Exit – Recensione Exit
Le console portatili, per la loro maggiore manegevolezza e soprattutto per la possibilità di essere trasportate facilmente fuori dalle mure domestiche, sono le piattaforme ideali per quel genere videoludico spesso (a torto) sottovalutato come i puzzle games. Questi giochi, come tutti ben sanno, non fanno sfoggio di particolari doti grafiche o di trame complesse, ma hanno il loro punto di forza nell’immediatezza della giocabilità e nell’essere coinvolgenti anche se presi a dosi ridotte, come ad esempio una fugace partita sui mezzi pubblici o mentre si attende il nostro turno alle poste.
EXIT, prodotto dalla Taito e distribuito in Europa dalla Ubisoft Entertainment, fa parte a pieno titolo della categoria, prendendo a man bassa ispirazione da molti giochi del passato, pur restando comunque un prodotto originale e interessante: il concetto da cui parte è il più banale possibile: portare in salvo le vittime delle più disparate catastrofi naturali cercando la via d’uscita; per fare questo il giocatore, che vestirà i panni di Mr. Esc non potrà avvalersi di superpoteri, ma dovrà fare affidamento solo sulle sue forze, di qualche utensile (travi, funi, picconi…) e soprattutto sul suo intuito.
L’artista della fuga
Mr Esc, il protagonista, si autodefinisce un "artista della fuga", un "escapologo". Sa affrontare ogni genere di situazione disperata riuscendo sempre nel suo intento di trovare la strada che porta alla salvezza, ecco perchè le autorità si rivolgono a lui in caso di calamità: da questo spunto, che fa quasi da parodia alle avventure dei supereroi dei fumetti, che comincia il gioco vero e proprio. Cento e più missioni da portare a compimento divise in diverse locazioni particolari, come il palazzo in fiamme, la metropolitana allagata, l’ospedale terremotato…ognuna di esse con il medesimo obiettivo, ovvero condurre le malcapitate vittime della situazione oltre il cancello dell’uscita (quello con la scritta EXIT che denomina l’intero gioco).
I primi dieci livelli rappresentano una sorta di tutorial per familiarizzare con le potenzialità di Mr Esc e soprattutto con le caratteristiche dei suoi "compagni di sventura"; infatti, a differenza di giochi del genere come i celebri Lemmings, in cui dovevamo salvare le penne (o meglio, la pelliccia) a dei roditori aspiranti suicidi ignari (o sprezzanti) della situazione circostante, qui i "salvabili" sono persone con una discreta intelligenza artificiale, che aiuteranno Mr Esc nella ricerca dell’uscita in base alle loro capacità peculiari, determinate dall’età.
Avremo quindi i giovani, gli adulti, i bambini e i "pazienti"; al giocatore verrà richiesto più di una volta di avvalersi dell’aiuto di questi compagni, sfruttando queste caratteristiche particolari in base alla situazione che si presenta.
I giovani sono quelli più simili al nostro eroe come capacità: possono saltare, arrampicarsi agilmente e possiedono una discreta forza, anche se non possono nuotare.
Gli adulti invece sono meno agili, possono spostare dei pesi più elevati ma richiedono l’aiuto dei giovani per superare gli ostacoli più alti.
I bambini possono sfruttare le loro piccole dimensioni per infilarsi nei passaggi più angusti, ma per loro le grandi altezze sono invalicabili senza la mano di un adulto.
Infine i pazienti (infelice traduzione per definire i feriti) sono assolutamente inermi e incapaci persino di spostarsi da soli, dovranno infatti essere trasportati a spalla riducendo drasticamente le possibilità di movimento di chi li porta con sè.
Date queste caratteristiche dei compagni da salvare, ulteriore passo per la riuscita della missione è analizzare il livello di gioco, gli eventuali percorsi da intraprendere e i pericoli che sbarrano la strada verso la salvezza: basta spingere il tasto select per visualizzare una mappa stilizzata dell’ambiente circostante, mentre con l’analogico potremo dare un’occhiata più approfondita, non dimenticando però che la nostra è pur sempre una sfida inesorabile contro il tempo.
La potenza è nulla…senza il controllo
La giocabilità di EXIT è discreta e abbastanza intuitiva. Il "nostro" si muoverà con la croce direzionale, correrà con il tasto R, salterà, raccoglierà e userà gli oggetti rispettivamente usando i tasti croce, quadrato e cerchio. Per controllare i compagni di avventura invece ci sono due modalità di movimento, attivabili tramite la pressione del dorsale L.
Generalmente i "salvati" ( eccetto i pazienti) seguono pedissequamente Mr Esc una volta che questi li "toccherà" per la prima volta. Si può optare perciò se farci seguire, o, se il caso lo richiede, di far fermare il compagno in un determinato punto grazie all’attivazione della modalità di attesa. Come se non bastasse, ai compagni, potranno essere impartiti degli ordini, selezionandoli con la levetta analogica, e sempre con quest’ultima, determinare l’azione che dovranno intraprendere o indicare i punto che dovranno raggiungere. Il controllo è piuttosto buono, anche se ad onor del vero, l’intelligenza artificiale dei compagni non raggiunge di certo le vette dell’eccellenza: lungi dal fare di testa loro ( se finiscono nei guai, la colpa è quasi sicuramente nostra), compiono le loro azioni scegliendo la strada più breve (che ovviamente non sempre coincide con quella giusta), sono "pignoli" e a volte scarsamente reattivi.
Il rovescio della medaglia in un gameplay collaudato ,come questo, è dato dal fatto che in tempi brevi può risultare ripetitivo, data la reiterazione dei gesti da compiere. Come se non bastasse, alcune volte le soluzioni dei livelli sono obbligate, con la conseguente spiacevole sensazione di una libertà limitata. Fortunatamente non è sempre così, anzi il buon compimento di una missione può arrivare in diversi modi, a seconda dei quali verrà assegnato un punteggio di completamento, che servirà a sbloccare i livelli più avanzati: un facile invito alla rigiocabilità e un punto in più al fattore longevità, indispensabile in questo tipo di giochi.
La varietà delle situazioni dei livelli comunque, così come i molteplici ostacoli che dovremo affrontare, rappresenteranno una valida sfida per le nostre meningi.
Salvare le vite umane, anche se virtuali, è sempre una gran soddisfazione.
Grafica fumettosa
Sul lato grafico, il prodotto Taito presenta un particolare stile cartoonoso, da striscia di fumetti; a partire dal protagonista, Mr Esc, raffigurato come una sagoma in bianco e nero, impermeabile e fedora in testa, con un’unica nota di colore , una sciarpa rossa perennemente svolazzante. Anche gli altri personaggi, in rudimentale cel-shading, sono in bianco e nero, fanno da contraltare ai coloratissimi e dettagliatissimi fondali in 2d. Gli effetti speciali, come le fiamme, le scosse elettriche o il fumo, sono resi da animazioni in due dimensioni piuttosto semplicistiche, che tuttavia conferiscono al tutto una "naiveté" e uno stile indubbiamente originale. A sottolineare l’influenza dei comics, la presenza dei balloon in cui sono scritti i pensieri dei personaggi e , tutto sommato, sdrammatizzano un pò la situazione distastrosa da cui parte il gioco. L’accompagnamento sonoro è discretamente vario e piacevole, e non di rado sentiremo le invocazioni d’aiuto e persino le frasi stizzite dei nostri compagni, naturalmente in inglese. Nulla da ridire dunque, sul lato tecnico ci si mantiene a livelli più che sufficienti, senza particolari picchi positivi ma neppure senza cadute di tono.
In definitiva EXIT ha le carte in regola per dare ad un giocatore appassionato dei puzzle tante ore di gioco, tenendo conto che si possono scaricare dei livelli aggiuntivi in rete.
Se cercate un passatempo con cui mettere alla prova le vostre capacità analitiche in condizioni "critiche" o di problem-solving, troverete nel titolo Taito pane per i vostri denti.