Eidos ammette il ridimensionamento ambientale di Deus Ex: Human Revolution

Chiunque abbia già iniziato a esplorare l’universo del nuovo capitolo di Deus Ex si sarà reso conto di quanto le ambientazioni la facciano da padrone. Il (capo)lavoro svolto dal team ha dato vita a scenari futuristici di un fascino estremo, ricreati con impeccabile gusto cyberpunk. Nulla che non abbiate già visto sullo schermo, basti solo pensare alle atmosfere di Blade Runner, ma il risultato è innegabilmente efficace. 
Ora Eidos spiega ai microfoni di EDGE di come in realtà la versione di cui disponiamo sarebbe "ridotta" rispetto alle originali intenzioni. Avevamo condotto precisi studi grafici, architettonici e di design industriale, dice l’art director Jonathan Jacques-Belletête. Avremmo potuto riempire un catalogo dell’Ikea con tutto l’arredamento che abbiamo disegnato. Avevamo intenzione di creare molte più città, avevamo minuziosamente progettato hub di Montreal, con esterni ambientati nella vicina zona chiamata Plateau, di Upper Heng Sha (quasi ultimato ma poi abbandonato) e di una megalopoli indiana.

Tutto studiato nei minimi dettagli insomma, una pianificazione destinata a non essere mai concretizzata a fronte dell’enorme aumento di mole di lavoro che avrebbe significato per tutti i membri del team. Tante idee ma poche risorse ed energie disponibili.
Di certo non possiamo dirci delusi dai risultati attuali, sebbene continueremo forse ad immaginare ancora un po’ un Deus Ex: Human Revolution ancora più sublime di quanto sia già.

 

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