Exit 2 – Recensione Exit 2
Tornano su PSP le eroiche imprese di Mr Esc, "l’artista della fuga" del fortunato puzzlegame EXIT. Nonostante sia un titolo che per dinamiche di gameplay e aspetto potrebbe definirsi "vecchio stile", EXIT è riuscito a ritagliarsi un posto di tutto rispetto nell’affollato parco giochi della PlayStation portatile riscuotendo un meritato successo di critica e pubblico, con la conseguenza di una quasi immediata produzione di un sequel, EXIT 2. Diciamolo subito, sebbene di nuovo e originale ci sia veramente poco, il gioco soddisfa le più rosee aspettative di divertimento e longevità, ma vediamo in dettaglio il perchè.
Ritorna "l’escapologo"
Per chi non conoscesse le precedenti avventure del nostro protagonista, facciamo le dovute presentazioni: Mr Esc, fedora in testa e sciarpa rossa svolazzante come gli eroi dei fumetti noir, una smodata passione per il caffè , e sempre seguito dal suo amato gatto nero, è un "escapologo" ( non cercatelo sul dizionario, è un termine creato ex novo per il gioco!): la sua occupazione consiste nel salvare le vittime delle più disparate calamità naturali, riuscendo a trovare la strada della salvezza, che corrisponde col cancello dell’uscita. Una missione tutt’altro che semplice, poichè sarà una sfida contro il tempo e anche il minimo errore potrà costare caro.
Nonostante la componente "action" di questo sequel sia più marcata rispetto al primo EXIT, si tratta comunque di un gioco che ben bilancia le parti platform con la risoluzione di rompicapi più o meno cervellotici, con non poche strizzatine d’occhio a diversi titoli del genere apparteneneti alla vecchia guardia, Lemmings e The Lost Vikings in prima linea.
Uniti nelle avversità
Ben lungi dall’essere dotato di poteri sovraumani, per nostra fortuna Mr Esc ha diversi assi nella manica per affrontare anche le situazioni più difficili: nuota, si arrampica, compie lunghi salti, gode di una discreta forza e soddisfacente agilità, e può inoltre servirsi di alcuni oggetti trovati qua e là per i livelli, come gli estintori, travi, funi e chiavi. Ma ciò che rendeva veramente vario e stimolante EXIT era il gioco di squadra tra l’eroico Esc e i malcapitati compagni, anch’essi in possesso di abilità peculiari in base all’età anagrafica: giovani, adulti e bambini, che una volta salvati, diventavano dei fedeli alleati nella disperata e spesso ardua ricerca della via di fuga, e la cui presenza sarebbe stata addirittura fondamentale nei livelli con i feriti (chiamati nel gioco pazienti), gli unici personaggi completamente inerti e forzatamente dipendenti dagli altri. Questo secondo titolo però porta con sè delle gradite aggiunte nelle fila dei personaggi, proprio per mantenere un pizzico di originalità in un gioco che nelle caratteristiche basilari è la fotocopia del precedente.
Ecco spiegata la presenza degli atleti e dei cani: i primi (dall’aspetto di uomini nerboruti e di donne muscolose) sono forzuti e discretamente agili: possono spostare pesi voluminosi da soli e persino arrampicarsi lungo le funi (cosa che purtroppo Mr Esc non è in grado di fare), ma non riescono a saltare in lungo, nè a nuotare; i secondi invece ci torneranno utili per recuperarer oggetti collocati in luoghi inaccessibili per gli esseri umani, sfruttando la loro taglia ridotta (con la conseguente possibilità di addentrarsi in cunicoli angusti) oppure la loro capacità di compiere lunghi balzi in lungo. Gli amici a quattro zampe inoltre sanno nuotare ma trovano serie difficoltà in presenza di scale a pioli o di ostacoli troppo alti da superare.
Think fast. Move faster.
Sfruttare i punti di forza, aggirare quelli deboli degli alleati, e analizzare a fondo le situazioni che si presentano, che sia il naufragio di una nave da crociera o l’incendio in una fabbrica, è la chiave della buona riuscita del livello; tutto questo mentre il conto alla rovescia procede inesorabile verso il game over.
I comandi, oltre ad essere pressochè identici a quelli del precedente EXIT, sono, a detta di molti, macchinosi, ma con un pò di pratica si ovvierà al problema: croce direzionale, e i tasti R, croce, quadrato e cerchio per muovere l’escapologo; levetta analogica, triangolo e tasto L per affidare le azioni da compiere ai compagni, e attivare o disattivare la modalità d’attesa.
Se questa modalità non è in funzione, comparirà in alto a sinistra un’icona azzurra e l’alleato (ad esclusione dei pazienti) seguirà Mr. Esc; la pressione di L attiverà invece l’attesa, l’icona diventa rossa e i salvati si fermeranno esattamente nel punto da noi richiesto.
A volte però l’intelligenza artificiale degli altri personaggi, nonostante si aggiri su discreti livelli, continua a non essere all’altezza della situazione: anche in EXIT2 si potrebbe arrivare alla frustrazione quando un compagno non reagisce con la dovuta prontezza o nel giusto modo ai comandi che gli avevamo assegnato, comportando tra le altre cose delle noiose e controproducenti perdite del ridotto tempo a nostra disposizione. Fortunatamente non è un difetto tale da intaccare la qualità del gioco: certo, ricominciare il livello per un banale errore è indubbiamente monotono e poco allettante, ma in EXIT2, sbagliando si impara. Tentare e ritentare più volte i vari stage ci permetterà tra l’altro di padroneggiare la situazione e conoscerne tutti i segreti, con lo scopo di ottenere un punetggio finale sempre più alto; come si dice, "repetita iuvant".
Poco da aggiungere di nuovo sulla grafica e sulla colonna sonora: colorata e stile "comic" la prima, sufficientemente varia e comunque adatta la seconda, sebbene senza particolari picchi qualitativi. Qualche dettaglio in più nei variopinti sfondi 2d (però interamente poligonali) non guasta, ma per il resto vi si può tranquillamente rimandare alla recensione del prequel, visto che sia il comparto grafico che quello sonoro ne ricalcano pedissequamente le orme. Questa mancanza di originalità può essere tuttavia considerata una soluzione di continuità che a conti fatti si dimostar vincente, e nulla toglie a quanto di buono EXIT2 ha da offrire.
Tirando le somme, più che un gioco vero e proprio, EXIT2 è quasi una sorta di espansione, con la gradita aggiunta di tante nuove missioni da concludere: porta con sè esattamente gli stessi difetti del primo titolo, migliorandone, seppure in maniera non troppo evidente, le già apprezzate qualità tecniche e il collaudato gameplay.
Più di centoventi livelli da completare, oltre ai dieci del tutorial, atto ad introdurre le meccaniche di gioco al giocatore che si accosta la prima volta al titolo Taito, per non parlare dei livelli scaricabili: un ottimo biglietto da visita per EXIT2 agli occhi di un giocatore affamato di puzzle.