The Time I Have Left Anteprima
L'ibrido tra survival horror e RPG è molto raro e The Time I Have Left offre una dinamica differente da altre fusioni dei due generi
The Time I Have Left è uno di quei titoli che puoi capire subito se è o meno nelle tue corde. Ogni suo componente è in perfetta sinergia con il concept atipico a cui cerca di dar vita. Si crea quindi un’effetto particolare nel quale il gioco è allo stesso tempo completamente unico ma assolutamente chiaro in ciò che vuol essere.
L’esplorazione a tempo, il combattimento a turni, le mappe e le atmosfere di un survival horror, tutti questi ingredienti si mischiano molto bene con l’estetica a metà tra l’anime cyberpunk e il noir. Allo stesso tempo, sono tutti elementi che mandano un messaggio chiaro: The Time I Have Left vuole mostrare il proprio carattere e questo lo apprezzo moltissimo.
The Time I Have Left è un gioco conscio del propria potenziale trattenuto solo da qualche incertezza nei combattimenti
Nel mercato indipendente non è difficile trovare titoli tanto ispirati e sicuri delle proprie idee come The Time I Have Left. O meglio, è difficile, ma son proprio questi giochi quelli che riescono a emergere dall’affollatissimo panorama indipendente per arrivare agli occhi degli appassionati.
Anche tra i titoli più riusciti degli ultimi anni però, fatico a pensare a qualcosa che mi abbia ispirato positivamente tanto quanto il survival horror/RPG di Ground Game Atelier. Questo perchè non solo le idee in vetrina sono interessanti, ma la loro realizzazione è perlopiù ottima.
Un “Silent Hill” con combattimento a turni?
Questo titolo si pone molto più vicino agli horror psicologici in stile Silent Hill piuttosto che ai Resident Evil, usando i due maggiori brand videoludici come se fossero estremi opposti. L’avventura inizia con pochissime informazioni, interessanti ma molto vaghe.
La Colonia 7 sta andando verso una distruzione, il motivo è che una malattia chiamata Miasma sta uccidendo pian piano tutti gli abitanti. Noi prendiamo i panni di Aline, una malata di Miasma, e (nel gioco completo) vivremo le sue ultime 6 ore, nel mentre cerca una via d’uscita da questa situazione.
Nella demo abbiamo giocato la sua prima ora, notando come in realtà il gioco abbia un timer molto generoso. Per quanto ho utilizzato quasi tutto il tempo a mia disposizione, essendomi perso all’inizio, ho giocato per ben più di un’ora reale.
Questo perchè il tempo è fortemente rallentato nel caso si stia leggendo dei documenti o nel mezzo di un combattimento a turni. Tuttavia questo non significa che non sia un elemento stressante, anzi la principale fonte di stress psicologico è proprio il timer.
Il tempo al centro di tutto
Non solo si ha un tempo limitato per finire la prima zona del gioco, cosa che continuerà poi anche per le prossime zone quando uscirà il prodotto completo, ma le sconfitte nei combattimenti a turni porteranno ad una perdita permanente di 10 minuti.
Inoltre meno salute avrà Aline, più sarà probabile incappare in un combattimento, dato che compariranno più “buchi” bianchi che andranno a dare il via ad una battaglia. Il cuore dell’intera esperienza è quindi il timer stesso e tutto si ricollega ad esso.
Nella prima zona è stato semplice concludere l’esplorazione nonostante abbia perso 20 minuti per due sconfitte ma non sapendo quante margine di errore avessi, le ultime sezioni di gioco sono state molto tese e le ho apprezzate parecchio.
Un combattimento funzionale, ma migliorabile
Il sistema di combattimento è probabilmente il punto debole dell’esperienza per ora. Le battaglie sono molto interattive, i nemici attaccheranno da tre direzioni e bisognerà schivare i loro attacchi. A ogni loro attacco la loro vita diminuirà, sia che colpisca sia che vada a vuoto.
Man mano si sbloccano opzioni offensive, il titolo però sembra conservare un’anima decisamente difensiva. La cosa più importante e che capiterà più spesso di fare è schivare gli attacchi nemici, con movimenti dal tempismo probabilmente rivedibile ma comunque non troppo legnoso.
La potenziale criticità nel combattimento potrebbe essere nella sua frequenza. Si capita veramente molto spesso all’interno di combattimenti impossibili da evitare ed il pacing dell’esplorazione può risentirne parecchio.
Una storia da scoprire
Sulla storia purtroppo non posso dare grandi opinioni…poiché per ora è estremamente vaga! Non è un problema, i titoli horror psicologici tendono spesso a partire dando poche informazioni e a virare nel surrealismo, cosa che può portare a ottime narrazioni come visto in Signalis, o a narrazioni meno convincenti, come ho descritto con Hollowbody.
Quindi sotto questo punto di vista il gioco è, per forza di cose, rimandato fino alla sua uscita definitiva. Per ora posso dire che l’amo narrativo del Miasma è molto intrigante e l’atmosfera solitaria è apprezzabilissima. In generale estetica e musica sono due pilastri del progetto e lo tengono in piedi molto bene, con giusto qualche animazione legnosa a rompere di tanto in tanto l’immesione.
In generale The Time I Have Left è uno dei progetti indipendenti più interessanti all’orizzonte. La demo attualmente disponibile è perfetta per capire se è un titolo che possa interessarvi, così come interessa me e mi sento di consigliarvi di provarla. Il gioco è attualmente in Crowdfounding, ma il budget richiesto è solo per concludere il progetto che è già in dirittura d’arrivo