Holy War – Recensione Holy War
Ora, è il turno delle guerre religiose.
Come la storia insegna… o no?
Holy War quindi, come intuibile dal titolo, pone i giocatori al tempo delle Crociate e guerre di religione, conseguentemente ogni player sarà caratterizzato principalmente dal credo a cui aderirà. Di confessioni ne sono proposte tre: Cristiani, Saraceni e Pagani, e quella che preferiamo può essere scelta all’inizio del gioco, al momento della creazione dell’account. La decisione sarà però irreversibile (tranne nel caso dell’uso di un ticket a pagamento) ed influenzerà eventuali scelte successive: la coerenza c’è quindi in questo aspetto, poiché difficilmente si troveranno saraceni o pagani al fianco di crociati cristiani.
Terminata la registrazione, si potranno rapidamente osservare le varie possibilità offerte dal videogame.
Insieme al contesto storico, sono esposte efficacemente le meccaniche del gioco, relativamente semplici, e istruzioni dettagliate per tutto ciò che concerne il videogame, da sigle e simboli alle regole che stanno alla base di combattimenti e interazioni fra "clan".
Il giocatore, al fine di rafforzarsi e migliorarsi, dovrà compiere le azioni tipiche di questi RPG: lavorare per guadagnare oro, saccheggiare ed attaccare gli avversari per arricchirsi e fare esperienza, spendere denaro in equipaggiamento ed addestramento; potrà inoltre giocare d’azzardo, provando la sua fortuna e moltiplicando il suo patrimonio o dilapidandolo in poco.
Esistono quattro pezzi di equipaggiamento acquistabili: arma, elmo, armatura e scudo, reperibili presso il fabbro, mentre si potranno comprare pozioni di guarigione dall’alchimista ed un destriero (migliorabile anch’esso) dalla scuderia.
Infine, come in altri titoli del genere, ogni giocatore possiederà una propria dimora, che aumenterà la rigenerazione dei punti ferita e la difesa quando non si è impegnati in altre azioni.
E’ già stato fatto accenno agli "ordini": questi non sono altro che gilde, che possono contenere soltanto giocatori di una medesima confessione. La loro esistenza non è però un semplice contenitore o strumento per coprirsi le spalle: infatti, essi possono apertamente dichiararsi guerra e scontrarsi in battaglie campali, durante le quali membri delle gilde, mercenari arruolati ed anche volontari combatteranno una serie di avversari dello schieramento opposto, rendendo possibili guadagni maggiori o grosse perdite, sia fra singoli giocatori che fra gli ordini stessi.
Le battaglie campali non sono limitate unicamente a questi ultimi: con frequenze ridotte, avverranno battaglie sante per la conquista dei territori del mondo conosciuto, dove a fronteggiarsi saranno non gli ordini, ma direttamente le fedi. In queste grandi schermaglie non solo si potranno guadagnare elevate paghe, ma si scontreranno giocatori appartenenti anche a server (o "mondi") differenti: sono quindi combattimenti di enormi proporzioni, dalle quali dipenderà il dominio di una fede sull’altra.
Graficamente si presenta bene, con disegni di sfondo di buona qualità ed interattivi (sebbene tale interattività sia inutile) e modelli di equipaggiamento gradevoli alla vista, ma non sono artwork di qualità eccelsa che danno una spinta al gioco.
Come in ogni browser game FTP, anche in Holy War vi è la possibilità di acquistare un premium: questo è basato su ticket acquistabili anche via cellulare grazie al nuovo pagamento OneBip. I ticket potranno essere scambiati per monete d’oro, per cambiare confessione o per attivare il premium: questo concede vari bonus, tra i quali maggiore tempo possibile di saccheggio e lavoro, una più vasta scelta di equipaggiamento al mercato, una chat interna al gioco ed altri piccoli bonus.
Insomma, Holy War non cerca in qualche modo di spiccare vistosamente fra la marea di browser game da cui ha copiato ma seppur rimanendo nella media e non avendo chissà quali pregi, possiede idee e possibilità discrete che lo rendono una scelta più valida dei suoi simili.