John Carmack: I videogiochi contribuiscono a ridurre la violenza nel mondo reale
In questi giorni sta rimbalzando per la rete il dibattito sulla violenza nei videogiochi, se essa sia in qualche modo legata alla violenza del mondo reale, alle stragi senza senso che ogni tanto, purtroppo capitano nei momenti più inaspettati, di insospettabile tranquillità. Ne sono successe tante negli anni, ultima quella di Oslo, in cui quasi un centinaio di Norvegesi sono stati massacrati da un pazzo criminale, appena ventunenne.
Come saprete dalla precedente news, il governo Norvegese, in seguito a quella strage, ha immediatamente bandito i videogames violenti nel paese. Pare infatti che lo spietato killer amasse gli sparatutto in prima persona.
Eppure quanti di noi giocano giornalmente a call of duty, crysis o Battlefield? Quanti di noi che giocano normalmente a questi giochi sono poi "dei pezzi di pane" nella vita reale?
A tal proposito interviene John Carmack, quello che è considerato il padre dei FPS, avendo creato DOOM. Carmack non era mai entrato nel merito della questione annosa, sulla violenza dei videogiochi, e del suo possibile influsso nella società. Ora ha deciso di dire la sua:
"Penso ci siano molte prove a favore del fatto che i videogames aiutino a ridurre l’aggressitivà e la violenza nella vita reale. Sono stati fatti degli studi in proposito, si tratta di un passatempo catartico. Se vi recate al QuakeCon, troverete ragazzi normali, persino più calmi ed equilibrati di quelli che frequentano un qualsiasi college.