precisamente ad Ivalice. Li si ritroverà immediatamente in un campo di battaglia, e farà la conoscenza di uno strano essere, Cid, che gli spiegherà come si combatte e lo accoglierà nel suo clan, per poter cercare insieme un modo di tornare al mondo reale.
Strategia e tattica
Questo Final Fantasy non è un gdr comune, dove possiamo girare liberamente per la mappa del mondo come solitamente accade. Chi ha giocato titoli come Disgaea conosce bene il genere, mentre per gli altri, la versione Tactics è un gioco semplicemente di strategia.
Le battaglie si svolgono su un campo a griglia, dove noi muoveremo a turno i nostri personaggi e faremo attuare loro delle azioni come attaccare, usare magie od oggetti, tutte con un loro ben preciso raggio d’azione impossibile da oltrepassare.
A parte rare eccezioni, lo scopo delle battaglie è eliminare tutti i nemici presenti sul campo, e per farlo faremo uso dei personaggi nel nostro clan che possiamo customizzare come più ci piace, grazie anche a una enorme varietà di job a nostra disposizione, 56 per la precisione, alcuni dei quali limitati però a determinate razze di personaggi soltanto. La prima strategia principale è quindi appunto quella di creare una squadra ben equilibrata di modo da poter gestire al meglio ogni situazione. Ogni razza ha infatti i suoi pregi e i suoi difetti. Dei Bangaa, per esempio, sarannomolto ben disposti per job da combattimento fisico, le Viera tendono al combattimento a distanza, mentre i Nou-Mu sono specializzati in incantesimi. A questo punto viene la parte più complessa: la scelta dei giusti job. Non basta infatti utilizzare tutti personaggi capaci di infliggere danni a spadate, poichè questo porterebbe inevitabilmente alla sconfitta. E’ necessario quindi utilizzare anche personaggi di supporto e di cura, nella quantità e misura adatta e sufficiente a non pregiudicare una decente potenza di attacco.
Un’altra importante presenza in campo è il giudice: costui infatti all’inizio di ogni battaglia imporrà delle leggi (come ad esempio non utilizzare un certo tipo di magia, o non usare oggetti), e noi dovremo seguirle, a costo di subire delle penalità. Nel primo capitolo di FFTA, la figura del giudice era molto pesante: disubbidirgli significava infatti perdere i personaggi che erano andati contro la legge per alcune battaglie, durante le quali si trovavano in prigione. In questo capitolo fortunatamente la cosa è stata un po alleggerita: fintanto che seguiremo le regole del giudice godremo degli effetti di alcuni bonus, che perderemo nel caso contravvenessimo a una legge.
In questo capitolo i punti esperienza non vengono assegnati alle singole azioni dei personaggi, ma vengono assegnati in base all’utilità e al merito che quel determinato personaggio ha dimostrato in battaglia, questo significa che un personaggio che sconfigge un mostro non otterrà una quantità di punti esperienza così sproporzionata rispetto a un mago bianco che lo ha curato nello scontro. Anche i personaggi che non partecipano alle battaglie guadagneranno almeno dei punti Job, utili per imparare nuove abilità e non rimanere troppo indietro rispetto al resto del gruppo.
Importante elemento è il bottino che acquisiremo a fine battaglia: esso infatti può essere scambiato nel pub (che fungerà da menù generale nel quale customizzare la nostra squadra e scegliere la nostra prossima missione) tra un combattimento e l’altro per ottenere nuovi equipaggiamenti per i nostri personaggi. Tra una battaglia e l’altra proseguirà anche la storia tramite cutscene e dialoghi, ma con la presenza di circa 400 sidequest che rendono possibile l’acquisizione di esperienza extra e nuovi equipaggiamenti, non sempre sceglieremo di proseguire con la storia.
Pagella!
Partiamo dalla trama. Nonostante la presentazione sia molto simile a quella di FF Tactics Advance, gioco molto più infantile rispetto al suo predecessore, la trama di A2 è invece molto matura e profonda, cosa che farà felici in molti.
In parecchi saranno delusi per la mancata traduzione in italiano, ma per gli appassionati di giochi di ruolo l’inglese non è mai stato un ostacolo.
Graficamente il titolo presenta un 2d ben disegnato e colorato, e anche se le animazioni non sono delle più elaborate, vengono equilibrate da bellissimi effetti grafici ed artwork. L’audio non ha pecche, poichè le musiche sono sempre al posto giusto e donano la giusta epicità in ogni momento.
Anche la longevità si attesta su ottimi livelli, grazie ad una storia abbastanza lunga e a 400 sottoquest possibili.
Per concludere
Final Fantasy Tactics Advance 2: Grimoire of the Rift fa senza dubbio onore al titolo che porta. Una storia convincente ed interessante fa da sfondo a un gioco tattico tra i migliori in circolazione. Se l’assenza della traduzione italiana non sarà d’impedimento, tra le proprie mani si potrà avere uno dei migliori titoli DS in circolazione e giocarci per parecchie ore grazie alla sua longevità. Benvenuti a Ivalice, signori.