La Cina toglie il divieto ai prodotti videoludici
Il governo di Pechino ha annunciato ufficialmente in questi giorni la decisione (già presa il 21 dicembre 2013) di togliere il bando ai prodotti videoludici stranieri.
Il divieto, ufficialmente preso per proteggere la salute dei giovani cinesi, era in vigore dal 2000 e ha finora impedito ai colossi Nintendo, Sony e Microsoft di vendere i loro prodotti nella maggior parte del territorio asiatico, alimentando allo stesso tempo un diffuso mercato nero che danneggiava gli sviluppatori, dal momento che i guadagni finivano in gran parte nelle tasche di intermediari non autorizzati.
La caduta del divieto (tra l’altro paradossale, visto che gran parte dei componenti delle piattaforme videoludiche viene assemblata e fabbricata proprio in Cina) ha colto di sorpresa i colossi sopra citati, che ammettono di doversi ancora bene organizzare per il mercato cinese a fronte di un guadagno previsto in svariati miliardi di dollari all’anno, oltre a permettere la legalizzazione del mercato videoludico asiatico.