GOTY 2024: I migliori giochi dell’anno
La nostra redazione ha decretato i migliori giochi di questo 2024
Anche questo 2024 si sta per chiudere e non si può dire che non sia stato un anno importante per il mondo videoludico, ricco di esperienze indimenticabili e titoli capaci di segnare profondamente il panorama del settore. Per celebrare al meglio questa chiusura, come ogni anno, la redazione di Gamesource ha selezionato i dieci giochi più apprezzati e memorabili, scelti con cura dallo staff tra i titoli giocati e completati durante l’anno. Tra avventure coinvolgenti, innovazioni tecniche e storie capaci di emozionare, questi giochi rappresentano il meglio che il 2024 ha avuto da offrire. Scorrendo la lista, troverete non solo i nostri preferiti, ma anche il vincitore assoluto, il nostro GoTY che in realtà quest’anno sono due per via di un’incredibile pareggio.
Balatro
La maggior parte del pubblico non è chiaramente attenta e “sul pezzo” come possiamo esserlo noi, quindi ho preso con un sorriso la sorpresa di molti quando Balatro, titolo creato da un singolo developer, ha preso la nomination al GOTY 2024 per i Game Awards di Geoff Keighley di quest’anno. Balatro però non è un semplice gioco di poker, quanto una profonda sfida ad una delle regole di game design più ferree: i giochi più vecchi sono vecchi e ancora durano perché sono perfetti così. LocalThunk ha preso questo pilastro e, da vero game designer, ci ha costruito qualcosa di nuovo e incredibilmente fresco attorno, in questo caso un roguelike basato sul poker ma con una profondità meccanica che, lo dico con certezza, Vampire Survivors dovrebbe invidiargli (e gli invidia). Ogni mano giocata ha un valore, ma i Joker, da folli imprevisti quali sono, iniziano a creare regole e moltiplicatori e buff e condizioni di vittoria, il tutto perfettamente incastrato in un’elegante run al prossimo boss, al prossimo Ante, alla prossima chip. Balatro è su tutte le piattaforme, ma ti sconsiglio di scaricarlo su mobile, se vuoi ancora avere una vita.
Black Myth: Wukong
Black Myth: Wukong ha incantato il mondo videoludico grazie alla sua maestria tecnica e al fascino della mitologia cinese. Ambientazioni mozzafiato, animazioni fluide e creature leggendarie lo rendono uno degli action RPG più belli di quest’anno. Il combat system, ispirato ai soulslike, bilancia sfida e varietà grazie alle trasformazioni del protagonista, mentre la narrazione celebra il leggendario libro di Un viaggio verso Occidente.
Il titolo eccelle tecnicamente, ma pecca nella resa: soffre di ritmi narrativi talvolta limitati e pecca nell’architettura e nel level design. Inoltre, la difficoltà elevata lo rende meno accessibile rispetto ai concorrenti. Wukong rappresenta un coraggioso tributo culturale e un punto di riferimento per la tecnologia. Un’esperienza indimenticabile e un capolavoro che segna questo 2024.
Metaphor: ReFantazio
Dopo il grande successo del coloratissimo Persona 5, non pensavo che Atlus riuscisse di nuovo a stupirmi a livello artistico, ma Metaphor:Refantazio è stato tutto quello che volevo. Un titolo Jrpg “Moderno-Fantasy” che sembra essere uscito da un dipinto medievale Europeo con tutti i suoi lati artistici e Orrori che solo quel periodo storico era in grado di generare.
Il tutto è Intriso di una colonna sonora con un Monaco che fa sembrare ogni scontro con gli Umani il boss finale, In una storia che vuole Ricreare il Fantasy dentro il Fantasy, con la creazione di un mondo dove tutti i suoi abitanti possano vivere in modo equo e privi dalla scala sociale che li attanaglia.
Tutto questo rende Metaphor un titolo unico del suo genere, che condivide la creatività di un team che verrà cementato nelle fondamenta Artistiche videoludiche come un Moderno dipinto Medievale, in un mondo che ormai sta dando sempre meno valore all’Arte.
Persona 3 Reload
“Se devi iniziare il franchise, inizia da qui”. Quante volte avete sentito frasi del genere? Quante vostre amiche o amici vi hanno suggerito un titolo preciso per avvicinarsi ad un IP che non conoscete o che in generale non vi ha ancora catturato? Persona 3 Reload è stato il mio primo Persona e, nel suo complesso e intricato sistema di difetti e pregi, che perfettamente ricalca l’equilibrio di difficoltà e vittorie che il franchise stesso sembra mettere al centro del suo impianto ludico, è un titolo meritevole di un premio “gioco dell’anno”. D’altronde è un remake che migliora ciò che può del gioco originale, senza compromettere del tutto la propria identità: per ogni social link doppiato, c’è una nuova ostica run nel Tartaro, insomma. Le meccaniche rimangono le solite e solidissime: un po’ life sim, con relazioni e amicizie da coltivare a nostro piacimento e, più o meno, con i nostri tempi, un po’ JRPG classico, con battaglie con nemici sempre più leggermente svegli e aggressivi di noi, ma che per lo più rappresentano un enigma da snodare e risolvere, fra tattiche di gioco e debolezze elementali. Persona 3 Reload non è un titolo semplice: la sua titanicità è in grado di giocare a suo sfavore per chi, come me, tende ad affrontare un titolo tutto d’un fiato, e non alternandolo ad altri, ma anche in questo Atlus non perdona e non dimentica, consapevole complice di un genere e di un IP che, per quanto pop e frizzante nelle sue UI e animazioni, non si sminuisce per essere apprezzata di più.
Silent Hill 2
Sicuramente una delle uscite più attese di questo 2024, e per i giusti motivi.
Silent Hill 2 non è un videogioco qualsiasi, come del resto tutta la saga sviluppata dal Team Silent, ma è un esperienza unica nel suo genere, con un livello di scrittura impeccabile e con una profondità che poche volte è stata esplorata, non solo nel medium videoludico, ma in tutti i media tradizionali come cinema e libri.
Questo remake non è solo una reinterpretazione, di un titolo di 23 anni fa, ma è una vera e propria reinvenzione, ed espansione di un’opera che non si pensava potesse essere migliorata.
Inoltre abbiamo finalmente un sistema di combattimento, che riesce a tenere testa ai Resident Evil di Capcom, contrariamente al resto della serie dove peccava enormemente sotto questo aspetto.
Inoltre anche la soundtrack è nettamente migliorata ed espansa, rendendole molto più emozionali e struggenti, vi sfido a non versare nemmeno una lacrima nel finale quiete, sotto le note di Umbra Veil.
The Legend of Zelda Echoes of Wisdom
Il nuovo capitolo della saga è un bellissimo ritorno alla formula classica con visuale dall’alto, che vede la nostra principessa Zelda finalmente assoluta protagonista di un’avventura tutta sua. Oltre ai valori più classici di Zelda c’è quel pizzico di modernità degli ultimi Breath of the Wild/Tears of the Kingdom, messa in chiave più ridotta ma pur sempre brillante. Su quest’ultimo il merito vanno alle novità date da Tri e il suo Bastone, in grado di “evocare” Repliche di oggetti e mostri fornendo ai giocatori e giocatrici un approccio più libero sull’azione ed esplorazione. Un’ opera immancabile a tutti gli effetti.
Elden Ring Shadow of the Erdtree
Per molti giocatori, considerare un’espansione al pari di una nuova release standalone è sbagliato. Shadow of the Erdtree però, come altre espansioni eccellenti prima di lui, non solo ha più contenuto di molte release “complete” ma propone anche i migliori livelli del gioco di cui fa parte. Se avete amato Elden Ring, Shadow of the Erdtree ne è la miglior parte e se avete abbandonato il gioco From dopo aver visto i titoli di coda, l’espansione potete considerarla alla stregua di un sequel re-iterativo.
Il level design ha subito un’inaspettata evoluzione, le nuove armi aggiungono alla già palese profondità del combattimento e le bossfight alzano l’asticella dello spettacolo. Unendo a tutto ciò l’art design imparagonabile di From Software e una narrazione più diretta ed efficace rispetto ai titoli passati della casa di sviluppo, non si può che promuovere a pienissimi voti Shadow of the Erdtree…nonostante qualche incompletezza e un boss finale rivedibile lo trattengono dal monopolizzare il discorso videoludico come ha fatto Elden Ring vanilla.
Stellar Blade
Stellar Blade è uno dei “bait and switch” (un idioma inglese che definisce un trucco che ti mette davanti una determinata cosa, a te appetibile, per poi scambiarla con qualcos’altro all’ultimo momento) più deliziosi che il mercato potesse regalarci quest’anno. Ogni singolo trailer, un po’ facendoci l’occhiolino, si concentrava sulla fisicità di Eve, qualcosa apparentemente molto in controtendenza rispetto alla norma di persone sempre più normali che i giochi (finalmente, aggiungo) ci fanno interpretare: Shin Jae-eun è la modella che ShiftUp ha usato, in fondo, e un’enorme fetta di giocatori alt-right tirò un sospiro di sollievo a vedere finalmente una donna che potevano definire attraente… ma Stellar Blade non solo è molto di più, ma è molto più furbo di chi è abbindolato da un paio di seni. Complice un combat system profondo e morbidamente tecnico, il titolo di ShiftUp racconta un mondo nuovamente post-apocalittico ma lo fa unendo la sensualità neutra di un Nier Automata ad orrori lovecraftiani meritevoli di un Dead Space e ad un mondo ampio ma lineare che ha sempre una nuova interazione o collezionabile da nasconderci. Mentre distrae con i vestitini sexy di Eve, Stellar Blade costruisce un’ottima prima iterazione di un IP che spero di veder crescere ancora e ancora, per il bene del team coreano alle sue spalle ma anche per il bene di un’industria che, quando vuole, sa volontariamente abbindolare i fessi, invece che volontariamente inimicarseli.
GOTY 2024: I DUE VINCITORI
Final Fantasy VII Rebirth
Final Fantasy VII Rebirth è semplicemente un capolavoro, non c’è altro modo per descrivere il secondo capitolo della trilogia remake che ha catapultato nell’attuale generazione le avventure di Cloud Strife e soci.
Dopo un primo capitolo, Remake, prettamente lineare e a conti fatti un prologo dell’intera avventura, Rebirth spalanca le porte al gigantesco mondo di Gaia, e lo fa con una quantità e qualità dei contenuti che ha davvero dell’incredibile, soprattutto considerando i 3 anni e mezzo di sviluppo richiesti al team per svilupparlo.
Un impianto tecnico superlativo, un cast ed una narrazione stellari (lasciando da parte il discusso ultimo capitolo), un’enorme mappa del mondo ed una gargantuesca mole di contenuti secondari che invogliano il giocatore a voler scoprire proprio tutto ciò che il titolo ha da offrire sono gli ingredienti di un gioco che ha saputo settare nuovi standard per il genere.
Grazie alle sue side quests studiate e perfettamente integrate con la storia del gioco, i suoi infiniti minigiochi ed un sistema di combattimento ibrido che con questa iterazione raggiunge il perfetto equilibrio tra azione e strategia, Final Fantasy VII Rebirth è probabilmente IL JRPG, e la sua struttra dovrebbe guidare Square Enix nello sviluppo dei prossimi titoli mainline della saga.
A conti fatti quindi Final Fantasy VII Rebirth è uno dei nostri due GOTY del 2024, e non vediamo l’ora si sapere come si concluderà l’avventura di Cloud nel terzo capitolo.
Astro Bot
So che gridare al “il miglior Mario degli ultimi anni” potrebbe far giustamente irretire i fan più sfegatati della storica IP Nintendo, ma il titolo di Asobi, creato in 3 anni da un team di sole 60 persone (stiamo parlando di un budget ridottissimo rispetto ad altri first party, e non solo Sony), tocca vette difficili da non riconoscere come titaniche. Un flow di gioco costantemente piacevole, nuove meccaniche ogni manciate di livelli, un’affidabilità tecnica e performance ineccepibili, e la giusta verniciata di nostalgia verso non solo le storiche IP Sony ma anche IP che in generale hanno definito il mercato videoludico dalla sua nascita ad ora. Team Asobi ci aveva già deliziato in passato con Astro’s Rescue Mission e Astro’s Playroom, ma con questa iterazione del franchise entra a pieno diritto fra gli sviluppatori più meritevoli di portare avanti l’eredità platformer 3D che ormai quasi tutti hanno lasciato indietro o abbandonato per generi e contesti più maturi. Prima eravamo noi a salvare Astro, ora è lui a salvare un intero genere.