Soul Bubbles – Recensione Soul Bubbles
Quanti titoli, sviluppati per le console portatili che si sono succedute negli anni, sono alla fine entrati nell’immaginario collettivo come capolavori o iniziatori di un genere? Davvero pochi, e si è spesso trattato di riuscite operazioni di marketing per imporre ora questo, ora quel gioco. Soul Bubbles arriva da Eidos in sordina sui nostri Nintendo DS proponendo un gameplay non identico ma che per molti aspetti ricorda il celebre Locoroco, l’indefinibile titolo Sony che insieme a non moltissimi altri titoli domina il panorama PSP. Su DS sembra ora essere arrivata una degna alternativa, ma in quanti se ne sono accorti?
Spiriti, Folletti e… Bolle
Ci è presentato un piuttosto esile antefatto: siamo stati appena promossi apprendisti Custodi, col compito di vegliare sugli Spiriti della natura. Il nostro dovere, come il saggio Psicopompo non mancherà di informarci, consiste nello scortare gli Spiriti, che in questo mondo materiale soffrono e sono deboli, verso cubici cancelli che danno su una a loro più congeniale dimensione. Un veloce tutorial e disporremo degli strumenti necessari a questa sacra incombenza: il Maestro ci insegnerà il principale incantesimo protettivo, ovvero l’arte di tracciare resistenti bolle d’aria attorno agli Spiriti, per incamerarli e guidarli soffiando attraverso insidiosi livelli che dovremo attraversare per intero fino al Cubo Portale. Dirigiamo con lo stilo la direzione del soffio del nostro amico Custode e quindi il percorso della nostra bolla. Essa reagisce in maniera veramente ottima sia al soffio del nostro alter ego sia all’ambiente circostante, e quindi viaggerà in maniera realistica con la giusta velocità a seconda dell’intensità del soffio, o allungandosi e distorcendosi quando ad esempio passa attraverso una strettoia.
Il potente soffio vitale non è l’unica abilità a disposizione dell’amico Custode. Fin da subito avremo a disposizione tre diverse Maschere, attivabili tramite la pressione della corrispondente freccia direzionale: quella dell’Uccello serve a permetterci di tracciare nuove bolle per catturare gli spiriti ma da utilizzare eventualmente anche vuote; quella dell’Elefante fa all’occorrenza rimpicciolire o esplodere le bolle in precedenza create; quella della Tigre ci sarà utile per tagliare con rapidi fendenti liane, drappi, o altri ostacoli come le lingue di camaleonti dispettosi, per così permetterci di proseguire verso la nostra meta. Se non staremo attenti e faremo esplodere la bolla, gli Spiriti al suo interno si disperderanno ed in pochi secondi moriranno. Il nostro scopo è salvarli, possibilmente tutti e 7 in ogni livello.
L’albero della vita
Il gioco si compone di otto mondi caratterizzati da diversi elementi naturali. Ogni sezione poggia su un diverso ramo del mistico albero che regge il creato, e sono suddivise in cinque sotto-livelli ciascuna. Attraverso ogni livello dovremo accompagnare una bolla di Spiriti dall’inizio alla fine, e per farlo sarà necessario combinare tra loro le abilità a nostra disposizione al variare degli ostacoli, di difficoltà crescente, che lo stage ci proporrà. Meccanismi da attivare, botole, spuntoni acuminati, nemici da stordire con un tap di pennino, esplosioni e gas dal diverso peso specifico sono solo alcuni dei diversivi con cui avremo a che fare durante la partita. Oltre al semplice arrivare fino in fondo al livello, dovremo lungo la strada raccogliere quanta più polvere cosmica possibile per migliorare il nostro punteggio e la nostra valutazione (la polvere cosmica ci suggerisce anche la strada più veloce per arrivare al Cubo portale), nonché avremo la possibilità di accedere a sezioni segrete o difficili da raggiungere in cui sono custodite speciali Zucche, 3 in ogni livello. Sarà necessario raccoglierne almeno 50 per accedere all’ottava ed ultima macrosezione: Agartha, il regno della Morte, dove altri Spiriti attendono il nostro aiuto.
Questa sarà d’altro lato l’unica vera sfida del gioco, e ciò perché il Maestro Custode è sempre pronto a spiegarci come superare una nuova tipologia di enigma da superare. Egli ci dirà esattamente e troppo di frequente cosa fare per aggirare l’ostacolo di turno, e questo semplifica a volte davvero troppo il nostro volteggiare per i livelli.
Lo zen e l’arte di sospingere le Bolle
A parte quindi una longevità non particolarmente eccelsa, a cui ben poco contribuiscono i bei bozzetti sbloccabili, ed una facilità a volte troppo telefonata, Soul Bubbles gode di un gameplay fresco e mai ripetitivo, sempre vario e divertente, coadiuvato da una eccellente grafica bidimensionale fatta di animazioni estremamente plastiche, fluide e verosimili nel simulare la reazione al vento da noi prodotto, la pressione o l’accelerazione accumulata lungo pendii scoscesi, ma anche il peso di bolle piene di gas più o meno volatile, o dei cristalli di ghiaccio che le circondano nei mondi polari. Il diversificatissimo colpo d’occhio di una bolla al centro dello schermo (che potrebbe a volte capitarvi di perdere di vista, quindi prestate attenzione e rimediate tempestivamente grazie alla funzione mappa) da guidare attraverso la giusta strada può ricordare da vicino Locoroco, ma non altrettanto accade per l’aspetto sonoro. Se il titolo Sony è da questo punto di vista molto aggressivo proponendo a ripetizione insensate ed ossessive canzoncine giapponesi che hanno in buona sostanza decretato il successo mondiale del titolo, Soul Bubbles si pone in maniera molto più occidentalmente sobria, limitandosi a sottofondi piuttosto anonimi ma in sintonia con l’atmosfera zen del gioco.
E’ nato prima l’uovo o la gallina?
Per concludere siamo di fronte ad un ottimo titolo che divertentissimo emula in qualche modo le meccaniche del vincente Locoroco, e rispetto al quale non è oggettivamente migliore né peggiore: fa proprie le caratteristiche tattili del DS e per questo si configura non come un rivale ma come una integrazione ludica della citata esperienza esclusiva PSP. Meno pubblicizzato e meno fenomeno di fandom rispetto al cugino perché alla radice meno “kawaii”, Soul Bubbles è comunque un titolo da provare ad ogni costo, quasi un must.