7 Wonders of the Ancient World – Recensione 7 Wonders of the Ancient World
Immaginate di viaggiare nel tempo e di vedere coi vostri occhi le meravigliose e monumentali opere architettoniche dell’antichità nominate da Erodoto nella sua elencazione delle celebri "sette meraviglie". Ed immaginate di dover essere voi a costruirle a colpi di pennino per mezzo un simpatico puzzlegame senza troppe pretese.
Ooh.. issa!
Ennesima variazione del sempreverde tema dei blocchi colorati da porre vicini, 7WoAW vi proporrà stages in successione che vanno completati per riuscire nell’impresa di erigere le titaniche opere d’arte che prenderanno forma nello schermo superiore grazie alle vostre legione di schiavi, che idealmente seguono le vostre direttiva impartite via touch screen. Improbabili ricostruzioni a parte, il gameplay consiste nel formare gruppi di almeno tre simboli tra loro uguali in modo che, scomparendo, infrangano i quadrati di pietra che in sostanza impediscono di gettare le fondamenta della costruzione di turno. Visto che sempre nuovi simboli sostituiscono comunque quelli che scompaiono, lo scopo non è quello di annullarli, ma di liberare lo schermo dai blocchi rocciosi ad essi sottostanti. Siccome per fare questo, come si è già detto, occorre allineare tre o più simboli in orizzontale o verticale, la sfida maggiore consisterà nel fare esplodere le rocce più isolate o quelle angolari. Ad accrescere la difficoltà in alcune situazioni è poi l’ulteriore regola per la quale occorre contemporaneamente trovare la pietra di volta, indispensabile per procedere nella costruzione, e farlo prima nello scadere del tempo limite. Pietre di volta e angolari vanno fatte scendere abbinando le rune sottostanti. Insomma, per completare uno stage, e quindi completare per una certa percentuale la costruzione della meraviglia in cantiere, dovremo distruggere tutti i quadrati di roccia che vedremo nell’area di gioco e, oltre a questo, portare verso il basso la pietra di volta, il tutto entro un certo ammontare di minuti al massimo. Nei livelli più avanzati si aggiungono nuove difficoltà: il tempo a disposizione diminuisce, sono nascoste più di una pietra di volta, i blocchi da distruggere saranno più resistenti e quindi occorrerà allineare simboli con successo almeno due volte su una stessa area, le forme stesse dell’arera di gioco cambiano e si fanno più astruse, e pertanto dotate di blocchi difficili da raggiungere con gruppi di tre simboli runici.
Un piccolo aiuto, ci viene dato da due tipi di esplosivi, che distruggono intere file di blocchi. Per ottenerli dovremo riuscire ad allineare più di tre simboli in un colpo solo. Nonostante questo, le meccaniche di gioco di 7WoAW restano basate fondamentalmente sulla fortuna, poichè i simboli sono posizionati casualmente quindi potreste continuare ad allinearne in aree dove non vi occorre più farlo, cosa che può diventare mai frustrante ma di certo a tratti irritante. un bagliore, dopo un tot di secondi, vi suggerisce quale casella muovere per formare un tris dovesse il vostro occhio perdersi nel marasma di simbolini colorati. Se poi nell’intero quadro avrete esaurito le mosse possibili sarà il gioco stesso a smuovere la situazione rimescolando le caselle.
Schiavi e sindacati
La grafica del gioco va oltre la sufficienza per merito dello schermo superiore della nostra console portatile. Il touchscreen, su cui si deve necessariametne focalizzare la nostra attenzione durenate il gameplay, non presenta infatti altro che piccoli simboli colorati (che imparerete presto ad odiare e ad amare in egual misura), gli effetti di distruzione dei blocchi di granito che andremo a rimuovere, ed occasionali esplosioni bonus. Il tutto è parecchio scarno e spartano, tanto per restare in tema ellenico. Sullo schermo superiore invece notiamo l’andirivieni di schiavi dal pronunciato nasone che lavorano con noi nella cava di pietra, mentre sullo sfondo la costruzione prende forma. I lavoratori, sebbene siano sempre gli stessi nonostante l’ambientazione non sia ferma all’antico Egitto, con le loro proteste e scioperi regalano un apprezzato tocco di simpatia al colpo d’occhio.
Anche le musiche sono poco varie e significative. Riescono nell’intento di creare l’ambientazione di "mondo antico", ma ben presto stancano.
Attraverso i secoli
La modalità principale del gioco consiste appunto nel vostro viaggio per il mondo antico per erigere le sette meraviglie del mondo, come il colosso di Rodi, la statua di Zeus a Olimpia, il faro di Alexandria o i giardini Pensili di Babilonia. Ognuna di queste necessita di diversi stages, anche otto, per essere completata: guadagneremo alla fine delle medaglie che ci garantiranno l’accesso al livello extra, abientato in quel di Alantide. Per ogni luogo sono disponibili interessanti cenni storici che possiamo leggere per farci una cultura, in che non guasta mai. Oltre a questa modalità vi sono poi le possibilità di Free Playing e di Rune finding, in cui lo scopo sarà quello di allineare i simboli indicati per un determinato numero di volte. Quindi una longevità di per sè non disprezzabile, anche se, data l’impostazione globale del titolo, il livello di rigiocabilità può comunque essere infinito, se il genere vi appassiona.
Tempo rubato, tempo sepolto, a volte tempo perso
Insomma, data la sua meccanica basata sul fortunoso posizionamento delle rune da rimuovere, 7 Wonders of Ancient World non è un puzzle che stimolerà mai particolarmente la vostra materia grigia, ma proprio per questo si presta ad essere un discreto passatempo che potrà darvi tanto irritazione quanto piccole soddisfazioni. E’ il tipico gioco pensato per una fruizione underground: cioè durante un tragitto in metropolitana.