Dragon Blade: Wrath of Fire – Recensione Dragon Blade: Wrath of Fire
God of War per Wii? Beh, non proprio…
Sicuramente, Dragon Blade: Wrath of Fire è un timido tentativo di utilizzare il Wiimote in modo divertente ed esaltante. Non che il gioco sia di una originalità incredibile, dato che il concetto di base è molto banale: il nostro eroe, ben armato, prosegue all’interno di livelli strapieni di mostri, e noi siamo chiamati a farci strada a colpi di Wiimote. Solo annientandoli saremo in grado di proseguire: enigmi o rompicapo non sono infatti all’ordine del giorno. Dragon Blade è ambientato in un mondo fantasy, e può tranquillamente essere paragonato ai classici Hack And Slash.
Spada infuocata
La nostra spada, in realtà, altro non è che l’anima intrappolata di un antico drago, spada che Dal, il nostro protagonista, imparerà a maneggiare in un sogno-tutorial all’inizio del gioco. La nostra arma non è purtroppo perfettamente controllabile, anche se ci viene offerta la possibilità di sferrare colpi orizzontali, verticali, o affondi. È presente una sorta di collegamento tra un attacco e l’altro, una serie messa in sequenza può creare una sorta di "combo". Il problema è però anche il fatto che, purtroppo, queste semplici possibilità non sembrano essere riconosciute in maniera precisissima dal gioco, ed eseguire le mosse desiderate non sarà sempre cosa facile. Peccato, perché le combinazioni offerte, tra l’altro, non sono neanche poche, dato che è possibile saltare, rotolare, parare, effettuare contrattacchi vari e chi più ne ha più ne metta. Procedendo nel gioco, saremo anche in grado di potenziare la nostra arma, aggiungendo la possibilità di far comparire il nostro drago infuocato a sferrare artigliate e altri attacchi.
La storia del gioco non è particolarmente innovativa, ma nemmeno da buttare: il villaggio di Dal viene messo a ferro e fuoco da alcuni mostri, e guarda caso il nostro eroe viene scelto per salvare il mondo dal gigantesco drago blu Vormanax. Pare tra l’altro che dietro ci sia la collaborazione di Richard A. Knaak, nome non nuovo per chi ha letto le serie di Dragonlance o Dragonrealm. Il problema qui è che il gioco impone una certa linearità, supportata anche dalla rigida impostazione a livelli (scordatevi la libertà di Zelda) che, seppur abbastanza lunghi, non sono altro che una sorta di "avanza e combatti", soprattutto per via del fatto che senza aver sconfitto certi nemici, non è possibile proseguire del tutto. La difficoltà generale del gioco ha alti e bassi: le orde di nemici che ci troviamo ad affrontare, infatti, non appaiono particolarmente resistenti ai nostri colpi migliori, ma per quanto riguarda i boss, anche a causa di una AI che sembra improvvisamente impazzita, sono piuttosto impegnativi. Impegnativi, ma a volte frustranti: non sarà un caso ritrovarci a rifare lo stesso boss più volte, anche a causa di una telecamera particolarmente fastidiosa. La struttura di gioco appare dunque divertente, se si vuole giocare senza troppe pretese, ma eccessivamente ripetitiva.
Fantasy World
La grafica di Dragon Blade si attesta su livelli piuttosto medio-bassi. Le animazioni dei colpi della nostra spada sono gradevoli, così come gli effetti. Lo stile generale, un misto tra 3D e cell-shading, è anch’esso abbastanza interessante. Il tutto è però rovinato da un design dei livelli piuttosto scialbo, che si contrappone ad alcune ambientazioni che potevano essere invece anche interessanti; texture di qualità molto bassa e un numero di poligoni generalmente non sufficiente. Già meglio sembrano essere i boss, ma non è certo abbastanza per giustificare le carenze generali; il sospetto è dunque che il gioco sia stato fatto abbastanza in fretta, e, forse, con qualche altro mese a disposizione si sarebbe potuto migliorare il livello complessivo dei dettagli. Sono presenti alcuni filmati, ma anche qui, nessun segno di espressività da parte dei personaggi.
I nemici spaziano da minotauri, a demoni, a scheletri: pensate tutti i mostri dei mondi fantasy che conoscete e li ritroverete nel gioco.
Per quanto riguarda l’audio, le musiche sono piuttosto epiche e sono forse una delle poche cose buone sotto l’aspetto tecnico, dato che riescono a enfatizzare un minimo l’azione di gioco. Gli effetti sonori non sono forse tra i più vari, ma niente che non ci si aspetti.
Insomma, ormai sapete cosa aspettarvi da questo gioco. Se volete solo divertirvi lungo una sequenza di livelli tempestati di nemici, fino agli impegnativi boss finali, senza badare troppo ad una trama avvincente e accattivante, o al comparto tecnico, allora potete anche dare una chance a Dragon Blade. Il gioco non è molto lungo, non più di 10 ore, anche se potrebbe venirvi voglia di rigiocarci una volta finito. È anche vero che in un periodo in cui il Wii sembra tempestato da mini-giochi, può anche essere questa un’alternativa (a patto che abbiate già finito Zelda). In caso contrario, vi conviene aspettare qualche prodotto migliore.