Eyeshield 21 – Recensione Eyeshield 21

Eyeshield 21 è uno dei titoli di punta della rivista di fumetti nipponici più celebre del mondo, Weekly Shonen Jump, il che è alquanto strano visto l’argomento che tratta, ossia il Football Americano. Se da un lato i manga sportivi hanno sempre riscosso un buon successo nel paese del Sol Levante, dall’altro il Football non è mai stato particolarmente popolare. Eyeshield 21, grazie alle sue gag geniali, ai suoi personaggi surreali e alla sua trama avvincente e mai scontata è riuscito a far appassionare una grande fetta di pubblico ad uno sport praticamente sconosciuto. Come da tradizione, ogni manga/anime che detiene una certa popolarità ottiene inevitabilmente una o più versioni videoludiche. Eccoci dunque a Max Devilpower, il titolo per DS nel quale seguiamo le avventure nel Football Americano dei Deimon Devil Bats.

Il tuo nome in campo sarà Eyeshield 21!

Max Devilpower si basa sulla parte iniziale della trama del manga. Nello Scenario Mode, ossia lo Story Mode, si seguono le avventure di Kobayakawa Sena, alias Eyeshield 21, dall’ingresso più o meno volontario nella squadra di Football Americano del liceo Deimon fino agli eventi che precedono la partita con i Nasa Aliens. Tra un allenamento, una partita e la ricerca di nuovi membri per la squadra, il gioco segue più o meno la storia originale; la fedeltà a dire il vero non è troppa. Per allungare la trama gli autori hanno deciso di aggiungere delle parti in cui Sena fa da spia e passa un periodo di tempo in altre scuole, principalmente lo Zokugaku e l’Ojou. I puristi saranno felici di sapere che questi "extra" mantengono lo humor e l’atmosfera standard dell’universo di Eyeshield. Purtroppo la tradizione vuole che se un manga/anime non è immensamente popolare in Occidente, questo non vedrà mai una localizzazione al di fuori dell’arcipelago nipponico; chi non conosce il giapponese può anche mettersi il cuore in pace, questo gioco non vedrà mai una release in occidente. In compenso, chi conosce la storia riuscirà tranquillamente a capire cosa accade, grazie anche al doppiaggio e alle espressioni dei personaggi.

Cell Shading e Doppiaggio

Come succede in molti altri titoli del DS, la grafica di Max Devilpower alterna 2D e 3D: nei menù e durante le fasi di dialogo o le cutscenes il gioco fa utilizzo di animazioni ed immagini bidimensionali che richiamano direttamente lo stile grafico dell’anime, mentre durante le partite e le fasi adventure della trama ci sarà invece una grafica in stile tridimensionale. Niente da dire sul 2D: le immagini sono numerose e ben disegnate, anche se un po’ troppo statiche. Il 3D invece viaggia su binari completamente diversi: la grafica della sezione adventure dello Story Mode è deludente, i modelli sono minuscoli e poco definiti. Durante le partite però si passa ad un 3D di tipo Cell Shading di tutt’altra fattura: sia il campo che i personaggi sono resi alla perfezione, anche nei dettagli, quali possono essere la visiera colorata di Sena o i denti aguzzi di Hiruma. Insomma, il Cell Shading delle fasi di gioco sfrutta adeguatamente le potenzialità dell’hardware DS senza rallentamenti di sorta. La colonna sonora del gioco è piacevole ma decisamente scarna: le tracce sono poche ed abbastanza ripetitive. La musica che fa da sottofondo alle partite copre da sola una buona metà del gioco e viene alternata solo durante i quarti Down o le trasformazioni. Gli effetti sonori faranno felici i fan dell’anime: i vari personaggi pronunceranno una o più frasi durante la storia o le partite e le loro voci sono quelle dei doppiatori originali. Durante un passaggio si può sentire Hiruma gridare "Ya-ha!", mentre nello Story Mode i tre Fratelli Ha-Ha si esibiranno nel loro tipico "Eh? Eeeh? EEEEEEEH?" più di una volta.

Massacriamoli! YA-HA!

Max Devilpower presenta due modalità di gioco principali, lo Story Mode e l’Exhibition. Nel primo, come già anticipato, il giocatore impersona Sena: tramite una visuale isometrica in terza persona, a mo’ di RPG, bisogna guidare il ragazzo e farlo parlare con gli altri personaggi. In realtà non ci sarà molto da fare durante questa modalità, se non parlare con qualcuno in maniera da poter passare al prossimo minigioco o alla prossima partita. A proposito di minigiochi: ce ne sono parecchi, di ogni genere e sfruttano tutti il touch screen. Durante il gioco bisognerà far passare Sena attraverso un percorso, far spostare un camion fermo dall’intera squadra o affrontare i quiz di Mamori. Ovviamente per quest’ultimo compito la conoscenza della lingua giapponese è d’obbligo. Giochi e cutscenes però non sono altro che l’antipasto per la portata principale, le partite di Football Americano. Il paragone che può saltare subito alla mente è quello con una delle saghe più celebri della EA Sports, ossia Madden. Beh, i due giochi sono completamente differenti. Innanzitutto, Max Devilpower è stato progettato in modo da poter consentire sia a chi conosce bene lo sport sia a chi si avvicina ad esso la prima volta di giocare ad armi pari: durante lo Story Mode vengono spiegate tutte le regole del football. Non vi preoccupate, se non conoscete il giapponese ci penseranno i disegni che accompagnano le spiegazioni a chiarirvi le idee. La seconda differenza è che il gameplay, oltre che sulla strategia, è incentrato principalmente sulle abilità di sfruttare adeguatamente il touch screen. Per capire come funzionano le partite è necessario conoscere le regole base del Football Americano: il gioco si divide in due fasi, quelle di attacco e quelle di difesa; durante l’attacco l’obiettivo del giocatore è raggiungere la linea di fine campo degli avversari e fare un touchdown. Durante la difesa bisognerà invece fare di tutto per bloccare l’avanzata dei rivali. Gli attaccanti hanno a disposizione quattro tentativi, o Down, per avanzare di almeno 10 yard; se falliscono, la palla passa alla squadra avversaria. Il Football è uno sport che si basa molto sulla strategia: formazioni e movimenti occupano dunque una parte importante all’interno d’ogni singola azione. In questo gioco la gestione della strategia è stata notevolmente semplificata: dimenticate gli elenchi interminabili di tattiche tra cui scegliere della saga di Madden. Tutto ciò che il giocatore deve fare prima di ogni azione offensiva è decidere se effettuare un passaggio, tentare una corsa o un calcio e, infine, selezionare il personaggio a cui affidare la palla. Il giocatore in difesa dovrà invece tentare di intuire le mosse dell’avversario, in modo da poterlo bloccare. Se si riesce a prevedere la strategia del nemico, sarà più semplice bloccare le sue corse e sarà possibile intercettare i suoi passaggi. Il gioco mette a disposizione anche un certo numero di azioni di attacco o di difesa speciali: queste sono le "mosse speciali" che utilizzano i vari personaggi nell’anime e nel manga e, ai fini del gioco, funzionano come versioni potenziate delle azioni base. Ad esempio lo Spear Tackle di Shin degli Ojou White Knights permette un placcaggio più facile ed efficace, mentre il Super Long Pass di Hiruma dei Devil Bats è un passaggio più lungo e più semplice da ricevere. Queste azioni speciali utilizzano delle barre che si caricano man mano che si riesce a portare a termine con successo sia un attacco che una difesa.
Una volta decisa la strategia si passa all’azione vera e propria, gestita interamente tramite touch screen: per ricevere, bloccare o intercettare un passaggio bisogna premere sulla palla al momento giusto, per evitare i placcaggi nemici bisogna premere su dei cerchi che simboleggiano la zona non protetta, per far sì che la linea apra o chiuda il passaggio della palla bisogna far scivolare velocemente il pennino sullo schermo. Le fasi di azione richiedono riflessi e velocità.

Scenario e VS Mode

Il gioco in singolo purtroppo soffre di una longevità piuttosto scarsa. Lo Scenario Mode non è particolarmente lungo, le squadre a vostra disposizione non sono molte, soltanto sei, più una che viene sbloccata una volta terminata la trama principale. Oltre a questa viene sbloccato anche l’Edit Mode, una modalità che vi consente di crearvi fino a tre squadre personalizzate con i giocatori presi da tutte le squadre presenti nel gioco. Per sbloccare un giocatore o una delle sue azioni speciali però dovrete comprarlo all’interno dello Story Mode: una volta completata la trama infatti il Liceo Deimon si trasforma in una sorta di collezione dei passati minigame, che potrete rigiocare per ottenere soldi da utilizzare per i vostri acquisti. Completare questa parte del gioco al 100% sarà un impresa lunga e tediosa. Durante le partite il PC non si rivela particolarmente forte: una volta afferrati i meccanismi di gioco, anche a difficoltà massima sarà piuttosto facile vincere con un vantaggio netto sulla squadra avversaria. Se siete soli, presto vi stuferete di Max Devilpower e lo farete cadere nel dimenticatoio. Se avete qualcuno contro cui giocare la musica cambia: Max Devilpower mette a vostra disposizione una modalità in Wireless per giocare contro altri possessori della stessa cartuccia. Giocare con altri esseri umani si rivela infinitamente più divertente, specie grazie alle squadre personalizzate che potete costruire per misurarvi coi vostri amici.

Touchdown!

Max Devilpower riesce tutto sommato a rivelarsi un buon gioco, che può accontentare sia i fan dell’opera originale che coloro che lo provano soltanto per farsi una partita a Football Americano. Il gameplay, molto più semplice ed immediato rispetto a quello di un Madden, consente a chiunque, anche chi non conosce affatto lo sport, di prendere dimestichezza in fretta col gioco. Purtroppo, giocato in singolo è un gioco che non ha molto da offrire, e se non si ha un amico con cui giocare la longevità risulta piuttosto scarsa.

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