The Tale of Despereaux – Recensione The Tale of Despereaux
Il piccolo Despereaux ha vissuto una grande avventura che ora dovrà ripetere sulla console portatile della Nintendo.
La trasposizione della trama
Il film, che annovera un cast di doppiatori degno di nota, arriverà in Italia solo nell’aprile del 2009, e non deluderà chi di Despereaux ne ha letto prima la storia. La trasposizione film-videogioco viene a sua volta da un altro riadattamento, ed è dunque lecito non avere grandi aspettative nei riguardi di questo videogioco.
"Le avventure di Meschino" è il titolo del libro scritto da Kate Di Camillo, che narra le vicende di un topolino, di una principessa, di una zuppa proibita e di un rocchetto di filo. Il film ha reso l’avventura più fanciullesca e scorrevole, ed il videogioco tenta di riproporla in piccoli intermezzi incentrati sulla lettura della sua storia. Questi però si contano sulla punta delle dita e riducono drasticamente la trama, sfatandone la bellezza. Non sorprendetevi quindi se il voto assegnato a questo aspetto sarà scarso.
La maggior parte degli ostacoli (comprese le trappole per topi) è evitabile.
Gameplay e comparto tecnico
La struttura del videogame è proposta interamente in 2D con modelli poligonali. Despereaux ha a disposizione trenta livelli per ricalcare la sua avventura, ognuno dei quali gode di una longevità insufficiente. Sarete infatti fortunati se riuscirete a terminarne uno in più di sei minuti. Salti, arrampicate e piccoli puzzle sono le prime carte che sfoggia il gameplay, per nulla articolato. Solo dopo i primi dieci livelli avrete la possibilità di portare a voi degli elementi dell’ambiente con un laccio, e vi sarà data anche una spada per sconfiggere i nemici. Gli avversari più generici, che vi faranno solo da ostacolo, sono più facili da sconfiggere e, infatti, un fendente di spada sarà sufficiente; tuttavia non tutti i nemici possono essere annientati allo stesso modo. I “ratti”, ad esempio, che agiscono nell’oscurità impedendovi il proseguimento dell’avventura, sono messi in crisi dalla luce. E’ qui che viene implementato l’uso del Touch Screen: con il pennino potrete trascinare il fuoco su alcuni elementi infiammabili; sarà così che potrete illuminare il vostro cammino accendendo le candele o portandovi un piccolo tocco di mela appresso, ed i poveri “ratti” rimarranno in questo modo paralizzati. Nessun nemico risulterà particolarmente ostico, ma al massimo di impiccio e nulla più, eccezion fatta per i boss che si rivelano gli unici avversari in grado di apportare qualche piccola difficoltà alla vostra avventura.
Se comunque il Touch Screen non viene utilizzato frequentemente ma, al contrario, solo per poche azioni, i due schermi della DS ripropongono ugualmente tutta l’azione nello schermo inferiore e un menù di riepilogo in quello superiore. Il piccolo topolino Despereaux, nel suo repertorio di mosse, non disdegna di correre su quattro zampe oltre che in posizione eretta, ed il laccio vi sarà sempre di grande utilità per riuscire a dondolarvi o lanciarvi grazie a degli appigli interagibili. L’azione che porta a risolvere un livello è tutto sommato varia e rapida, ma non aggiunge assolutamente nulla di nuovo al genere. Il Game Over è pressoché assente, dato che quando esaurirete la vita ripartirete dall’ultimo checkpoint, che non sarà mai troppo lontano da dove siete caduti.
La continua corsa di Despereaux (del tutto simile ai videogiochi di Mario), come già detto addietro, è varia: scivolare giù per le tende squarciandole con la spada; discendere corsi d’acqua; spostare oggetti e arrampicarsi sui muri; insomma, c’è un po’ di tutto, ma cos’è che mina la qualità del gioco? Una delle tante motivazioni che rendono questo titolo di una qualità mediocre è sicuramente la già citata scarsa longevità, che si attesta complessivamente sulle 3 ore. La struttura ordinaria è il secondo aspetto che rende il gioco di scarsa qualità: raccogliere monetine per fare punti e 3 note musicali sparse per ogni livello per sbloccare gli extra (rappresentati da costumi per Despereaux e dei piccoli livelli bonus) sono aspetti comunque minuti, generalmente non allettanti per i giocatori. Anche il comparto tecnico è purtroppo mediocre. La colonna sonora, ripresa in parte dal film, è riproposta in una qualità non troppo lodevole e gli effetti sonori sono imperfetti. La grafica è complessivamente discreta, ma i colori e l’atmosfera che si avvertivano nel film non sono neanche lontanamente percettibili.
In ogni caso, i comandi sono comunque accurati e i bug nulli nella maggior parte dei livelli.
Uno dei boss, che non si rivelerà nemmeno troppo ostico.
Ci bastavano il film e il libro
Trasformare un’opera scritta in un film non è di per sé un’impresa semplice, d’altra parte è ormai risaputo che è di moda proporre film in versione videogioco per tutte le piattaforme, e nella stragrande maggioranza dei casi si rivelano tutti grandi buchi nell’acqua a cui è meglio non dedicare nemmeno un minuto della nostra attenzione.
Fatto sta che The Tale Of Despereaux non fa eccezione e anch’esso si dimostra un’esperienza sicuramente trascurabile da evitare ad occhi chiusi. Non si può comunque elogiare gli sviluppatori, ma un misero merito è giusto che venga loro attribuito per averci ad ogni modo provato, considerato anche che i tempi e i mezzi che vengono messi a loro disposizione sono sempre scarsi.
A chi si consiglia The Tale of Despereaux? A nessuno, se non a qualche fanciullo che adora in tutta sincerità il film. Se volete comunque godervi le avventure del piccolo topolino innamorato vi conviene leggere il libro da cui l’avventuriero proviene.