300: March to Glory – Recensione 300: March to Glory

Miller, Erodoto dei nostri tempi

Tutto nacque da un fumetto, o meglio, tutto nacque due millenni e mezzo fa: nell’anno 480 a.C. alle Termopili andava in scena la battaglia che, grazie a Frank Miller, autore di altri capolavori tra i quali ricordiamo anche "Sin City", abbiamo potuto rivivere in questi ultimi tempi. Dopo la graphic novel, dopo il film, arriva anche il videogioco dedicato al Re Leonida, un uomo senza precedenti nè antecedenti. La console ad ospitare questo gioco sarà la figlia minore della Sony, la portatile PSP: di certo non è una mossa azzeccata, visto che molti conoscono le poche potenzialità in fatto di giocabilità della PSP, e forse in qualche modo la Eidos è quasi riuscita a rovinare un capolavoro del genere.

Dite grazie, soldati, al Re Leonida e ai prodi 300!

"E così il mio re è morto, e i miei fratelli sono morti, appena un anno fa. A lungo ho pensato alle parole del mio re, criptiche parole di vittoria. Il tempo gli ha dato ragione perché, da greco libero a greco libero, si è tramandata la notizia che il prode Leonida e i suoi 300 soldati, così lontani da casa, hanno dato la vita, non solo per Sparta, ma per tutta la Grecia e per la speranza difesa da questa nazione. Ora, qui su questo aspro frammento di terra chiamato Platea, le orde di Serse affrontano la loro disfatta! Lì davanti i barbari si raccolgono, è nero il terrore che afferra saldo, i loro cuori, con dita di ghiaccio; conoscono molto bene gli impietosi orrori che hanno sofferto per le lance e le spade dei 300 spartani. E ora fissano lo sguardo su questa pianura dove ci sono 10,000 Spartani alla testa di 30,000 liberi Greci!!! Le forze del nemico ci superano di sole 3 volte!!! Buon segno per tutti i Greci. Quest’oggi, noi riscattiamo il mondo dal misticismo e dalla tirannia e lo accompagniamo in un futuro più radioso di quanto si possa immaginare. Dite grazie soldati, al Re Leonida e ai prodi 300!"

Così recita il discorso che chiude l’epopea di 300 recitato da Delio, l’unico, secondo Miller, sopravvissuto alla mossa suicida di uno dei due Re Spartani, Leonida, dell’ anno 480 a.C.
Miller narra l’arrivo di un ambasciatore Persiano alla corte Spartana con fare spavaldo richiedendo la sottomissione di Sparta al dio-re Serse, figlio di Dario, sconfitto anni prima nella prima battaglia Persiana a Maratona, la famigerata piana dei finocchi. Non è indole Spartana arrendersi senza combattere e, dopo aver ucciso l’ambasciatore, e aver consultato gli Efori, presentati da Miller come vecchi rosi dalla lebbra e che si danno a piaceri lussuriosi, Leonida prepara i suoi migliori 300 soldati per "andare a fare una passeggiata a Nord: alle Termopili". La missione del Re Spartano era quella di rallentare l’imponente armata del dio-re Serse, per evitare il suo arrivo che certamente avrebbe distrutto la vicina Atene e successivamente la capitale del Peloponneso, Sparta. Miller, Erodoto dei nostri tempi, tramanda la battaglia delle Termopili come meglio merita: un’epica battaglia senza precedenti ed antecedenti, e un Leonida che alla fine, nonostante la sua sconfitta, non solo aprirà le porte a Pausania per la vittoria di un anno dopo a Platea sui Persiani, ma dimostrerà anche come un dio-re può sanguinare, sconfiggendo il misticismo e la tirannia che proteggevano Serse.


A me, falange…ma dove sono finiti i miei 300?

Tutti sognano di poter rivivere l’impresa di Leonida in prima persona, in ogni mente umana si sogna di capitanare un esercito del genere, che per quanto fosse piccolo era uno dei più forti all’epoca: ebbene eccovi nei panni del Re Spartano, ma non aspettatevi niente di molto esaltante. Tre saranno le armi a vostra disposizione: una spada, una lancia e uno scudo. I nemici saranno ben pochi e la loro A.I. lascerà molto a desiderare, facendo scemare la forza, la vitalità e la vigorosità del gioco in una deficienza tecnica alquanto spaventosa. Il sistema di combo, poi, tanto amato nei giochi di questo genere, lascia incredibilmente a desiderare: non meravigliatevi se vi troverete a premere i tasti come capita e trovarvi ad eseguire mosse particolari, diciamo che lo spirito del gioco è quello di andare a vento e sperare nella buona sorte. Altra pessima riproduzione è il meccanismo della falange oplitica: chi ha visto il film, o almeno chi si ricorda qualcosa di ciò che ci tramanda la storia, ricorderà la meccanica della falange messa in file ordinate e molto lunghe pronte alla difesa e all’attacco. Ebbene così non sarà nel videogioco di 300: la fila sarà unica e il tutto si limiterà al premere due tasti rispettivamente per la difesa e l’attacco. Questo concetto terribilmente elementare penalizza soprattutto lo svolgersi delle azioni; in più Leonida opera in piena solitudine, a parte in questi ultimi frangenti, nei quali è accompagnato dalla falange. Nell’insieme, comunque, l’idea di un’epica battaglia è ben lontana dalla decina di soldati visibili a schermo. Leonida avrà a disposizione tre abilità: la prima, relativa all’attacco, permette al nostro impavido Re di raddoppiare la forza dei suoi colpi, la seconda si basa sull’invulnerabilità, mentre la terza crea una sorta di slow motion per i nemici, facilitando così il massacro di massa. Tutte queste abilità dipendono direttamente da una barra, che si riempie man mano che aumenta il numero delle uccisioni.


Questa è Sparta!…seh, magari

Le ambientazioni di gioco sono decisamente spoglie e denotano un riciclaggio imbarazzante delle texture. Idem buona parte dei personaggi, Leonida escluso, favorito anche dalla possibilità di modificare l’aspetto delle sue armi grazie ad un’apposita opzione per il potenziamento. La telecamera che segue gli scontri, inoltre, non fa nulla per migliore il posizionamento dei nemici, senza considerare i rallentamenti qua e là.
L’audio è forse l’unico aspetto tecnico che si salva: riprende la colonna sonora del film con tutti gli effetti degni delle grandi battaglie. Però nel complesso è solo una nota positiva in un qualcosa di negativo.

"Ricordate questo giorno, uomini, perché questo giorno è vostro e lo sarà per sempre!"

Il fumetto e il film hanno colpito tutti gli accaniti e appassionati della storia greca e non, ma questo gioco sicuramente non riuscirà a farsi apprezzare; la longevità è anch’essa pessima e si aggira intorno alle sette ore e probabilmente nemmeno il fan più accanito del film potrebbe trovare la pazienza di portalo a termine. Spendere soldi per questo gioco sarebbe uno spreco assurdo e il miglior consiglio da dare è quello di risparmiarli e conservarli per qualcosa che possa soddisfare maggiormente un videogiocatore.

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